<< Credevo che portarti a mangiare il tuo panino preferito ti avrebbe fatto cambiare idea >> dice Loris.
Sospiro. Okay sono stanca di fare l'antipatica con mia sorella credo che cederò.
<< Sono entrata di nuovo in un bagno maschile >> e sospiro ancora, poi abbasso la testa per non essere guardata da Loris in faccia.
<< Ah...ma...ma...davvero?>> sta balbettando, qualcosa la innervosisce. Ho come limpressione che non mi stia minimamente ascoltando.
<< Che succede? E' una cosa che capita spesso lo sai. E poi non posso vedere niente. Non resterò traumatizzata da qualcosa di penzolante >> non la sento fiatare.
<< Sei davvero così tanto preoccupata? >>
<< Ciao >> questa non è la voce di mia sorella.
<< C'è Benny >> dice Loris improvvisamente.
<< Posso unirmi a voi?>>
<< No >> << Si>> rispondiamo all'unisono.
Aggrotto le sopracciglia per mostrare a Loris il mio disaccordo, ma non funziona perchè lo incita a sedersi, sento i jeans strisciare sulla panca di legno.
<< E' strano incontrarvi qui >> dice.
<< Perchè una cieca non può mangiare un panino in un pub?>> sono stizzita. Loris sta deglutendo la sento.
<< No, non credevo fossi una tipa da panino in un pub >>
<< E' questo da cosa lo deduci?>>
<< Dal tavagliolo che hai sulle gambe. Siamo in un pub. Non al ristorante >>
<< Il galateau vale in ogni luogo >>
<< Dovresti rilassarti di più secondo me. >>
Metto le braccia conserte, voltando il capo in direzione opposta alla sua voce. Lo ignoro.
<< Vuoi un po delle mie patatine?>> dice Loris.
<< Si grazie >> e lo sento masticare rumorosamente. Vorrei lanciare un'occhiataccia a Loris, ma non posso letteralmente farlo.
<< Ho una proposta da farti >>
Sta parlando con me. Il suono delle sua voce è indirizzato verso il mio viso.
<< Entrambi abbiamo bisogno di qualcosa. Tu di ripetizioni di matematica e io di soldi. E se ci aiutassimo a vicenda? >>
<< Credevo di averti scoraggiato. La risposta è no >>
<< Perchè? Si tratta di dare e ricambiare. >>
Non rispondo continuo a masticare il mio panino.
<< Non darmi subito una risposta. Pensaci. >>
Dopodichè scompare.
<< Non fare quella smorfia, non l'ho invitato io>> Loris si difende immediatamente.
<< Sembra uno scherzo del destino. Non accetterò mai >>
<< Magari potresti assecondarlo il destino questa volta >>
<< Loris...non posso lo sai >>
<< Non vuoi >> sussurra.
Ogni istante è fermo, i granelli di polvere sono sospesi nel vuoto, e il rumore del vento è inesistente nonostante la finestra alle mie spalle sia aperta. E quella voce....la sua voce...continua a tormentarmi. Perché dovrei accettare una proposta simile? Sarebbe soltanto inutie, affidarsi ad uno sconosciuto non cambierà la mia situazione, non riuscirò a vedere di nuovo...le cose resteranno così, inermi, senza un senso. Ho già deciso da tempo: accetterò questa nuova versione di me, e vivrò senza pretendere altro.
Joke sale sul mio letto posizionandosi sulle mie gambe, è pesante, ma non fa niente, il suo essere ingombrante mi fa sentire che c'è. Lui per me ci sarà sempre.
<< Mi sarebbe piaciuto vedere almeno per una volta il tuo muso >>
Bum...Bum..Bum...
Le orecchi di Joke drizzano, lo percepiscono da come si è alzato immediatamente sulle zampe al suono rumoroso sui vetri.
<< Che diavolo succede?>> mi alzo dal letto, cercando di testare con i piedi il pavimento per trovare le ciabatte. Poi mi avvicino alla finestra. Joke inizia ad abbaiare. Porto le mani sul viso non appena sento qualcosa scagliarsi contro la finestra, sembrano sassolini.
<< Chi cavolo è che prende a pietrate la mia finestra? Non è divertente!>> urlo quando faccio scattare la serratura per aprire.
<< Scusa! Non volevo spaventarti >>
Benny è esattamente posizionato sotto la mia finestra, probabilmente ha alzato le mani in aria gesticolando, o forse no. Non lo saprò mai.
<< Perché sei qui?>>
Joke non la smette di scondinzolare << fai silenzio >> gli mormoro.
<< Sono passati tre giorni, credo sia arrivato il momento di ricevere la mia risposta. Però prima di darla. Vorrei che mi ascoltassi >>
Ho le braccia conserte, se potessi vederlo probabilmente i miei occhi lo eviterebbero infastiditi, ma mi limiterò a credere che sia così.
<< So che ti sto antipatico. Be tu non sei da meno, insomma mi hai cacciato fuori di casa la prima volta. Non è stato carino da parte tua >>
<< Non ti chiederò scusa >>
<< Non è quello che cerco. >> forse sta sorridendo.
<< Ho bisogno di soldi. Io e mia madre siamo soli, ho SUL SERIO BISOGNO DI QUEI SOLDI. Non voglio essere il salvatore di turno, voglio solo insegnarti la matematica per aiutare mia madre. Permettimi di aiutarti per aiutare lei>>
Conclude così il suo discorso. Sarebbe un modo per essere utile a qualcuno. Penso improvvisamente. Lui vuole soltanto aiutare sua madre, e crede di poterlo fare tramite me. E io non ho fatto altro che rifiutarlo non considerando il fatto che si fosse presentato a casa mia per bisogno, un bisogno importante. Sua madre. Non vuole neanche farlo, eppure lo fa. Per sua madre.
Mi faccio già schifo per quello che sono diventata, dovrei perlomeno limitarmi ad essere d'aiuto per gli altri. Da quando in qua faccio questi assurdi pensieri?
<<Sei arrivato a tanto. Vuoi la mia compassione >> perché le mie parole non coincidono con quello che penso? Perché devo sempre distruggere tutto.
<< Non mi interessa se si tratta di compassione. >>
<<Mando qualcuno ad aprirti la porta, ci tengo ai vetri delle mie finestre>>
<< Quindi è un si?>>
STAI LEGGENDO
IMAGINE
RomanceSe Benny Turner non avesse attaccato quel volantino sulla bacheca della biblioteca della scuola, Mae Watson sarebbe rimasta il fallimento di se stessa. Se Mae Watson non avesse accettato quella proposta, Benny Turner non avrebbe mai imparato a veder...