Natalie
Mi dirigo verso casa a passo svelto, ho un freddo terribile e la pelle d'oca a causa dei vestiti zuppi. Sicuramente avrò un'aria ridicola conciata così, ma non mi interessa un granché. La mia testa è affollata da mille pensieri: non ci posso credere, sono anni che ho perso le mie capacità, come mai sono tornate?
Ma soprattutto, tra tutti i fantasmi che potevo vedere perché me ne è capitato uno così stupido. E pure un po' maniaco, a giudicare da come mi mangiava con gli occhi.
Mi sembra di sentire ancora quello strano formicolio causato dal suo tocco. Anche se così non si può definire, dato che le nostre mani si sono attraversate.
Quegli occhi nocciola così intensi, all'inizio mi è parso di vederci tanta confusione e sconforto. Ho sentito quelle emozioni, chiare e forti dentro di me per un attimo, poi si è rivelato per quello che è...
Un deficiente ecco cos'è!
Con quel sorriso beffardo, come a prendersi gioco del fatto che sono caduta in acqua a causa sua. La maglietta nera leggermente aderente e le spalle larghe, che mettevano in risalto il suo addome tonico e scolpito, ma che sto facendo?
Non posso pensare a quel decelebrato mentale in questo modo! Sarà sicuramente ancora l'effetto dell'erba , sì è proprio così.
Con questa convinzione a accompagnarmi, sono arrivata alla porta di casa. Appena apro la soglia, mi trovo davanti l'ultima persona che volevo vedere conciata così: mio padre.
Noto immediatamente dal suo sguardo accusatorio che non si mette proprio bene per me, avrà notato i miei vestiti fradici.
Non faccio in tempo a dire «Ciao, Richard.» che la sua espressione muta in una maschera di rabbia. Lo capisco dalle piccole increspature che gli si formano in fronte, non posso fare a meno di trovarle buffe.
«Natalie Hamilton, ormai ti basta mezza giornata da sola per combinare guai? Esigo subito una spiegazione sembri una stracciona! Cos'hai combinato per ridurti così?»
«Non ti devo spiegare proprio niente. Se volevi sapere qualcosa della mia vita avresti dovuto interessartene molti anni fa, invece che pensare solo al tuo lavoro.» Rispondo sul piede di guerra.
Vedo la sua espressione, che per un attimo sembra distendersi, diventare quasi triste, ma torna subito più dura e accusatoria di prima.
«Se mi sono concentrato così tanto sul lavoro è stato per poterti offrire questo stile di vita, gradirei un minimo di riconoscenza da parte tua.»
«A me non interessa tutto questo. Sei tu quello che ama ostentare la sua ricchezza, non lo hai ancora capito? Mi sarebbe semplicemente bastato che fossi stato più presente, e forse non saremo arrivati a questo punto», dico guardandolo dritto negli occhi, «Magari, ora ti avrei già raccontato ciò che mi è successo oggi, ma invece non è così e non succederà mai, perché siamo diventati due perfetti sconosciuti»
Con le lacrime che scorrono lungo il viso, gli sputo in faccia le ultime parole con disprezzo. Per poi correre a chiudermi in camera mia sbattendo la porta.
Sono troppo provata per poter restare ad ascoltare le sue prediche. Tanto non gli va mai bene nulla di ciò che faccio, che senso ha intavolare un discorso con lui, se mi si para davanti un muro?
Non potrei mai raccontargli ciò che è successo, lui è così cinico… Non come mamma, lei sì che mi avrebbe capita.
Tolgo i vestiti che ormai si stavano asciugando addosso, per farmi una doccia. Il getto d'acqua calda, a contatto con la pelle, in breve tempo distende i miei nervi. Provo a non pensare a tutto ciò che è accaduto: è decisamente troppo tutto insieme il ritorno dei miei poteri mi tormenta, così come il pensiero di quel misterioso ragazzo e per finire quello che è successo con Chandra.
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I see you (IN REVISIONE)
ParanormalNatalie Hamilton sa di essere diversa dalle altre ragazze. Il suo dono l'accompagna da quando era una bambina, o almeno fino alla morte prematura di sua madre, quando lei era poco più di un'adolescente. Ora si ritrova sola, senza l'amore e la compre...