capitolo 1

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Guardai fuori dalla finestra e osservai tutto ciò che potevo intravedere dalla mia camera, in realtà niente di che, un ulivo spoglio, un piccolo giardinetto ornato da fiori coloratissimi, nonostante non ci trovassi niente di entusiasmante, tra me e me pensai che mi mancherà tutto questo, la mia vita, la mia normalità.
Mi chiamo Aurora Giaccari, sono una ragazza di 18 anni originaria di Roma, mi definisco una ragazza normale, con tutti i miei pregi e i miei difetti. I miei genitori sono separati da quando ne ho memoria ed entrambi si sono risposati e creati un'altra famiglia con nuovi bambini, io sono solamente un peso per loro che si sposta da una casa all'altra a seconda dei giorni.
Finalmente, adesso che ho compiuto 18 anni, potrò andare a vivere con mio fratello Emanuele a Milano.
Lui è più grande di me di 2 anni, ormai è già un po' di tempo che è andato a vivere lontano da questo strazio, con i suoi amici e visto che sa ciò che sto passando mi ha proposto di andare a vivere con loro.
Se io mi basassi sul mio carattere non ci andrei mai ad abitare in una casa con altri 4 ragazzi sarebbe difficile per me dato il mio carattere abbastanza impacciato nei loro confronti ma farei qualsiasi cosa pur che restare qui.
I miei genitori erano totalmente d'accordo, almeno me ne sarei andata... fortunatamente ho sempre avuto un rapporto bellissimo con Lele, è così che io e tutti lo chiamiamo.
Lui è veramente un ragazzo d'oro, affettuoso, sempre disponibile, un ottimo ascoltatore e consigliere e per me c'è sempre ma dico sempre stato, lo adoro e non vedo l'ora di rivederlo domani.
Dopo la mia lunga riflessione, continuando a guardare fuori dalla finestra, mi resi conto che ormai si era fatta sera, decisi quindi, nonostante fosse sempre presto per la mia routine, di controllare ancora una volta la mia valigia e andare a dormire visto che il giorno seguente sarei dovuta partire con il treno molto presto.
—•—•—•—•—• sul treno—•—•—•—•—•—
Sono le 2 di pomeriggio e tra poco sarò arrivata a Milano centrare, sono entusiasta e agitata.
Ho moltissima paura, nonostante il bel rapporto che condivido con mio fratello, è tantissimo che non ci vediamo ed ho paura di risultare un peso per i suoi amici, d'altra parte io non c'entro niente con loro....
Come al solito non faccio in tempo a perdermi nei miei pensieri che vengo risvegliata dalla voce metallica del treno che annuncia il mio arrivo a Milano Centrale.
Cazzo.
—•—•—• pov's lele—•—•—•—
Sono molto in ansia, è quasi un anno che non parlo con mia sorella faccia a faccia, la sto aspettando da circa un quarto d'ora, non so se è già scesa dal treno ed ho pure paura di non riuscire a riconoscerla in mezzo a quell'enorme folla; chissà se sarà cambiata o meno.
Sono venuto qui da solo per mia scelta, nonostante i ragazzi si fossero offerti di accompagnarmi ma volevo farlo da solo, volevo stare un po' con lei prima di presentarla al resto dei q4.
x: "Lele.."
sento una voce quasi sussurrante e indecisa chiamarmi.
Eccola.
Era proprio lì davanti a me, bella come sempre,
una ragazza di 18 anni, d'altezza media, occhi azzurri, capelli mossi biondi, acqua e sapone... era proprio come la ricordavo..
lele "aurora!"
le dico andandola a stritolare, come mi era mancata.
au: "ei lele mi stai uccidendo! ahah pure tu mi sei mancato tantissimo, non puoi capire"
lele: "invece capisco, fidati... vieni andiamo"
Usciamo dalla stazione nel mentre ci raccontiamo tutte le novità dell'ultimo periodo.
Io le racconto della mia "vita online" che nell'ultimo periodo sta andando a gonfie vele, lei invece mi racconta dei suoi studi che sta finendo e di come sia stata una tortura nell'ultimo periodo vivere con le famiglie dei nostri genitori.
La porto nella mia gelateria preferita di Milano, per stare un po' da soli, nel mentre mangiamo i nostri gelati, ci ricordiamo dei periodi in cui ancora eravamo piccoli e di tutte le cose pazze che abbiamo fatto insieme, non ci eravamo accorti che però erano già passate delle ore e che si stava facendo ora di cena.
—•—•—• pov's aurora—•—•—•—
Stava calando il sole quindi io e Lele abbiamo deciso di incamminarci verso il loro o per meglio dire il nostro palazzo, al nostro appartamento, che strano....
Entriamo in questo palazzo molto carino, ben tenuto, in cui il colore dominante era il bianco ed era arredato modernamente... saliamo 2 piani ed arriviamo davanti all'ingresso, alla stanza numero 15.
oddio ci siamo...

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