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           POV'S ALESSANDRO.
"Simo, puoi portare questo piatto al tavolo numero 7 per favore? Michi e io dobbiamo andare un secondo di sopra; Sandro vuole parlarci."
Il mio amico annuisce e prende il piatto che ho tra le mani.
Ma cosa vorrà mai quell'uomo, nel bel mezzo di un servizio, tanto da volerci parlare in disparte.
Michi e io saliamo su per le scale; una volta arrivati di sopra, vediamo il maître, in piedi, davanti la grande vetrata della sala. Quest'ultima, affaccia su una montagna innevata.
Devo ammetterlo: da qui, c'è una vista mozzafiato!
Lo raggiungiamo e, appena ci vede, si gira verso di noi: "ragazzi, scusatemi innanzitutto per avervi interrotto, ma volevo discutere con voi di una cosa importante."
Io e il mio migliore amico, ci guardiamo perplessi; cosa vuole? Perché tutto questo mistero?
"Allora, come ben sapete, tra poche ore arriveranno i nuovi stagisti. Vi chiedo solo questo: concentratevi solo sul lavoro. "
Michi inizia a sbuffare mentre io, invece, sono più confuso di prima.
"Scusami Sandro, che significa?"
"Nel senso...niente ragazze, Alessandro." Afferma, severamente.
Ma sta scherzando? Per chi ci ha presi?
"Siamo liberi di fare ciò che vogliamo nel nostro privato, lo sai benissimo anche tu." Gli rispondo sconcertato.
Ora basta. Parla proprio lui? Che ha ancora la fede al dito ma, mentre è qui sopra a lavorare, convive con una donna addetta alle pulizie?
Sto cercando di controllarmi per non perdere il posto di lavoro, altrimenti, ora, la sua testa sarebbe sul pavimento.
Ognuno pensasse ai cazzi propri.
"Alessandro, come ti permetti? Cercate di fare quello che vi ho appena detto. Sapete bene che, questa volta, Bonamici non vi darà un'altra possibilità. Spero che abbiate capito a cosa mi stia riferendo."
In questo caso...ha ragione.
Appena siamo arrivati qui, dato che era la nostra prima esperienza lavorativa al di fuori della scuola, ci siamo lasciati un po' prendere la mano e...beh, diciamo che non ci siamo regolati molto con alcol e fumo. Siamo arrivati spesso a lavoro un po' ubriachi o fatti e, il direttore, ha tentato di rispedirci a casa. La situazione poi, è peggiorata con l'arrivo di Adele e Federica. Non abbiamo saputo controllarci e, infatti, avevamo segni su tutto il collo. Michi, ne ha tutt'ora uno.
Sandro, nonostante tutto, ci ha sempre difesi ed è grazie a lui se ora siamo ancora qui.
Bonamici, ci ha preso di mira ormai; sta aspettando un nostro passo falso per sbatterci fuori di qui.
Intanto, come "punizione", ci ha messo a lavorare al servizio delle colazioni, tutte le sante mattine.
Onestamente, non mi cambia molto; farei di tutto pur di non farmi licenziare. Mia madre e mia sorella, hanno bisogno di quei pochi soldi che guadagno; se oggi sono qui, è grazie a loro e non ho intenzione di deluderle.
Guardo Michi e vedo che ha la testa bassa; io, ormai, non so cos'altro dire.
"Bene ragazzi, potete tornare al vostro lavoro. Spero di essere stato chiaro."
Io e il mio amico annuiamo e, senza dirci una parola, torniamo di sotto.

Sono le 14:30 e abbiamo terminato il servizio.
Come ogni fine turno, tutti noi camerieri andiamo fuori a fumarci una sigaretta e poi andiamo al bar dell'albergo a bere un amaro.
Appena arriviamo lì, troviamo dietro il bancone Brando, un barista siciliano. È uno di quelli che, qui dentro, mi è più simpatico.
"Picciotti, perché quei musi lunghi?" chiede a Michi e me, indicando con la sua testa le nostre facce, non particolarmente allegre.
Il mio amico, dopo aver bevuto un sorso del suo amaro, sbatte con forza il bicchiere sul bancone: "lasciamo stare...non è giornata."
Lui, alzando un sopracciglio, gli risponde: "ah, ho capito...Sandro e i suoi soliti avvertimenti. Picciotti dai...lo sapete come fa...parla, parla, ma alla fine non fa mai niente."
"Sì e hai ragione, ma non possiamo sapere quando si stuferà di proteggerci. Può succedere anche domani. Quell'uomo è imprevedibile." Affermo, incazzato.
Non l'ho mai sopportato. Fa tanto lo spavaldo...ma è un uomo di merda, rude e...
Ok, ammetto che ultimamente anche io non mi sono comportato molto bene, però...ho comunque quasi 19 anni e lui ne ha 56, quindi...
Non credo che a quell'età sarò sposato; sono sicuro, però, che non farò quello che sta facendo lui ora.
Brando va a servire alcuni clienti mentre, Michi e io, decidiamo di ritirarci nel nostro appartamento.

Non ho mai amato le nocciole Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora