Capitolo 6

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"Sei perfetta ... sei la donna più bella che abbia mai incontrato ..." , quelle parole le avevano tenuto compagnia tutta la notte. Sole si rigirò tra le coperte e imbarazzata da se stessa si coprì il viso con il lenzuolo ridacchiando come una bambina. Tirò fuori un braccio e lo allungò sul comodino per prendere il cellulare così da guardare l'ora. Le 7.05 del mattino. Era ancora presto e sicuramente stavano ancora tutti dormendo dopo aver fatto le ore piccole la sera prima ballando e bevendo. Così decise di restare a letto ancora un po' per rimettere a posto i pensieri e prepararsi psicologicamente a rivedere Christian dopo la notte prima. Quel bacio ... era stato così perfetto ... non che lei avesse molto esperienza. Aveva avuto solo due ragazzi nella sua vita, uno a sedici anni, il suo primo fidanzatino vero, che dopo pochi mesi era passato ad amico e poi a migliore amico, poiché si era reso conto di essere gay, cosa che lei aveva già intuito fin dall'inizio a essere oneste. Ma era stato meglio così, perché aveva guadagnato un migliore amico speciale a cui era molto legata. L'altra ragazzo che aveva frequentato per poche settimane a quindici anni, bè era meglio stenderci sopra un velo pietoso, lui era stato l'inizio di tutto e preferiva non pensarci, non ne valeva più la pena ora mai. Con la mente affollata da Christian, dai suoi baci e dalle sue carezze passò in rassegna il cellulare, c'erano due chiamate, una del padre e l'altra del fratello più grande Leonardo, detto Leo. Sapevano che aveva l'abitudine di alzarsi presto per andare a correre, perciò non si preoccupavano di chiamare troppo presto. Più tardi li avrebbe richiamati, le mancava il fratello maggiore, di sei anni più grande, che purtroppo vedeva poco, poiché medico come il padre lavorava e viveva a Milano, con la moglie Laura detta Lou e il figlioletto Lorenzo . E già che c'era avrebbe chiamato anche l'altro,Niccolò o Nico come lo chiamavano tutti, venticinque anni e fotografo imprudente e donnaiolo impenitente, che era da qualche parte in Africa per un servizio fotografico. Quella era la sua vita, sempre di corsa qua di là con la macchina fotografica in mano e una donna per ogni posto. Ma sempre seguito dalla sua assistente e aspirante fotografa Lia, che lo teneva sempre fuori dai guai e che nemmeno a farlo a posta era innamorata persa di lui che non lo immaginava neanche ma non gli era del tutto indifferente. Ci sarebbe voluto un bel po' perché il suo fratello vivace si svegliasse un po' e trovasse un po' di stabilità nella sua vita e nel suo cuore, ma fino ad allora lo accettavano così. Lui era uno spirito libero, proprio come la loro mamma. Sorrise pensando al suo matto fratello che la faceva sempre ridere. Quanto le mancavano entrambi! Continuò a rigirarsi tra le lenzuola per qualche minuto, ripetendosi di richiamare la sua famiglia e poi inevitabilmente il suo pensiero ritornò alla notte prima in piscina. Poco dopo quel bacio, era stato lui a ritrarsi scusandosi con tono gentile e dicendo che era meglio andare a dormire. Lei non era riuscita a proferire parola, si era limitata a fare cenno di si con la testa. Lui l'aveva aiutata a uscire dall'acqua e vedendola tremare per il freddo, l'aveva avvolta con il suo asciugamano che era impregnato del suo profumo, regalandole un sorriso. Lei si era sentita imbarazzatissima, con addosso solo il costume verde che le si era praticamente incollato addosso per via dell'acqua, ma lui l'aveva guardata con discrezione, facendola capire che non era sua intenzione metterla a disagio e che comunque lui la trovava bella. E Sole l'aveva apprezzato, gli aveva fatto un sorriso così grande da sorprenderlo un po'. Ad un certo punto lui aveva parlato, mentre frizionava con le mani grandi sulle sue spalle per asciugarla e riscaldarla,

"Ti avevo detto che sarei tornato e avremmo continuato la nostra chiacchierata, ma ci sono stati diversi problemi a lavoro e sono riuscito a uscirne solo ora, mi dispiace" le aveva detto, sembrando dispiaciuto. Lei aveva scosso la testa,

"Non fa niente, non ti preoccupare! Sapevo che eri impegnato e comunque avevi altro a cui pensare, non avevi motivo di preoccuparti di me!", gli aveva risposto lei tranquilla,

"Non è vero, credimi avrei preferito di gran lunga passare il pomeriggio a mangiare un gelato e a chiacchierare con te, piuttosto che ad avere a che fare con quei pazzi!", le rispose per un attimo nervoso. Lei aveva riso divertita e d'istinto le aveva accarezzato una guancia, non le era sembrato che la cosa lo infastidisse, lui non si era mosso.

La ragazza UnicornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora