TESTIMONIANZA DI UN EX OMOSESSUALE #2

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Uno dei primi travestiti d'Italia; si faceva chiamare "Florinda" e si prostituiva per guadagnare dei soldi, che poi dissipò quando cominciò a fare uso di droghe.

Aveva incontrato il ragazzo della prima testimonianza, 24 anni prima, che viveva la sua stessa esperienza.

Racconta:
"Non lo vidi per più di 10 anni, sebbene avessi sentito dire che era diventato qualcosa come un missionario. Prima della mia conversione, volevo morire perché realizzavo che non c'era più speranza per me, anche con tutto l'aiuto da parte degli ospedali e della mia famiglia. Ingoiai così tanti tranquillanti, gocce, pillole e droghe, che finii una ventina di volte in ospedale, quasi in fin di vita. L'ultima volta cercai di ingoiare una capsula di veleno per topi e mi si paralizzarono le braccia e le gambe. Mi svegliai cinque giorni dopo in ospedale.

Dei Cristiani venivano a visitare i malati in ospedale, vennero anche da me, ma la prima volta gli tirai contro la prima cosa che mi capitò a tiro.
In seguito mi parlarono altre volte di Gesù, mi dicevano che Lui poteva salvarmi, e mi parlavano delle cose di Dio. Due mesi dopo iniziai un'amicizia con loro. Prima di lasciare l'ospedale, una notte riuscii ad alzarmi dal letto e cercai di andare in bagno da solo, ma dopo due passi caddi con la faccia a terra. In quel momento gridai a Dio dicendo: "Cosa ho fatto per meritare questo? Dammi un po' di pace, anche se devo morire per averla!". Ma Dio mi rispose facendomi conoscere tante persone che Lo amano.

In seguito dovetti ritornare all'ospedale, e lì un'infermiera credente mi disse che conosceva il mio vecchio amico (il ragazzo della prima testimonianza) e poteva metterci di nuovo in contatto.
Quando lo rividi dopo così tanti anni fui così felice! Gli parlai dei vecchi tempi. Ma invece lui parlava di cose nuove e la parola "Gesù" era sempre sulle sue labbra. Dentro di me mi chiedevo se era possibile sperimentare quello che aveva sperimentato lui. In quello stesso momento, che stava per lasciare la stanza, si voltò e mi disse: "Tu puoi cambiare. Gesù ti ama".

Le sue semplici parole toccarono il mio cuore, e nacque in me una speranza, realizzando che lui era cambiato veramente. Nei giorni seguenti mi invitò a un raduno in Sicilia.
Quando andai lì non incontrai uno spirito di giudizio, anche se c'erano molte persone, e in quell'atmosfera sentii tanta libertà.

Quando andai in ospedale il Signore mi battezzò nello Spirito Santo. I dottori corsero perché mi sentivano gridare. Non mi ero accorto di quanto forte stessi cantando a Dio! Questo accadde dalle dieci di quel mattino fino al mattino successivo. Fu così bello che non mi sentii neppure stanco. Ero davvero cambiato!

Tornai alla dal gruppo dei credenti con un'attitudine completamente nuova, di imparare le cose che concernono la Parola di Dio, e di servire il Signore.
Quando tornai nel mio quartiere, in mezzo ai vecchi amici, essi furono sconvolti perché già conoscevano la testimonianza del mio amico, ma non si sarebbero mai aspettati di vedere cambiato anche me! Pensavano che fossi morto, perché molti di quelli che conoscevo e che facevano la mia vita erano morti più giovani di me.

Gesù è la mia vita. Prima ero morto, ora mi sento di nuovo come un giovane ragazzo. E' come una boccata di aria fresca! Ho una nuova vita e un amore nuovo.

A quelli che si trovano nella mia precedente condizione, voglio dire che quando mi trovai a terra in ospedale, gridai a Dio con tutto me stesso. Non potevo parlare, ma era un grido che veniva da dentro di me. Dio mi rispose. Quando tutto sembra perduto e ti senti finito, e non vedi alcuna speranza, grida a Dio, Lui risponderà!"

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