«... sarai per sempre nei nostri cuori, Sofia.» Conclude il discorso Giuseppe mentre io mi asciugo tutte le lacrime che sto versando da quando ha iniziato il suo discorso.
Sono davanti la tv della stanza di Conte a Palazzo Chigi a guardarmi la replica che è stata trasmessa in tutti i canali del digitale terrestre del funerale di Sofia, che ha scosso tutto il territorio nazionale. Hanno parlato tutti: il padre, la madre, la sorellina, Luigi e infine Giuseppe, io ovviamente ho pianto tutto il tempo.
Giuseppe ha parlato con la sorellina di Sofia tra le braccia, e già davanti a quella visione le mie ghiandole lacrimali hanno cominciato ad assumere vita propria.
Le ha dedicato delle parole meravigliose senza il bisogno di appuntarsi tutto il discorso che avrebbe dovuto leggere, ha detto tutto di cuore, a sentimento, le prime parole che gli venivano in mente diceva e molte volte doveva interrompersi per non far prevalere l'emozioni. Tutto ciò ha fatto singhiozzare persino a me, perché mi è venuto in mente il momento del suo crollo e del suo momento di vulnerabilità e solo lui e parzialmente io possiamo sapere quanto ci stia mettendo per evitare di dimostrarsi eccessivamente debole e scosso interiormente.
Non ho potuto seguire il discorso in diretta poiché sono stata sommersa dal lavoro inflitto da Rocco Grande Fratello, che a quanto pare vuole farsi odiare da me. È dovuto rimanere qui a Roma perché doveva essere interrogato dagli inquirenti, e ha deciso di riversare la sua frustrazione in me, assegnandomi dieci compiti contemporaneamente, che nemmeno avevano un'utilità logica.
Adesso è tarda serata, ho finito tutto quello che avevo da fare, Giuseppe dovrebbe tornare a breve e io non ho intenzione di farmi trovare nelle sue stanze a piangere davanti alla sua figura parlante impressa nel mega schermo.
Mi alzo dal letto sulla quale ero seduta, e mi dirigo in bagno per aggiustarmi un po' la faccia scombussolata. Dopo essermi lavata la faccia tampono la stessa con un'asciugamano quando un rumore mi immobilizza.
«Sì, Olivia.» Sento la voce ovattata dall'altra parte del muro del Premier.
Mi si blocca il cuore quando sento il nome della sua compagna. Non mi è mai interessato di lei detta in maniera molto sincera e non mi sono mai posta la domanda di una sua possibile reazione, dato che ho continuato a pensare per tutto il tempo che non stessero più insieme, soprattutto dopo gli atteggiamenti avuti da Giuseppe negli ultimi giorni.
«Ti amo anch'io.» Dice con voce flebile, ma abbastanza alta in modo che io la possa sentire.
Non so se sono più incazzata o più delusa, forse entrambi in ugual modo. Mi sento presa in giro nonostante abbia preso io per prima l'iniziativa ma diamine le cose si fanno sempre in due, non ha subito passivamente mi sembra.
L'unica cosa che vorrei fare adesso è andarmene da questo Palazzo, queste mura mi stanno cominciando a stare eccessivamente strette.
La porta del bagno si apre e io non ho il tempo di fare assolutamente niente che mi ritrovo davanti la faccia di Conte, più sorpresa che spaventata dall'aver trovato una persona nel suo bagno personale.
«Che ci fai qui?» Domanda incredulo, con un leggero velo di stanchezza sul volto.
«Stavo andando via.» Faccio per uscire dal bagno ma vengo tirata dal polso.
«Stai bene?» Domanda aggrottando le sopracciglia, notando sicuramente il mio comportamento diverso dal solito. O sarà semplicemente sorpreso dal fatto che non mi sia ancora buttata tra le sue braccia come ho sempre fatto.
«Io sì. Tu e Olivia, tutto bene?» Domando acidamente, non potendomene andare senza che sapesse che ne fossi a conoscenza.
Non sono nella posizione di fare una scenata di gelosia, ma non sarebbe da me non fare nemmeno una battuta.
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Fanfiction«Cinquant'anni fa l'uomo poggiò piede per la prima volta sulla luna; io ero nato da poco. Ma lo giuro, lo giuro che ci sono stato qualche anno dopo: quando mi dormivi a fianco e io mi sono svegliato accanto a te.»