• Capitolo 8 •

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Salii sull'auto assieme a Taehyung, andando verso la piazzetta fumante di rabbia e paura che Hyungsik rompesse qualcosa a Jungkook.

Il nostro ex doveva mantenere una distanza di almeno dieci metri da me. Io l'avevo denunciato — Taehyung non ne aveva avuto il coraggio — per diffamazione e il padre del mio ragazzo era un avvocato molto bravo nel suo lavoro, quindi era riuscito a ottenere questa restrizione.

Taehyung chiamò polizia e ambulanza, aspettandoci entrambi il peggio.

Arrivammo dopo poco e io scesi dalla macchina con tanta di quella adrenalina in corpo che credevo di poter distruggere il mondo con uno schiocco di dita.

Si era creato una specie di cerchio composto dalla gente che stava lì. Feci a spallate per superarli e percepii il sangue ribollirmi nelle vene. Jungkook, per terra, il volto tumefatto, sangue che scendeva dalle sue labbra, spaccate; un occhio bluastro.

Hyungsik era su di lui e continuava a riempirlo di pugni. Anche lui aveva qualche livido e gli usciva un poco di sangue, ma niente in confronto a Jungkook.

"HYUNGSIK!" Urlai con tutto il fiato che possedevo e lui girò la testa verso di me, sorridendo.

"Oh, da quanto tempo, [T/N]". Non gli risposi. Si sentirono le sirene della polizia e dell'ambulanza in lontananza. Sul mio viso si accese un sorriso, mentre quello di Hyungsik si spense.

Lui si alzò da Jung Kook e cercò di farsi spazio tra la gente, ma glielo impedirono.

I poliziotti arrivarono poco dopo e presero Hyungsik — Taehyung aveva spiegato tutto al telefono — invece l'ambulanza prese Jungkook, mezzo svenuto.

Perché non in tre? | KookvreaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora