• Capitolo 9 •

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Io e Taehyung eravamo seduti in sala d'attesa. Entrambi un poco in ansia: non conoscevamo i genitori di Jungkook, non sapevamo neanche se fossero qui in Corea o da qualche altra parte, non sapevamo se andassero d'accordo.

I dottori non ci dicevano nulla, dato che non eravamo parenti e non potevamo mica dirli che eravamo in una semi-relazione a tre ancora in fase di sviluppo.

Avevamo spiegato la faccenda al padre di Taehyung, che — per fortuna — era molto aperto mentalmente, era arrivato in un lampo e adesso ci fissava con aria disperata.

Lui andò dai dottori e chiese per Jungkook, spacciandosi per il suo avvocato.

Ci disse che aveva qualche costola rotta, ma niente di troppo grave e che, al momento, era svenuto.

***

Passarono tre giorni. Tre giorni dove io e Taehyung morimmo d'ansia per Jungkook, che non voleva svegliarsi. I genitori di Jungkook non arrivarono mai, non dovevano essere in buoni rapporti.

Dopo questi tre giorni estenuanti, nei quali avevo dormito sì e no tre ore al giorno, l'ospedale ci chiamò per dirci che Jungkook si era svegliato.

***

Neanche dieci minuti dopo eravamo in ospedale. I dottori ci diedero il permesso di entrare per vederlo e io praticamente mi lanciai sopra di lui, mentre Taehyung chiudeva la porta.

"Ci hai fatto preoccupare, idiota" Borbottai, stritolandolo in un abbraccio e mettendo la testa sulla sua spalla.

Taehyung si mise dall'altro lato del letto e abbraccio anche lui Jungkook, che ci coccolò teneramente.

"Non fare più una cosa simile, Jungkook" Taehyung, con le lacrime agli occhi, si strinse di più a lui.

"L'ho fatto per proteggerti. A proposito, dovreste spiegarmi"

Sospirai e annuii, raccontandogli la nostra storia.

Perché non in tre? | KookvreaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora