Capitolo 2

812 27 0
                                    

Come era successo? Perché si trovava a ridere alle sue battute non dovendo fingere? Se ne accorgeva poco dopo averlo fatto. Si risvegliava quasi subito da quel sortilegio, quasi spaventata dalle conseguenze. Il pensiero che potesse succederle la stessa cosa accaduta a Monica la torturava. Denver le aveva salvato la vita, risparmiandole la morte che porprio Berlino le voleva riservare. Non c’erano che parole positive per il giovane rapinatore e non sembravano espresse da una donna raggirata.

“Oggi hai qualcosa di diverso” le disse osservandola attentamente. Che avesse capito?

“Ho messo il rossetto” rispose prontamente per concludere il discorso.

“ Somigli molto a mia madre. Era bellissima” disse lanciando un pezzo di legno nel falò. Lo disse assorto e quasi subito sembrò reprimere il pensiero e voler riprendere la sua aura da uomo dall’animo imperturbabile…Privo di emozioni.
Cosa sapeva Ariadna dell’uomo che aveva davanti? Delle sue origini e la sua vita? Nulla. Le parlava  spesso dei suoi viaggi ma mai nei dettagli: “Informazioni riservate” diceva.
Sapeva fosse stato sposato e si chiedeva sempre se le altre sue metà fossero state costrette oppure si fossero veramente innamorate di lui. La possibilità le sembrava sempre remota, ma forse nel tempo era cambiato. Chissà come sarebbe stato conoscerlo a vent’anni. Probabilmente con le altre aveva sfoggiato il suo lato più sensibile, le aveva attratte con la sua intellligenza e savoir fair.

“ non mi parli mai del tuo passato” chiese istintivamente e subito dopo se ne pentì.

“tu neanche”

“Sai tutto di me”

“ Oh io non credo proprio. Credo tu sia tutt’altro rispetto a quello che mostri” disse guardandola con lo sguardo profondo di un uomo che semrbava provare veramente curiosità. “ma va bene così. È nel mio interesse” concluse laconico. Voleva una bambola e questo aveva ottenuto. Inizialmente aveva sperato che si innamorasse follemente di lui, sarebbe stato meraviglioso diceva. Lei però non era mai stata in grado di fingere a tal puntoe aveva sempre sviato l’argomento. O così o niente e lui lo sapeva.
Quella sera il cielo sembrava essere più vicino e le stelle, quasi ad un palmo dal naso. Una sera che si sarebbe potuta ritenere romantica e Ariadna per la prima volta sembrava non sentire quel peso sul cuore che la accompagnava sempre. Andres si alzò per mettersi dietro di lei, appoggiò il mento sopra la sua spalla e ne respirò il profumo.
“Hai un profumo che adoro” disse baciandole l’incavo del collo e questa volta per lei sembrò quasi un’abitudine familiare.

“Voglio vederti nuda, alzati” disse in tono tra il dolce e l’autoritario.

“Alzati” la incitò. E lei lo fece, non era la prima volta che si trovava a soddisfare queste richieste. Indssava un vestito monospalla che cadeva morbido sulle sue forme accuratamente scelto Da lui. Ariadna ricordò il mercante di stoffa che glielo aveva venduto al mercato del paese in cui si erano fermati prima di arrivare sull’isola.  Era una giornata calda e ricordava ancora il senso di vuoto che provò girando tra quei banchi pieni si stoffe e colori. Sarebbe dovuta essere una lunga luna di miele secondo lui ma per lei si stava avvicinando l’inizio di un incubo. Un altro.
Si tolse il vestito davanti a lui, non provava più nessun tipo di imbarazzo nel farlo, anzi. Vedere i suoi occhi bramarla non le dava neanche più così tanto fastidio. Passavano dei giorni in cui neanche la degnava di uno sguardo, stava male e il sesso era l’ultimo dei suoi pensieri. Quando non stava da solo si addormentava sulle sue gambe sopito dagli antidolorifici. Dormiva per ore e lei era lì che lo guardava sognare e spesso avere anche incubi. Il viso gli si contraeva in una smorfia di dolore, non sapeva se fosse in parte anche fisico. Rimediava accarezzandogli dolcemente il viso, sembrava tranquillizzarlo.

“ Vieni qui” disse autoritario e lei si avvicinò obbediente. La baciò con passione passando la lingua ovunque. Ariadna decise di tentare di abbandonarsi quella volta e non le fu difficile. Presa dal piacere si dimostrò molto più partecipe e lui non sembrò disprezzare questa nuova intraprendenza. Il sesso era esperienza reciproca e solo in quel momento si rese conto di quanto fino a quel momento avesse fatto tutto da solo,e non per soddisfare il suo istinto da dominatore.
Vedendolo con gli occhi chiusi, in balia delle sue mani e della sua bocca provò una scarica di adrenalina e si giustificò dicendo che forse godersi quei momenti di puro istinto non era così sbagliato. Nessun sentimento di mezzo. Probabilmente stava giustificando un qualcosa a cui dare la vera risposta l’avrebbe solo mandata nella confusione più totale, ma non ci pensò in quell’istante. Fecero l’amore sulla spiaggia, sotto un cielo   testimone di un nuovo tipo di complicità.

Nonostante tutto - La Casa Di CartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora