Capitolo 12

1.2K 34 8
                                    

Dopo neanche un'ora arrivammo all'aeroporto della Pennsylvania. Controllai l'ora e vidi che erano già le 11:47pm e notai anche una decina di chiamate perse da mia madre ed Harry.

"Va tutto bene?" mi chiese Zayn notando che mi ero fermata di botto. Aprii il retro del telefono e tolsi la batteria buttandoli noncurante nella borsa

"Decisamente" gli sorrisi tranquilla.

Una macchina ci portò alla grande casa che aveva affittato Zayn: la facciata era di un giallo acceso, all'interno le pareti erano di un grigio chiaro, un enorme salotto si presentava all'entrata, con un divano soffice di pelle gialla, un tappeto di pelliccia e una grande televisione posizionata sopra un finto camino. Sulla sinistra c'era una piccola cucina e sulla destra una camera da letto. Un enorme letto matrimoniale, con coperte di seta di un bianco immacolato che specchiavano la luce della luna, una grande scrivania era posizionata di fronte al letto e sulla sinistra c'era una parete ricoperta di specchi. Sul lato destro c'era un armadio e una porta che portava ad un piccolo bagno.

"Ti piace?" mi disse trascinando le nostre valigie in camera

"Sarebbe stato perfetto anche un buco di appartamento, pur di stare insieme a te" ci baciammo dolcemente accarezzandoci il viso.

"Dovrei farmi un bagno, ho ancora la vernice addosso" dissi arrossendo

"Anche io " alzò la maglia mostrandomi le tracce di lilla che aveva sugli addominali.

Dopo un lungo bagno insieme ci mettemmo a letto, dormendo abbracciati.

Il giorno successivo mi svegliai non riuscendo a respirare, durante la notte ero finita con la testa sul petto di Zayn e il calore che emanava il suo corpo mi faceva mancare l'aria. Mi alzai dal letto e guardai la piccola sveglia sul comodino: 2pm.
Non avevo mai dormito così tanto, ma guardando il moro avrei giurato che avrebbe dormito anche per tutto il giorno.

"Perchè mi fissi?" sorrise con gli occhi ancora socchiusi. Questi erano i momenti che non avrei mai voluto dimenticare: quelli in cui apriva dolcemente gli occhi per esaminava il mio corpo, mentre dei lievi raggi di sole pomeridiani gli puntavano sul petto, inumidì le labbra secche per poi tirarsi su verso la testiera. Era capace di occupare un'intera stanza con quell'aura di bellezza che lo circondava, e il mio cervello era ancora incredulo del fatto che esistesse davvero.
Decisi di andarmi a mettere a cavalcioni su di lui e di baciargli il collo, iniziò a prendere respiri profondi e mi accarezzò la schiena. Mi stesi su di lui, adesso baciando la sua guancia. Con un braccio mi strinse la vita e mi attirò a sè, per poi, con un movimento deciso, invertire i posti. Si manteneva con le braccia sul materasso per non pesarmi, unì le nostre labbra e le lingue subito iniziarono a cercarsi. Ci staccammo, guardandoci negli occhi, entrambi volevamo dire qualcosa ma non sapevamo bene cosa dire, o meglio, lo sapevamo ma eravamo entrambi spaventati di dirlo oppure aspettavamo che lo dicesse prima l'altro.
Le parole non uscivano così decise di cambiare discorso.

"Andiamo al parco, prepariamo dei panini e mangiamo lì" annuii lievemente per poi alzarmi con lui.

Camminamo per una decina di minuti, trovando una villetta molto carina.
Ci sedemmo sull'erba e, dopo che lui ebbe posato la pesante custodia della chitarra a terra, mangiammo.

"So che conoscevi mia madre" dissi d'un tratto concentrandomi sul panino 

"Te l'hanno raccontato allora" mi ero ripromessa di non parlarne durante tutto il viaggio, ma prima o poi sarebbe dovuta uscire fuori quella storia quindi meglio farla finita subito.

"Non pensavo che tua madre fosse la donna che frequentava mio padre. Pensavo che un giorno avrei incontrato i tuoi per un motivo più allegro" sorrise e lo feci anche io, pensando che involontariamente aveva confessato che avrebbe voluto conoscere i miei genitori.

"Tua madre? Non la vai mai a trovare?"

"Dopo la morte di mio padre, è tornata a Bradford. All'inizio ero stracarico di lavoro e quindi usavo quella come scusa per non andare da lei, ma col tempo il lavoro è diminuito e ho capito che semplicemente non volevo. Quando presi in mano le aziende di mio padre lei scappò, senza aiutarmi neanche per un secondo. Non mi chiama neanche più da allora" sentii un briciolo di sconforto nella sua voce e mi avvicinai per accarezzargli la schiena.
Prese la chitarra e se la posizionò tra le braccia.

"È arrivato il momento di cantarti qualcosa" disse cercando di chiudere l'argomento e lo assecondai.

"All'aria aperta così se stoni lo noterò di meno?" poggiai il mento sulla sua spalla e sentii il suo corpo vibrare mentre rideva.
Le sue dita iniziarono a muovere le corde sapientemente, facendo partire una melodia lenta"

(Last First Kiss - One Direction)
"Baby I, I wanna know
What you think when you're alone
Is it me? Yeah
Are you thinking of me? Yeah
Oh, we've been friends now for a while
Wanna know, that when you smile
Is it me? Yeah
Are you thinking of me? Yeah
Oh, oh

Girl, what would you do
Would you wanna stay?
If I were to say

I wanna be last, yeah
Baby let me be your
Let me be your last first kiss
I wanna be first, yeah
Wanna be the first to take it all the way like this
And if you only knew
I wanna be last yeah
Baby let me be your last
Your last first kiss"
Ascoltai la sua voce e rimasi stupefatta quando decise di fare qualche acuto durante il pezzo, senza stonare neanche di poco.

"Questo è tutto. Non l'ho più continuata" disse facendo sfumare il suono della chitarra, chiudendo la canzone.

"Non pensavo fossi così bravo, un giorno dovresti far sentire al mondo il tuo talento" lo abbracciai da dietro annusando il suo profumo.

"Forse, per il momento canterò solo per te" quel commento mi fece arrossire e lo ascoltai cantare un'altra canzone.

Eravamo stesi sull'erba da un po' quando notammo che stava iniziando a farsi sera.
Balzai in piedi aggiustandomi il morbido vestito arancione, seguita da lui.
Rimise sulle spalle la chitarra ed intrecciò le sua dita con le mie, quel gesto improvviso mi fece scoppiare il cuore. Solitamente mi prendeva la mano per trascinarmi a ballare o per improvvisare una fuga nel bel mezzo di un evento, ma stavolta non era per nessuno dei due motivi, lo fece solo per avere un contatto intimo anche mentre camminavamo come se aspettasse solo che le nostre mani si fondessero insieme per non poterci separare più.
Rientrati in casa decidemmo di guardare un film ma, arrivati a metà, non riuscii più a seguirlo poichè, mentre eravamo stesi sul divano, la sua bocca iniziò a succhiarmi il collo e mi mise una mano nell'interno coscia. Salì lentamente fino alle mutandine toccandomi i genitali da sopra il tessuto mentre io portai una mano sul suo pacco stringendolo piano ripetutamente.
Cominciò a baciarmi la schiena e sentii la pelle d'oca arrivare fino alla testa ed istintivamente gli strinsi una coscia con le unghie quando mi passò la lingua umida sulle spalle.
Ci alzammo e le nostre labbra si scontrarono in un bacio appassionato, mentre ci avvicinavamo ad occhi chiusi verso la camera da letto.    
 

The stylist • Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora