THE END part. 2

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Brooke's P.V.

Ho paura.

Non ho mai avuto così tanta paura, nè quando sapevo di dover combattere nè quando Alex mi ha attaccato.

Forse perché non avevo preso seriamente in considerazione l'idea di morire.

Mi volto verso mio padre, è girato verso di me. Mi guarda dritto negli occhi.
Ha paura, ha paura anche lui.
Ha paura per sua figlia? Per se stesso? Per il piano?
Non lo so.

Ho sempre odiato non sapere le cose.

- Come ti chiami? - La mia voce esce rauca, come se non parlassi da giorni.

Mi guarda stupito, non si aspetta questa domanda.
Sembra riflettere, forse aspettandosi un secondo fine. Non lo trova così mi risponde.

- Klaus. -

In una lingua sconosciuta da ordini agli uomini che sono sbucati dalla foresta.
Alcuni annuiscono, altri si spostano come se fossero robot.

Tutti voltati verso di me.
Tutti con due globi nelle mani, uno di fuoco e uno di ghiaccio.

Due elementi.
Due elementi in una sola persona.

Dio! Mi sembra di impazzire!
Inizia a farmi male la testa, due martelli mi colpiscono ripetutamente le tempie.

Cado a terra, sulle ginocchia.
Accarezzo l'erba illuminata dal sole, potrebbe essere l'ultima volta che la vedo.
Sorrido chiudendo gli occhi, le lacrime iniziano a sgorgare, come se qualcuno avesse aperto un rubinetto chiuso per troppo tempo.

Qualcuno urla, poi il buio.

***

Sono di nuovo sulla lastra di ghiaccio, le pozzanghere sono molto più grandi della scorsa volta.

In lontananza due figure sembrano discutere.

- Lei è mia! Ha il ghiaccio dentro di se! Lei ha PAURA di te! -
Jenak sembra sputare le ultime parole in faccia al suo interlocutore.

È un ragazzo poco più grande di me, gli occhi sono neri e i capelli color cenere sono tutti scompigliati.
Indossa una maglietta e dei jeans scuri, i suoi piedi non toccano la lastra di ghiaccio su cui camminiamo io e la mia fondatrice. Strano.

- Emh, disturbo? -
Dico schiarendomi la voce.

Il ragazzo sembra trasformarsi: i capelli gli diventano fiamme, gli occhi diventano rossi e gli compare un medaglione in cui è incastonata una pietra ( credo ) rosso acceso.

Jenak, con una velocità che credevo non avesse, mi si mette davanti.

- Rares, sei nel mio elemento. Ti avverto. -
Vedo i capelli del ragazzo che si spengono, gli occhi, però, rimangono rosso acceso.

Aspetta in attimo.... Rares! Quel Rares?

Lo guardo dritto negli occhi, non mi sarei mai aspettata di vederlo dal vivo.

- Tu sei Rares? Quel Rares, quello dei grandi quattro? -

- No, guarda sono Grande Puffo! -
Beh, almeno è un tipo spiritoso.

- Emh... Jenak... Io... Mi hanno... -
Sussurro imbarazzata.

- No Brooke, non sei morta. Di questo puoi starne certa. -
Mi rivolge un piccolo sorriso, noto solo ora che la pietra incastonata nel suo diadema brilla di una luce azzurrina.

- Questa Brooke è la mia Essenza. - Dice accarezzando la superficie perfettamente liscia. - Non provare a decifrare l'origine del materiale in cui è racchiusa perché nemmeno io la so.
Ogni fondatore ne ha una, come puoi vedere. - Il dito indica il medaglione al collo di Rares.
- È costantemente fuori dal nostro corpo per permetterci di avere un potere... illimitato. -
Mi fa l'occhiolino, come se fosse un segreto noto a pochi.

- Ehm... Là fuori è in atto una guerra, vorrei ricordarvelo! -
La voce di Rares, che sto incominciando ad odiare, interrompe le chicchere tra me e la fondatrice.

