ll giorno dopo Ariadna si svegliò nel letto da sola; fu strana come sensazione perché si era abituata negli ultimi tempi ad aprire gli occhi e vederlo accanto a lei.
Non era facile abituarsi all'idea che in un futuro, neanche troppo lontano, avrebbe dovuto addormentarsi da sola nel suo letto.
All'inizio di tutta quella avventura, che non chiamava più incubo, sarebbe voluta tornare alla sua vita subito ed ora era tutto diverso: pensare ad una giornata senza Andrès era difficile, quasi le faceva male.
Si alzò e lo vide seduto sul balconcino della loro suite intento a disegnare il panorama. Si fermò a guardarlo appoggiandosi allo stipite della porta e involontariamente si trovò a sorridere. Il Perché? Beh se lo chiese anche lei, ma non seppe darsi una spiegazione. Si sorride quando si è felici e forse quell' uomo seduto con una matita in mano la stava rendendo felice come non si sarebbe mai aspettata."Vuoi fissarmi per tutta la giornata?" Scherzò continuando a fissare il suo foglio.
"Non stavo guardando te, ma questa splendida città. Anche se fosse...ti da fastidio?"
"Mi darebbe fastidio se guardassi Roma e non me " continuò ma in quel momento era lui che stava con lo sguardo fisso altrove e non lei.
"Anche tu non mi stai guardando"
"Lo pensi tu. Ariadna i ladri hanno tre occhi" rise e voltò pagina del quaderno dove disegnava rivelando un altro disegno questa volta completato: era lei avvolta nel lenzuolo con i capelli sparsi sul cuscino; parte del seno era scoperta come anche la gamba destra. Aveva la mano sinistra vicino al volto, un'abitudine che aveva sin da quando era bambina. Il volto era sereno.
" È bellissimo" sospirò sedendosi e prendendo tra le mani. "Posso tenerlo?"
"È tuo" sorrise soddisfatto della reazione della ragazza. Quello che le piaceva di Ariadna era la sua capacità di stupirsi sempre, per ogni piccola cosa. Le persone la perdono nel tempo, mentre lei sembrava essere sempre come una bambina che scopre il mondo.
" Mi disegni spesso ho notato "
" Perché sei incredibilmente bella" lo disse ma non suonò come un complimento, ma come l'ammissione di un dato di fatto. "E la bellezza deve essere condivisa"
"Mi piacerebbe vedere tutti i tuoi disegni, anche quelli che hai fatto da giovane"
"Oh non ti perdi nulla, a 15 anni avevo un tratto pessimo. Sono molto migliorato" sbuffò ma lei sapeva che non poteva essere vero. Berlino era un perfezionista e si sa, per loro non è mai abbastanza.
"Fa lo stesso, mi piace capire come guardi il mondo"
Osservando i suoi disegni Ariadna aveva capito che quei tratti nascondevano la sua versione del mondo e questo la affascinava. Per lei Andrès era un mistero da svelare e vedendo i suoi schizzi lei, anche se per un momento, vedeva attraverso i suoi occhi."Vuoi sapere come ero da ragazzo?" Le lesse nel pensiero. Si era chiesta più di una volta come fosse stato a vent'anni. Vedendolo così sicuro di sé e tutto d' un pezzo, Ariadna si trovò a domandarsi se fosse un modo di essere o il risultato di un percorso.
" Sì"
"Un ragazzino arrabbiato con il mondo ed irascibile che aveva il bisogno di canalizzare le sue energie"
"Un adolescente tipo insomma" rise lei e lui la seguì
"Esatto." Disse e le porse la mano. " Sei troppo lontana, vieni qui" e la spinse a sé facendola sedere sulle Sue ginocchia.
" Tu invece Bimba, che adolescente sei stata?" Chiese mettendole una ciocca di capelli dietro le orecchie e baciandola sul collo delicatamente.
" Ho passato un' infanzia serena e una adolescenza un po' turbolenta. "
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Nonostante tutto - La Casa Di Carta
FanficE se Berlino fosse sopravvissuto alla rapina alla Zecca dello Stato?