BENNY - 5 -

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Non ha risposto, ma credo di avercela fatta. Cazzo, che fatica, sono tutto sudato, sembra che io abbia corso la maratona di New York. Questa ragazza è fortemente testarda.

<< Come hai fatto?>> Loris apre la porta dandomi il benvenuto così.

<< Fortuna...credo >>

<< Wooow >> sbarra gli occhi << non ti accompagno meglio se vai solo, preferisco non intromettermi nella sua decisione >> dice.

Annuisco e inizio a salire le scale.

<< Benny...>> dice Loris da sotto << cercherà di allontanarti >>

<< Lo so >> sorrido.

Arrivo nuovamente davanti la sua porta "Qui riposa in pace Mae", stavolta con una consapevolezza diversa. Dietro questa porta troverò una ragazza confortata dal suo cane e nient'altro. Troverò il buio, parole taglienti e un corpo minuto, dei capelli corti e una bocca che non sorride. L'unica cosa che non troverò sarà il suo sguardo.

Busso ed entro, varco la linea.

<< Dobbiamo stabilire delle regole >> è la prima cosa che dice quando alza la testa. Il cane mi fissa in silenzio rimanendo ancorato alla gamba della sua padrona. Lei è in piedi al centro della stanza. Oggi indossa un cerchietto rosso, sembra una biancaneve in formato giapponese. I suoi occhi sono chiusi, ma ha le braccia conserte e la gamba destra leggermente in avanti come se fosse infastidita o forse è semplicemente una forma di difesa.

<< Sono io il professore, le regole dovrei stabilirle io>> non posso vedere i suoi occhi, ma sta facendo una smorfia con la bocca, probabilmente se li avesse aperti li porterebbe verso l'alto.

<< D'accordo scherzavo. Volevo solo...cercare di socializzare >>

<< Prima regola io non socializzo >> risponde. Il cane si accoccola tra le sue gambe.

<< E' una regola assoluta o credi che potrebbe divergere prima o poi?>>

<< Seconda regola: devi arrivare in orario >>

<< Non discuto su questo >> accetto annuendo, anche se non ha molto senso, visto che non può vedermi.

<< Terza regola: non si istaurerà nessun rapporto di amicizia tra noi due, una volta raggiunto l'obiettivo che consiste nell'evitare di farmi bocciare, le nostre strade si divideranno, non ci saluteremo neanche per strada...ah...in ogni caso io non potrei vederti, quindi sarai tu a non salutarmi!>>

<< Dovrei ignorarti? Non credi che sia una regola troppo drastica?>>

<< Prendere o lasciare >>

<<Tsk! Non mi pare di avere molta scelta >>

Mi indica di sedermi in una delle due sedie vicino alla scrivania, lei sceglie quella a dondolo.

<< Bene >> dice.

<< Bene >> mi sto riggirando i pollici non sapendo cosa dire, anzi ora che ci penso, come dovrei fare per spiegargli un esercizio o peggio ancora scriverlo? Merda. Non avevo considerato per niente questa situazione.

Lei accavalla le gambe << si lo so. Stai entrando nel panico. Perché non sai come fare ora che sei qui>>

<< Non sono nel panico>>

<< Il tuo respiro è accellerato, lo sento. Sai...è proprio vero quella stronzata che i ciechi sviluppano gli altri sensi in maniera più sottile. Sai a volte mi sembra di essere diventata un vampiro>> la sua voce è stranamente inquietante.

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