Ultimo capitolo

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Nelle due settimane successive visitarono Parigi per poi volare dall'altra parte dell'oceano per vedere il Grand Canyon : Furono giornate perfette e felici.
Ariadna cercò di levarsi dal cuore i pensieri di cui parlava Berlino e pur con qualche difficoltà riuscì a tenerli fuori dalla porta, fino a quello che avrebbe ricordato come uno dei momenenti più brutti della sua vita: l'addio.
Avevano appena finito un safari e si stavano godendo una pausa, nulla avrebbe fatto presagire una tempesta.

"Le nostre strade si dividono da ora" disse tutto d'un tratto e Ariadna perse un battito.

"Stai scherzando?" avrebbe voluto dire altro ma nella sua testa la confusione impedì di formulare altro. Pensava che fosse un incubo e ad un tratto comicniò a far fatica a respirare.

"Ascoltami" disse e la fece sedere davanti a lui tenendole strette le mani improvvisamente fredde. "Ho passato la vita a fare lo stronzo egoista, non posso permenttermi di esserlo ancora...non con te" la guardò negli occhi e lei capì che non era la sola a soffrire. Stava avendo la risposta che da qualche tempo aveva cercato: non era la sola ad amare.
Fino ad allora aveva sempre avuto troppi dubbi non riusciti a fugare e le si chiarirono nel momento sbagliato: quando tutto sarebbe potuto cominciare e invece stava finendo.

"Lo sto facendo per te e un giorno lo capirai" quelle parole rimbombarono nella testa di Ariadna come se ovattate; pronunciate da una persona lontana chilometri.
Le si era appannata la vista e aveva abbassato la testa cercando di respirare e far cadere le lacrime che non era riuscita a trattenere.
Tutto ad un tratto provò un moto d'ira che sembrò ridarle la voce. Non poteva lasciarlo andare così, il solo pensiero era una lama.

"Non puoi decidere per me. Cazzo Andrés credi che ti lascerò andare proprio ora? Sei solo un figlio di puttana!" sputò con tale rabbia che per un momento lui pensò di ritornare sui suoi passi ma, guardando i suoi occhi rossi e le labbra gonfie dal pianto, pensò che non non avrebbe potuto farle ancora del male. Facendola rimanere vicina a lui fino alla fine l'avrebbe distrutta e non se lo sarebbe mai perdonato;
Se c'era una cosa che con lei aveva capito era che l'amore non è egoista.
Passare altri mesi insieme a lei l'avrebbe fatta legare ancora di più e vederlo morire le avrebbe solo dato un dolore troppo grande.
Non si poteva permettere un altro passo falso e, se solo quegli occhi non gli avessero toccato l'anima, si sarebbe pentito fino all'ultimo di averle fatto del male. Non poteva fare altro che chiederle perdono per un peccato che avrebbe ricommesso.

"Se puoi perdonami per tutto quello che ti ho fatto" disse mantenendo la compostezza che lo contraddistingueva, ma quella volta con molta fatica.

Ariadna a quelle parole non seppe cosa rispondere, era rimasta completamente attonita e dovette sforzarsi per riprendere a respirare regolarmente. Non si sarebbe mai aspettata quel discorso; a tutto avrebbe potuto pensare tranne che a quello che era appena successo. Tempo prima avrebbe reagito con gioia a quella decisione e avrebbe riso di fronte alle sue scuse...un'altra vita.
Alzò gli occhi e lo fissò pensando che probabilmente l'unica cosa non che gli avrebbe perdonato sarebbe stato quel finale, perché non si meritava di soffrire ancora...proprio quando stava imparando ad essere felice.

"Ti ho comprato il biglietto per un volo diretto a Madrid che parte questa sera. Ti farò avere tutti i soldi appena possibile" continuò rompendo il silenzo e Ariadna senti una lama al petto.

"Se pensi che accetterò quei soldi non hai proprio capito un cazzo di me" non poteva veramente aspettarsi che avrebbe accettato il denaro, era come se tutto quello che avevano passato non fosse significato nulla e non voleva che lo pensasse.
Aveva quasi dimenticato quell'assurdo accordo e non pensava ai soldi da quando aveva compreso di amarlo, forse anche prima.

"Sapevo lo avresti detto, ma accettali. Prendili come un regalo da parte mia; giraci il mondo e goditi la vita che ti meriti. Sapere che potrai farlo grazie a me sarà un privilegio. Te lo devo" ammise e non fu mai così sincero, voleva che vivesse una vita piena; la stessa che aveva avuto la fortuna di vivere lui e per cui doveva ringraziare anche lei. Desiderava pensare di averle lasciato molto più che un ricordo, ma altri da costruire nel tempo. Ci sarebbe stato in ogni suo passo.

Nonostante tutto - La Casa Di CartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora