Capitolo 8.

211 13 2
                                    

Il sole illuminava il corpo ancora immerso in coperte e sonno di Amaya, e nella casa si udivano sussurri lontani. Vick e Andrew, ritornati da scuola, preparavano il pranzo. «sappi che, quasi sicuramente, non mangerà nulla. Non rimanerci male» disse Vick un po' triste. «Tranquillo, mangerà» sorrise Andrew, mentre iniziava ad unire condimento e pasta in un unica pentola «gira continuamente altrimenti si attacca sotto, vado a svegliarla» disse Vick, salendo velocemente le scale ed entrando silenziosamente nella camera da letto. Si bloccò sulla soglia a guardare Amaya; i capelli brillavano di un rosso intenso, la carnagione pallida sembrava brillare sotto il calore dei raggi, e aveva un'espressione di totale e imperturbabile quiete. Da quanto non la vedeva così? Pensò Vick, e poi trasalì. Oggi era il compleanno di Amaya, e se n'era completamente dimenticato. Fece dietrofront all'istante, senza far rumore, per non svegliare l'amica proprio quando non doveva.
«Andrew, sono un coglione. Oggi è il compleanno di Amaya, e me ne sono totalmente scordato!» guardò l'amico un po' preoccupato, e questo smise di girare la pasta, pensieroso. «Non è troppo tardi, potremmo fare un salto veloce al supermercato» disse, mentre controllava la dispensa. «mi servono poche cose» disse, mentre scriveva una lista di cose da comprare. «Okay, allora corro.», Vick prese al volo le chiavi del motorino e la lista, ed uscì.
Andrew iniziò ad impiattare il pranzo, e sentì le scale cigolare.
«Buongiorno» disse, senza alzare gli occhi. «Hei» bofonchiò Amaya, mentre si sedeva a tavola, e Andrew le servì un piatto di pasta alla siciliana, la sua preferita. «spero tu abbia molta fame, Ama. Credo di aver buttato troppa pasta» sorrise un po' imbarazzato e teso, mentre la guardava. Una lunga dormita le aveva giovato molto, la pelle non era più arrossata, e gli occhi non più gonfi. Aveva i capelli un po' arruffati ed illuminati dal sole che facevano uno strano contrasto con la carnagione e gli occhi chiari. Le labbra erano un po' gonfie e aveva un sorriso leggero sul volto. Era davvero bellissima. «Grazie» disse piano Amaya «ma Vick? Dov'è?» chiese «Oh è uscito, non so se tornerà» disse distratto Andrew. Mentire non era mai stato il suo forte, ed odiava farlo. Amaya s'intristì. "Proprio oggi doveva assentarsi, il giorno del mio compleanno".
QPochi minuti dopo suonò il campanello ed Andrew andò ad aprire. Si aspettava l'amico sommerso da buste, invece ciò che si trovò di fronte fu molto diverso.

The power of elementsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora