BENNY -7 -

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Sono sdraiato su un letto con delle lenzuola di flanella rosa, emanano un odore di pulito. E' il letto di Susan. Sono qui che fisso il soffitto e invece di pensare al corpo di Susan caldo intorno alle mie braccia...

<< Ti sono mancata?>> mi sussurra.

Io penso alle dita di Mae, penso al mondo in cui le aggroviglia sulle corde del suo strumento, e a come le ha ridotte subito dopo. Mi domando se fosse davvero un modo per sentirsi viva,o semplicemente voleva punirsi.

<< Ehi...casa chiama Benny, tesoro ci sei?>>

<<Mmm...si, scusa>>

<< Ultimamente sei distratto>>

Veniva nella nostra scuola, eppure non l'ho mai vista. Ma quel suono...sarà lei?

<< Benny?!>>

<< Ehi...ehm, scusa. Sono un po stanco in questi giorni, sai il coach mi sta facendo pressioni, in più ho mia madre di cui occuparmi,e il lavoro si aggiunge anche >>

<< Stai facendo ancora lezioni ? >>

<< Si Susan, lo sai che ho bisogno di soldi >>

<< Sai bene che potrei darteli io, non serve che tu vada a perdere il tuo tempo a fare lezioni ad una cieca, ti starà risucchiando l'anima non è così?>> sbatte gli occhi velocemente alla fine.

<< Non prenderò i tuoi soldi Susan. E...>> quel suo modo di parlare mi ha stranamente infastidito << non parlare senza sapere >> aggiungo.

<< Cosa vuoi dire?>> si alza su un gomito.

<< Non parlare di lei senza sapere in che condizioni si trova >>

<< Perché ti interessi di cosa penso di lei ? Non dirmi che...oddio...ti piace?>>

<< Okay Susan la questione finisce qua. Anzi, credo che è meglio che io vada >> mi alzo senza pensarci troppo e infilo le scarpe.

<< Va pure, non mi importa. Tanto tornerai. Tutti lo fanno prima o poi>>

Non replico neanche ed esco da quella casa. A volte mi domando perché ho iniziato a frequentarla, be, Flanny direbbe che non c'è un motivo preciso,ma solo per una questione di necessità, sai com'è per noi ragazzi. Quando torno a casa la mamma è sul divano con le gambe stanche che cercano un po di sollievo, mi siedo accanto a lei, sollevandole le gambe e inizio un massaggio per darle sollievo.

<< Grazie, ne avevo bisogno >> sospira.

<< Si, ma non ti ci abituare troppo >> sorrido.

<< No, solo un pochino >> mi schiaccia l'occhiolino.

Restiamo così,con una musica lenta di sottofondo che proviene da un vecchio gira disci della nonna.

<< Mamma>>

<< Mmm>>

<< C'è un mio amico, che ha conosciuto una ragazza, un po particolare.>>

<< Particolare in che senso?>>

<< Be...lei non ci vede,ecco. Ma approcciarsi a lei è un po complicato,sai è sempre distaccata, sembra che voglia prenderti a cazzotti ogni volta che le parli, la sua lingua è tagliente, gli viene voglia di mollarla la, poi però cambia idea non appena...resta in silenzio e la osserva, perché si nota lontano un miglio che c'è dell'altro,e che quella non lei >>

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