Vick tornò il più velocemente possibile a casa, coperto da buste della spesa e cibo, ma quando rientrò non trovò i suoi amici sorridenti, intenti a pranzare, ma solo altro dolore. Amaya era seduta a gambe incrociate sul divano, con la testa rovesciata verso l'alto come faceva di solito quando pensava a qualcosa di importante, ed Andrew le sedeva accanto, con i gomiti poggiati sulle gambe e lo sguardo perso nel vuoto. Vick si schiarì la voce e li guardò, un po' perplesso. «cos'è successo?» si sedette vicino a Amaya e le accarezzò i capelli che le ricadevano intorno. La ragazza inspirò bruscamente «È tornato». Fu tutto ciò che disse, e poi calò di nuovo il silenzio.
Andrew non sapeva cosa pensare, aveva così tante parole che gli galleggiavano in testa. Voleva aiutare Amaya, voleva trascinarla fuori da tutta quella merda. Dal primo giorno in cui l'aveva vista l'aveva sempre paragonata ad una piccola, rara e fragile pietra preziosa, un po' impolverata. Così rara da essere sconosciuta ed esser scambiata per una comune pietra da chi, in realtà, non ne conosce l'effettivo valore.
Si trovava spesso a fissarla, quando lei non se ne accorgeva. Gli piaceva il modo in cui giocava con i capelli quando era nervosa, o il modo in cui chiudeva gli occhi e pensava. In particolare gli piaceva il modo in cui era costantemente sorpresa dalla vita, da lui.
Voleva vederla felice, come questa mattina. Voleva regalargli qualcosa di più di un semplice libro o un semplice oggetto: voleva ridarle un po' di felicità. Si alzò velocemente e si schiarì la voce.
«Allora, tuo padre se n'è andato, no? Perché dobbiamo stare qui a pensarci ancora su?» mentre parlava si diresse verso lo stereo e fece partire un CD, poi tornò da Amaya e la sollevò dal divano, facendola ballare. Lei sorrise e si fece trascinare dalle note. Andrew guardò Vick, che approfittò della distrazione e andò in cucina.
Andrew guardò Amaya negli occhi, e le spostò dal volto una ciocca di capelli, e lei arrossì. Così lui le accarezzò la guancia, e lei allontanò di pochi millimetri il volto dal suo tocco. «Scusami» sussurrò Andrew, temendo che potesse sottrarsi anche a quella specie di groviglio di braccia che li teneva così uniti mentre si dondolavano. Amaya scosse piano la testa e l'appoggiò sul petto del ragazzo. «Allora..» disse Andrew «Hai qualche desiderio? So con precisione che i tuoi 18 anni scatteranno soltanto fra 9 ore» sorrise, mentre continuava a dondolare piano. Amaya sorrise «be', qualcosa in mente l'avrei».
«Non prima di aver assaggiato questa..» Vick entrò con una torta in mano, che brillava di candeline colorate. Amaya si portò le mani vicino la bocca, gli occhi lucidi ed un sorriso sulle labbra. Era proprio quello ciò che piaceva di più ad Andrew, un sorriso spontaneo, che nasceva per le cose più scontate, ma che riempiva di gioia tutto.
Amaya chiuse gli occhi per qualche secondo, poi prese un bel respiro e soffiò il più forte possibile sulle candeline, spegnendole tutte. Vick posò la torta sul tavolo e Amaya gli saltò addosso, stringendolo forte.
Era questo che gli era mancato, in questi giorni. La sua energia, la sua spensieratezza. Tutte le ragazze che conosceva non erano mai state così, come lei. Si limitavano ad un "grazie", un sorrisino. Amaya invece era diversa, ti apriva il cuore per dirtelo. Era il suo modo di ringraziare, e non poteva sceglierne uno migliore. Vick le diede un bacio sulla fronte e lei si avvicinò poi ad Andrew, sorridendogli un po' imbarazzata. Lui allargò le braccia e la strinse, e lei si lasciò andare. Non doveva temerlo, infondo era lì. Infondo erano stati loro a renderla di nuovo così felice. Lo strinse forte a sè e sollevò il volto per guardarlo negli occhi, e lui era lì a fissarla, con quel mezzo sorriso sul viso e quelle due piccole fossette.
A volte si fermava a fissarlo, come in quel momento. Si chiedeva se poteva racchiuderlo in un foglio, in parole, in una poesia.
Il viso di Andrew si avvicinava sempre di più a quello di Amaya, tanto che lei poteva sentire il suo respiro sulle sue labbra. Ebbe una strana sensazione, come un fremito al cuore, ed il respiro bloccato da qualche parte, una forza maggiore la spingeva sempre più contro Andrew. E poi un urlo agghiacciante.
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The power of elements
FantasiaAvvolta in un aura dorata, i suoi capelli del colore del fuoco ardevano, impetuosi e i suoi occhi miti raccontavano la storia di un grande, antico potere.