Mi volto verso di lui con uno scatto.
- Una guerra che si sta svolgendo grazie a te, vorrei ricordartelo. -

Questo almeno sembra zittirlo.

- Spiega. E vedi di essere chiaro. -
Jenak ha un tono autoritario, sembra quasi sua madre.

- Gli uomini con due elementi non dureranno al lungo, noi siamo previdenti. A meno che non sia un.... fatto genetico nessun corpo può sopportare più di un potere. Nemmeno noi ce la facciamo... non nella Terra almeno, così ci rifugiamo in questo mondo, diviso equamente in quattro parti ognuna con un capo, un castello e servitù varia. Controlliamo il vostro mondo, teniamo d'occhio potenziali minacce. Robe così.
Poi sei arrivata tu. -
Mi guarda con gli occhi sempre rossi.
- La prima, in migliaia di anni con due poteri. La notizia si è diffusa e un certo Klaus ha pensato di volerti nel suo piccolo esercito. Non pensare che noi fossimo completamente estranei alla faccenda. Jenak ha un po' esagerato nel chiamarti qui, nessuno ne esce illeso. -

- Gli incubi che facevo? - Tento di indovinare altrimenti starei con la bocca spalancata.

- Si, non ero io. Non vi farei mai del male. Sento il mio potere dentro di te, sei come una sorella.
Non posso farti del male.
Non voglio farti del male. -
Gli occhi ritornano al loro colore normale.

- Perché il resto del clan ha fatto gli stessi incubi? Perché proprio sul fuoco? -

- Questo mondo, per voi umani, porta alla luce le peggiori paure ( il branco è stato contagiato da te ). La tua è quella di non potermi controllare, quella del Clan di non riuscire a sconfiggermi. -
Fa un sorriso spento, forse è stufo di fare la parte del cattivo.
Noto una voglia sul lato destro del collo.

Un Dio non dovrebbe avere imperfezioni.
A meno che lui non sia un Dio.

- Tu eri un ragazzo come me vero? -
Faccio fatica a trattenere le lacrime.

- Ci hanno scelto Brooke. Non so' chi ma
lo hanno fatto. In noi scorrono tutti e quattro i poteri ma ne esercitiamo solo uno per... non impazzire, sai? Quello che invece è successo a mia madre quando mi hanno strappato dalle sue mani, appena nato. Magia. Dolore. Anche gli altri lo hanno dovuto subire ma non a 17 anni.
Jenak mi ha cresciuto come un figlio ma mi rispetta come un suo pari e io gliene sono grato. Klaus ti vuole come alleata, sa che i suoi piccoli giocattoli non dureranno al lungo. Sarà cattivo ma purtroppo non è stupido. -
Sembra essersi tolto un peso.

- E... E lo scudo? Come ha fatto? -
Sussurro cercando di non cadere, ha iniziato a farmi male la testa.

- Quello è colpa mia. Mi ha attirato con l'inganno sulla Terra e mi ha fatto creare lo scudo, diciamo che l'ho modificato in modo che si esaurisse dopo un po'. -
Sembra dispiaciuto del fatto di averlo creato.

- Sei stato bravo Rares. Grazie. -
Mi tocco la tempia destra. Dio che male.

- È ora di tornare a casa. -
Mi dice Jenak poggiandomi una mano sulla spalla.

Mi avvicino a Rares e lo abbraccio.
- Ci rivedremo? -
- Non lo so Brookie. Questo non lo so. -
Mi chiama con lo stesso soprannome che usava mia padre quando mi cercava per casa.
Gli sorrido e mi volto verso Jenak.

- Grazie Jenak. Per tutto. -
Mi sorride e mi scompiglia i capelli.

Faccio apparire la mia Essenza e, sotto mio ordine, si divide a metà.

Una parte di ghiaccio.
Una di fuoco.
Come lo YIN e lo YANG.

Faccio l'occhiolino ai miei due discendenti.

- Siete proprio una bella famiglia. Una bellissima famiglia. -

Potrei dirti il mio segreto... ma poi dovrei uccidertiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora