• Capitolo 3 •

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Mentre tornavamo a casa pensai a Hyungsik e a tutto quello che era successo.

Taehyung e Hyungsik si erano incontrati all'università di economia, non che al primo piacesse, ma era stato costretto per volere del padre.

Un giorno Taehyung lo portò a casa nostra, per giocare un po' alla play e presentarmelo. Eravamo in sintonia, stavamo bene. Decidemmo di incontrarci altre volte, come a dei semi-appuntamenti.

Due fidanzati e il terzo incomodo, solo che «il terzo incomodo» recepiva gli sguardi che gli mandavamo, eccome se li recepiva e li capiva benissimo.

Una cosa tira l'altra e, in qualche modo, finimmo per confessarci l'un l'altro e fidanzarci tutti e tre assieme. Era strano, per ognuno di noi, era nuovo, ma era tremendamente bello.

Passarono i mesi e tutto andava bene, perfettamente bene, troppo bene.

Poi, un giorno, mentre stavo andando a prendere Taehyung all'Università, lo vidi correre verso di me pieno di lacrime.

Entrammo in macchina e io sfrecciai verso casa. Appena arrivammo ci mettemmo sul divano e io lo coccolai fino a calmarlo, poi lui mi spiegò.

Hyungsik aveva raccontato a tutti — mentendo — che l'avevamo costretto a fare sesso con noi e che eravamo dei malati mentali, senza speranza.

Taehyung era stato espulso e perché? Per quel bastardo di Hyungsik che voleva soltanto usare i suoi soldi. Perché, sì, Taehyung era un figlio di papà.

Arrivammo a casa e io smisi di pensare a Hyungsik, dato che mi buttai stravolta sul letto.

Perché non in tre? | KookvreaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora