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GIUSEPPE'S POV

Nello stesso preciso momento in cui apro gli occhi una fitta alla testa mi colpisce. Sicuramente queste sono le conseguenze delle quattro ore di interrogatorio con gli agenti. All'inizio il mio primo pensiero è andato al Presidente Mattarella, pensando a un attentato o colpo stato, poi mi sono tranquillizzato quando mi hanno detto che era stato portato dagli uomini della scorta al sicuro già da parecchio. Gli inquirenti non la pensano come me bensì loro suppongono ci sia un collegamento tra la morte di Francesca e la morte di Sofia, collegamento che io non riesco ne' a vedere ne' ad immaginare.

Io e Luigi siamo stati trattenuti per parecchie ore, dato che eravamo gli unici due presenti nella scena del crimine, cercando di ricostruire minuziosamente ogni singolo minuto della serata. Ma io non ho saputo dire quasi niente dato che ero a giocare agli innamorati con Beatrice. Ieri sera l'ho vista solamente al mio arrivo al Quirinale, dopodiché non l'ho più incrociata.

Nessuno sa niente e nessuno ha visto niente, è possibile? No, qualcuno sa qualcosa e il cerchio è troppo grande per essere ristretto eravamo veramente troppe persone.

Vedere Sofia morirmi tra le braccia è stata la mazzata più grande della mia vita e sapere che non so chi abbia messo fine alla sua vita mi fa impazzire, ma soprattutto pensare che potrebbe riaccadere ancora una terza volta mi mette il terrore. Non voglio rivivere quello che ho vissuto ieri sera e che sto vivendo ancora tutt'ora in una maniera più contenuta e gestibile.

La testa di Beatrice si muove e io mi rendo conto solo adesso che la sua testa sia poggiata sul mio petto mentre le nostre gambe sono aggrovigliate tra loro.

È possibile che i nostri corpi si cerchino pure durante la fare REM?

Questa notte, quando Beatrice mi ha baciato, ho cercato con tutto me stesso di non andare oltre, mi sono lasciato coinvolgere ma in parte, sicuramente se avesse continuato a stuzzicarmi non avrei più mantenuto il controllo. Ma adesso, a distanza di ore e con più lucidità, mi sento quasi in colpa di quello che è successo, vedere il suo viso giovane e puro mi fa aggredire dai miei sensi di colpa.

Continuo a ripetermi che sia troppo giovane, e non posso non badare all'età come se avessimo solo cinque anni di differenza. Ho cinquantacinque anni, sono un uomo e lei è una ragazzina ma non mi capacito di tutto questo miscuglio che ho dentro. Poi penso a Olivia, e i miei sensi di colpa aumentano a dismisura, l'ho sentita ieri sera prima del rinfresco, ma non avevo nemmeno voglia di sentirla in tutta onestà. Cosa mi sta succedendo? Sono sempre stato un uomo che sapeva reagire alle situazioni e che diceva tutto in faccia, ora sono diventato un debole e un traditore.

Devo parlare assolutamente con Olivia, non può continuare così tra me e lei. Se non ho voglia di sentirla, toccarla, stare con lei, penso che voglia dire qualcosa.

Scruto il corpo di Beatrice rannicchiato al mio con le gambe scoperte. Questa ragazza è il diavolo tentatore, è il mio peccato in persona.

Comincio ad accarezzarle i capelli nell'unico momento in cui io posso avere il controllo totale della situazione, ossia quando dorme.

Se stanotte non ci fosse stata non so che cosa avrei fatto, probabilmente avrei messo a soqquadro l'intero Palazzo ma quando mi ha guardato con quegli occhi io ho avuto la lucidità morale, quella che mi mancava in quel momento, di mettere da parte tutte le mie emozioni negative che stavano riaffiorando. Mi ha telecomandato come una macchinina, solo guardandomi. Sembrerà ridicolo, ma io, in cinquantacinque anni di vita, non ho mai provato niente di così forte come in quel momento.

Mentre le osservo il viso penso che sia così bella che potrebbe avere tutti i ragazzi del mondo, invece è qui con un divorziato che ha un figlio ed ha il doppio dei suoi anni. Devo allontanarmi da lei, devo farlo per lei. Non posso continuare a spingermi oltre, non posso più adesso.

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