Ho l'adrenalina a mille, il sangue scorre senza limiti in ogni arteria del mio corpo, il coach urla intorno alle goccioline di sudore che vedo trapassarmi da ogni lato. Ho la palla in mano, palleggio due volte, facendola passare da un lato all'altro delle mie gambe, vedo l'avversario arrivarmi di fronte, la voce fitta di Flanny urlare dagli spalti, e poi senza nenache rendermene conto, le punte delle mie scarpe si sollevano, i muscoli dei polpacci si stirano, e salto, piego le ginocchia, e le braccia si allungano, un tiro, e la traiettoria del pallone è perfetta.Canestro. Pochi secondi dopo sono travolto dai miei compagni, urlano vittoria, lasciandomi senza respiro. Sono esausto.
<< Bel tiro Turner, continua così cazzo! Continua così! La borsa di studio sarà tua>> mi lancia una pacca sulla spalla proprio mentre sto bevendo.
<< Grazie Coach!>> quasi urlo e mi strozzo.
Flanny fa l'idiota dall'alto << questo ragazzaccio, sa proprio come addomesticare quella palla >> fa lo sguardo malizioso.
<< Vi abbiamo fatto il culo!>> urla alla squadra avversaria << adesso andiamo a festeggiare >>
Siamo con tutta la squadra in un pub ad ingozzarci di buon cibo, riesco già a sentire l'odore delle patatine fritte pungente d'olio. La voce di Flanny è alta, continua a urlare il mio nome per la vittoria insieme agli altri ragazzi della squadra.
<< Sembra che la borsa di studio sarà tua>> dice Micht il biondo di fronte a me.
<< Non è una cosa assoluta >> dico inzuppando un pezzo di hamburgher nella maionese.
<< Il coach tifa per te. Non ci sono dubbi. Anche se...>> abbassa la voce in modo tale che nessuno lo senta.
<<Anche se cosa?>> mastico velocemente. So già dove vuole andare a parare, non gli va giù per niente questa cosa. Maledetto figlio di papà.
<< Non capisco come un poveraccio come te, e per niente talentuoso possa ottenere così facilmente una borsa di studio.>> poi si avvicina leggermente poggiando un gomito sul tavolo<< forse c'è qualcosa che nascondi ?>>
<< Non nascondo niente. Lasciami mangiare in pace >> sento le ossa scriocchiolarmi dalla voglia di ficcargli un pugno nello stomaco e fargli balzare dalla bocca quel poco che ha mangiato.
<< Sappiamo tutti della tua situazione a casa, magari a qualcuno hai fatto pena, magari dovresti ringraziare tua madre che ti ha dato un aiutino con il coach>>
Lo prendo direttamente dal colletto, rovesciando i bicchieri di birra sul tavolo. Tutti ci fissano.
<< Non ti azzardare a nominare mia madre, gran figlio di puttana>> serro i denti.
<< Che sta succedendo? Micht devi sempre fare il coglione!>> Flanny lo attacca, e ci allontana.
<<Perchè ti scaldi tanto Turner, lo sanno tutti della relazione tra il coach e tua madre >> ride.
Un bel pugno in pieno viso è partito prima che la mia coscenza gli dicesse di bloccarsi. C'è stato un boato di "o" da parte di tutti.
<< Benny !>> urla Flanny quando mi vede verso il bagno.
<< Non seguirmi!>>
Sono furioso, vado sul retro, mi chiudo in bagno e infilo subito la mano sotto l'acqua, accidenti quanto fa male, credo di aver sentito più dolore io che lui. Mi guardo allo specchio e quasi mi faccio schifo. Mi sento un fallito. Mia madre è sola, senza qualcuno a cui affidarsi, e io non le sono altro che di peso. Se solo le cose potessero prendere la direzione che stabiliamo noi, e invece se ne vanno senza una meta incappando in errori e ostacoli, complicando solamente la situazione.
Chiudo l'acqua. E dallo specchio intravedo uscire da una delle porte del gabinetto una ragazza con gli occhiali da sole, dentro il bagno di un pub, considerando che tra l'altro si trova nel bagno degli uomini. Mi pietrifico nell'esatto momento in cui si toglie gli occhiali, tiene gli occhi chiusi, i tratti orientali accentuati da una riga di eyeliner, i capelli perfettamente diritti sopra le spalle. Mae. E' proprio di fianco a me.E' probabilmente non sa di essere nel bagno degli uomini. Respiro piano, quasi annullo la contrazione del diaframma.Il colore arancio delle mattonelle sul muro riflettono sui suoi capelli illuminati da una luce al neon.
Apre gli occhi, guardandosi allo specchio - come se potesse -. Trova la maniglia del rubinetto e ci infila sotto le mani per sciaquarle velocemente. Una volta finito lascia le braccia lungo i fianchi con le mani che goccialano, i jeans chiari si bagnano nelle cuciture.
<< Hai sbagliato di nuovo bagno>> dice al suo stesso riflesso, poi si volta << mi scusi >> lo sta dicendo a me. I suoi occhi sono li, li vedo per la prima volta, aperti, ma buii. Il suo sguardo non è proiettatto direttamente sulla mia figura, ma la sua testa è verso di me. Quindi questo è il tuo sguardo? Sono fermo, imbambolato che la guardo, senza dire una parola, per un attimo ho voglia di prenderle la mano.
<< Non risponde perchè non mi crede?>> dice stizzita, quasi offesa. Cammina passandomi di lato con un bastone che le fa strada.
Se avessi parlato mi avrebbe riconosciuto,ma in ogni caso non mi uscivano le parole.
N/A
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A mercoledì prossimo, seguimi sulla mia pagina instragram se ti va: write_and_breathe_
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IMAGINE
RomanceSe Benny Turner non avesse attaccato quel volantino sulla bacheca della biblioteca della scuola, Mae Watson sarebbe rimasta il fallimento di se stessa. Se Mae Watson non avesse accettato quella proposta, Benny Turner non avrebbe mai imparato a veder...