Capitolo 12

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<<Amaya, Vick, lei è Kasumi, mia sorella>>. Vick guardò la misteriosa ragazza vicino ad Andrew e poi fissò lo sguardo in quello dell'amico «Ti hanno appena conficcato una freccia nella spalla e tu pensi a fare le presentazioni?» il tono del ragazzo era aumentato mentre la rabbia gli ribolliva dentro. Andrew guardò la sorella, poi soppesò il volto preoccupato di Amaya e, infine, rispose «non è come sembra, sto bene. Vedete?» si alzò la manica sulla spalla, dove avrebbe dovuto esserci una ferita aperta. Invece la pelle era perfettamente sana, senza l'ombra di un graffio o di una cicatrice. Amaya scosse la testa «Ho visto una grossa freccia rossa conficcarsi nella tua spalla e ho visto il sangue uscire dalla ferita!» la ragazza si alzò in piedi e andò incontro ad Andrew, sfiorandogli impercettibilmente il punto in cui la freccia lo aveva colpito «proprio qui» sussurrò Amaya, guardando il ragazzo «e poi ti sei strappato via la freccia..» Lo sguardo di Andrew vacillò per un istante, ma poi tornò fermo e accarezzò piano la mano della ragazza, sorridendo. «Sto bene. E nessuna freccia mi ha perforato la spalla, davvero. Altrimenti sarei ancora nel salotto ad urlare» rise, senza alcuna ironia «probabilmente lo shock ti ha portato ad immaginare tutto» e spostò lo sguardo sulla sorella, per poi tornare a volgerlo ad Amaya «forse è meglio lasciarti riposare, quando sarai più tranquilla cercheremo di capire cos'è successo» e le sorrise. Amaya scosse vigorosamente la testa per esprimere il suo disappunto «non se ne parla proprio!» Andrew non volle sentir ragioni, e rimase seduto accanto al letto della ragazza fin quando quest'ultima non cadde in un sonno profondo.

«Davvero carino da parte tua cercare di proteggerli, ma credi davvero che si berranno la tua storiella? Cosa hai intenzione di raccontargli?»
Kasumi entrò nella stanza senza far rumore, e sul volto della ragazza passò un'ombra divertita. Andrew dovette stringere i pugni per controllare un eccesso di rabbia.
«Forse è meglio se te ne vai, Kasumi. Hai già dato troppo fastidio, non credi?»
La sorella arricciò le labbra e incrociò le braccia sul petto.
«È così che tratti la famiglia?» Kasumi sfoderò una finta espressione di delusione «sarai pure un rinnegato, ma ricordati che, nonostante tutto, sono sempre stata pronta ad aiutarti!» disse in tono freddo, mentre si avvicinava ad Amaya.
«Ad aiutarmi, dopo avermi messo nei casini. Se ho deciso di prendere le distanze da voi, un motivo ci sarà, non credi?» Andrew cercò di mantenere il più possibile la calma, anche se iniziava già a sentire il sangue scorrergli caldo nelle vene.
«Voi. Parli come se appartenessimo a due razze diverse!» rispose Kasumi, con aria sprezzante «Ricorda, fratellino, che puoi continuare a fingere quanto vuoi, ma questo non cambierà la verità. E la verità è che tu sei proprio come me, come Noi, ma appartieni alla specie peggiore: i codardi» gli puntò una delle affusolate dita con unghie laccate di rosso contro il petto «avevi un compito, un compito molto importante, ma la tua codardia e la tua superficialità non ti hanno permesso di capirne il valore. Molti ucciderebbero per avere quello che ti era stato donato!» le parole di Kasumi erano colme di disprezzo, ed i suoi occhi scintillavano d'una luce tetra.
«E cosa mi è stato donato?» scattò Andrew, ormai incapace di controllarsi «una vita condannata ad essere macchiata di sangue e cullata da urla di dolore! È questo il grande dono di cui parli?»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 06, 2015 ⏰

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