Tobias
Le urla dei tormentati che vagano per l’ospedale fanno venire la pelle d'oca. Siamo chiusi dentro una stanza che puzza di fetido, e la faccia di quel mostro non vuole lasciare la mia mente.
La voglia di prenderlo a pugni è tanta, ma c’è altrettanto dolore nell'averlo rivisto.
Mi lascio andare contro il muro, sedendomi a terra.
Troppi ricordi stanno venendo a galla e non riesco a cacciarli via. Chiudo gli occhi. Le urla di mia mamma mi stanno spaccando i timpani, la puzza di alcol mi soffoca, la pelle brucia e sento la fibbia della sua cintura lacerarmi la pelle: fa così male… A un tratto sento qualcosa scuotermi.
«Tobias, guardami.» Natalie è qui, come ho fatto a scordarlo! Riapro gli occhi e lei è inginocchiata davanti a me, con il viso preoccupato. Mi fissa con i suoi occhi curiosi, cercando di capire cosa io stessi facendo.
Mi rialzo da quel pavimento lercio tirando su con me anche lei, ma sfiorandole il braccio sento uno strano rigonfiamento. Dannato stupido che sono! Ero così concentrato a lasciarmi sopraffare dalle mie paure, che non ho notato le sue ferite.
Il suo corpo è un vero e proprio campo di guerra. Lividi violacei ricoprono gran parte delle braccia, alternati da graffi orrendi. Il suo vestito strappato lascia intravedere una fasciatura di fortuna ricoperta di sangue sul ginocchio. Vedere quella sua pelle delicata e candida come quella di un angelo ridotta in quel modo mi fa stringere il cuore, un forte dolore si propaga nel mio petto.
Il senso di colpa mi attanaglia la gola al solo pensiero di quanto dolore abbia subito per venire fino a qui da me, per venire a salvarmi.
La prendo in braccio senza neanche lasciarle il tempo di replicare.
«Tobias, che diavolo stai facendo? Mettimi giù!»
Avvinghia le sue esili gambe attorno al mio bacino, la porto fino al lettino e la metto a sedere sopra.
Mi guarda con quegli occhioni da cerbiatta e le guance rosse dall’imbarazzo, coprendosi le gambe con i rimasugli del vestito logoro.
«Hai frainteso, ehm non, io non…» Sembra un disco rotto, mi sà che non ha capito proprio nulla.
«Ma che pensi, testa dura. Secondo te io voglio fare sesso in questo postaccio? E poi ci mettiamo pure a fare un porno dell’orrore che dici? Se vuoi ti cerco un vestitino da infermierina zombie, sicuramente diventeremo famosi» la vedo stringersi nelle spalle come per farsi piccola, piccola, «Ma non pensi che ci sono posti migliori dove ti porterei per le nostre effusioni d'amore? Tipo nel mio letto che ne pensi?» Muovo le sopracciglia in una mossa di ammiccamento per enfatizzare di più il concetto.
per ricambiare il mio pensiero sconcio mi dà uno scappellotto.
«Sei proprio uno stupido, Tobias.» dice con il broncio stampato in viso.
Anche se subito dopo non riesce a trattenere una risata, solleticandomi l'anima con quel dolce suono.
Percepisco la sua felicità e istintivamente mi metto a ridere anche io, è meravigliosa, il suo sorriso mi scalda. Anchei in questi momenti così brutti lei è tutto quello che mi serve per stare bene.
Cogliendomi alla sprovvista, mi fa una domanda a cui non so se ho il coraggio di rispondere: «Ho visto come guardavi quell’uomo. non mi puoi mentire, Tobias, io sento tutto quello che provi. Sento le tue paure, la tua tristezza, le tue angosce. Quindi ora parlami, tu lo conosci vero?» Osservo il suo volto mutare mentre mi fa quella domanda, da sereno diventa contratto, teso. Cadiamo in un silenzio angosciante, la suo postura è rigida come se fosse sulle spine.
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I see you (IN REVISIONE)
ParanormalNatalie Hamilton sa di essere diversa dalle altre ragazze. Il suo dono l'accompagna da quando era una bambina, o almeno fino alla morte prematura di sua madre, quando lei era poco più di un'adolescente. Ora si ritrova sola, senza l'amore e la compre...