Capitolo 1

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Dopo un altro sorso di analcolico alla frutta che le lasciò in bocca un gradevole sapore di fragole e l'ennesimo lungo sospiro rassegnato,Sole lasciò il bicchiere di carta azzurra sul tavolo disseminato di roba e giocherellando con i ricci castani capì che non ne poteva più.  Non aveva nulla contro le feste, anzi, le piacevano, solo che non erano per lei. Le piaceva stare in compagnia,ridere con gli amici, ma nelle giuste dosi. Era all'ennesimo party universitario e aveva perso di vista le sue migliori amiche, Lalla e Ele,da quasi un'ora, quando erano scivolate in pista accompagnate da due ragazzi appena conosciuti. Per loro era semplice, erano entrambe bellissime e spigliate. Lalla era selvaggia come la sua cascata di ricci rossi, piena di energia e con due dorati e caldi, "occhi da cerbiatta", come li definiva spesso Alex, il loro migliore amico, che aveva una cotta segreta per lei da anni. In più era alta e slanciata,molti ragazzi l'avrebbero definita sexy, viste le curve che si ritrovava e che le piaceva sottolineare con i suoi vestitini accesi e aderenti come per quella sera. Anche Ele era molto bella ma di una bellezza più tranquilla e delicata di quella di Lalla. Occhi celesti, capelli biondo oro corti sulle spalle, fisico da ballerina qual'era e un sorriso dolce e luminoso che attirava i ragazzi come mosche al miele. Ele era simpatica e sempre allegra ma anche riflessiva e molto dolce.  Sole si guardò intorno e proprio in quel momento le intravide in mezzo alla folla, riconobbe il vestitino celeste di Ele e la criniera biondo rossiccia di Lalla. Stavano ballando con i due ragazzi con cui avevano scherzato e flirtato tutta la sera , si divertivano senza problemi ne complessi, al contrario di lei. Per Sole non era mai stato facile socializzare con le persone, i ragazzi specialmente. Solo al primo anno di liceo Lalla e Ele erano riuscite a penetrare il suo guscio e a farla sentire parte di un gruppo , con loro ne aveva combinate tante. Ma quando si trattava di stare in mezzo a troppe persone lei cambiava, ritornava nel suo guscio, diventava invisibile, non riusciva a spiccicare parola e alla fine rimaneva in un angolo, come in quel momento. Stava pensando di allontanarsi da quel caos, quando un ragazzone biondo e sudato le diede uno spintone nel tentativo di afferrare una lattina di birra dal tavolo dietro di lei che spostandosi per marcarlo si ritrovò davanti un ragazzo con mezza testa rasata che le fece una linguaccia e agitò in aria le mani cercando di abbracciarla. Sole si scostò di colpo disgustata dalla puzza d'alcol che emanava e evitandolo decise di uscire da quella stanza. La festa si teneva a casa di uno studente, un certo Stefano, che lei non conosceva. Come capitava spesso il giovane aveva invitato Lalla sperando di conquistarla o almeno di concludere la serata in qualche modo e lei senza pensarci due volte aveva incluso le due amiche nell'invito. Sole avrebbe fatto a meno di andarci, avrebbe preferito rimanere a casa a leggere un libro o a guardare un film,ma Lalla non aveva voluto sentire ragioni ripetendole che non poteva sempre stare chiusa in casa a leggere libri, che doveva evadere e conoscere gente, le si era lasciata convincere e ora l'amica l'aveva lasciata in quella situazione. Angosciata si mordicchiò il labbro e si guardò intorno,pensando a come fare per sfuggire a quel caos. La casa era sulla spiaggia, proprio di fronte al mare, sarebbe stato bello uscire e goderne la calma e il profumo, la brezza che ti accarezza il viso. Così, accaldata e intontita dal fumo delle sigarette che annebbiava la sala, Sole si incammino tra la folla di giovani scatenati imperniati dal forte odore di sudore e di alcol. Il fumo le faceva bruciare gli occhi e la testa le girava, colpa anche della musica che le rimbombava nelle orecchie. Tutti saltavano,agitandosi e contorcendosi, buttando giù litri di birra e cocktail alcolici. A poco a poco riuscì a infilarsi tra la folla, cercando di ignorare i corpi roventi e umidi che le si strusciavano addosso. Doveva far piano con i tacchi alti, i suoi piedi erano già un dolore. Si guardò intorno, per cercare l'uscita. Da un lato c'erano le enormi casse e la postazione del dj, che si scatenava con i suoi pezzi e incitava la folla. E proprio di fronte a lei c'era la porta che si affacciava all'ingresso. La raggiunse con il fiatone, cercando di essere rapida, stringendo i denti ad ogni spinta.

 "Eih bella! Balla con me!" urlò un tizio ubriaco con tanto di barbetta e orecchino che indossava una maglietta blu con su scritto in inglese "posso essere il tuo superman bambina".

La ragazza UnicornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora