DIO SU UN TRENO

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Avevo accettato Gesù nella mia vita da poco ed ero solo un ragazzino, quando mi trovavo su un treno per un viaggio in famiglia. Il viaggio doveva esser lungo e di notte, così avevamo preso i posti letto. Durante la notte accade qualcosa. Mi trovavo nel lettino del treno e stavamo tutti dormendo quando all'improvviso mi sento chiamare: "Giovanni!" Era buio, così cercavo di capire chi mi avesse chiamato dei miei familiari ( c'era solo la mia famiglia all'interno della cuccetta del treno), ma non riuscivo a capire chi mi avesse chiamato. Provavo a rispondere, "chi è che mi chiama? Mamma sei tu? Papà?" Ma nessuno mi rispondeva, dormivano tutti. Così pensai che fosse solo una mia impressione e tornai a dormire.

"Giovanni!!!" Questa volta fu molto più chiara, qualcuno mi stava chiamando. Non era una voce di un mio familiare, non assomigliava a nessuno di essi. Non riesco a spiegare bene che suono avesse, era come una voce proveniente da dietro le montagne, fresca come una cascata che viene giù da una montagna.

Avevo i brividi lungo il corpo e provai a rispondere: "eccomi". La voce prese a dire: "devi andare nella porta accanto, c'è un uomo che voglio toccare!" Era Dio quella voce. Non sapevo se essere emozionato per aver sentito la Sua voce o per aver ricevuto le Sue attenzioni, non avevo ancora compreso che in realtà c'era qualcosa ancor di più, mi aveva appena assegnato un compito, un compito venuto direttamente dall'alto. Non era un compito che mi aveva assegnato il pastore della chiesa locale, era Dio che mi stava dando un compito. 

Così con le lacrime sul volto, scesi dal letto e andai fuori dalla nostra cuccetta. Mi trovai lungo il corridoio del vagone del treno e accanto c'era un'altra cuccetta con la porta chiusa e con le tendine abbassate. Non sapevo cosa fare e cosa pensare. Di certo non potevo entrare. Così me ne ritornai a letto.

"Giovanni!!!" Risposi: "ok,ok, vado!" Andai davanti alla porta chiusa, aspettavo che si aprisse, magari qualcuno usciva, oppure Dio poteva chiamare qualcuno come ha fatto con me, solo per fargli aprire la porta. Ma non accadeva nulla, si sentiva solo il treno camminare, era notte fonda. Lo spirito Santo in me mi spingeva verso la porta e così bussai. 

La porta si aprì e spuntó il volto di una signora che chiese: "dica?" Ero pietrificato, non sapevo cosa rispondere, pensavo che la signora potesse pensare che ero un ragazzino venditore ambulante, o uno che voleva derubarli; pensavo che la situazione poteva mettersi male e io fare un brutta figura che mai in vita mia. Erano attimi di secondi e la signora mi fissava aspettandosi una risposta, ma io non avevo nessuna risposta da darle, fin quando pensai che una l'avevo, ma non era forse quello che generalmente si potrebbe sentire: "mi manda Dio!"

Con grande sorpresa, la signora iniziò a piangere. Così iniziai a sentirmi più sicuro di me, pensando che forse avevo fatto centro e stava per succedere qualcosa di grande. La signora spalancò la porta e dietro di lei c'era un uomo seduto. Dissi alla signora: "il Signore mi manda per quell'uomo!". Mi fece accomodare e mi guardavano tutti con occhi spalancati, era notte fonda. Mi trattavano come se fossi un santo, e capii che pensavano fossi un angelo. Così spiegai loro che non ero un angelo e spiegai cos'era accaduto e cosa ci facessi lì. L'uomo che era lì mi raccontò che con la sua famiglia stavano pregando e chiedendo a Dio di manifestarsi nella loro vita. L'uomo aveva una Bibbia in mano e proseguì a farmi domande su Dio, come se io fossi stato l'amico di Dio. Parlai all'uomo di Dio, chiaccherammo per diverso tempo, mostrandogli le cose scritte nella Bibbia e lo guidai in preghiera per ricevere Gesù nella sua vita. 

Tutti piangevano, anche io ma, le due donne tra cui la signora che mi aprì la porta ed un'altra donna che trovai all'interno, sembrava che tra le lacrime volessero dirmi qualcosa, ma io non capivo.

La mia famiglia intanto mi cercava e seguiva il suono della mia voce. Li vidi spuntare dietro la porta. Mi sentii come Gesù quando era fanciullo ed i suoi lo cercavano, così pensai alla Sua risposta: "non sapete che io sono venuto solo per occuparmi delle cose del Padre mio"; ma lasciai che quelle parole restassero solo nella mia mente. 

Così la signora che mi fece accomodare spiegò ai miei familiari l'accaduto ma, fra quelle parole, ce ne fu una che mi lasciò stupito e che ancora oggi porto dentro: "mio marito era sordo muto".

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