capitolo settimo: 𝑆𝑢𝑟𝑒

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Per tutta la settima, la corvina stette tutti i pomeriggi a casa sua, certe volte perfino a dormire, e il giorno dopo doveva correre a casa a fare lo zaino e a cambiarsi e arrivava cinque o dieci minuti in ritardo, ma ne valeva la pena.
Circa a metà della settimana, prese la propria decisione riguardo al suo Coso e chiamò la ginecologa per fissare l'appuntamento per terminare la vita della propria creatura, che sarebbe stato la settimana dopo, di martedì.
Con il passare dei giorni, si accorse di iniziare ad avere dei pensieri poco adeguati ad un rapporto di amicizia su Ilaria, ma ci fece l'abitudine, anche se ancora la stranivano certe fantasie che sorgevano senza che lei lo volesse, soprattutto mentre si faceva la doccia in casa della bionda, circondata dall'odore del suo bagnoschiuma. Scosse il capo, riscuotendosi dall'ennesimo pensiero sulle labbra della minore e la guardò giocare alla Play Station a uno strano gioco di guerra - o di zombie - di cui, francamente, non le interessava granché.
Non era tipa da videogiochi, lei preferiva un buon libro o suonare il piano fino a consumarsi le dita.

«Svegliami quando finisci la partita...»

Biascicò chiudendo gli occhi, per poi assopirsi e sognare occhi nocciola e labbra fantasticamente morbide.
Dopo un'ora o poco più, la bionda prese a scuoterla e la svegliò. Dayla si stropicciò gli occhi e si stiracchiò, ma vedendola rossa in volto e con gli occhi lucidi - non di pianto - strinse i propri a fessura e la fissò nelle pupille nere.

«Che succede?»

Chiese la corvina, ancora un po' assonnata, mentre l'altra si faceva la solita cipolla, liberando il bel viso dai capelli

«Stavi parlando nel sonno»

Ilaria le sembrò nervosa, così la maggiore si mise a sedere sul letto e la osservò in viso.
Cosa potrei aver detto? Qualcosa di sconveniente su di lei? Oddio, magari una delle mie fantasie!
Doveva assolutamente scoprirlo

«Cosa ho detto, Ila?»

Le chiese Dayla, con uno sguardo truce, anche se le batteva all'impazzata il cuore ed era quasi in ansia

«Qualcosa come "Si, ti prego... Labbra..." E altre cose simili... Ma facevi dei versi strani! Non avrai avuto in sogno erotico?... Sul mio letto per giunta!»

Era tornata la solita bionda scherzosa di sempre. La corvina ne fu sollevata e rise con lei

«A volte sei proprio scema»

Disse la maggiore, dandole un pugnetto sul braccio.
Fece mentalmente un sospiro di sollievo. A quanto pare non era trapelato nulla che riconducesse ad Ilaria, perciò non c'erano problemi.
Questi suoi sentimenti sarebbero dovuti restare un segreto ad ogni costo

«Che ne dici se andassimo al mare? Dopotutto la scuola è quasi finita ed è giugno!»

Propose la bionda, e la corvina la guardò male. Lei avrebbe dovuto studiare per l'esame di maturità, che si sarebbe tenuto tra non molto. Non che le importasse granché, non se la cavava male e non aveva materie sotto, perciò un giorno di svago poteva anche concederselo.
Annuì e insieme prepararono gli zaini con due asciugamani, il pranzo al sacco per entrambe, crema solare e altre cose non proprio indispensabili.
Prima di raggiungere la spiaggia, fecero una sosta a casa di Dayla, che si mise il costume addosso e prese un cambio di intimo, per poi indossare un vestito azzurro e svolazzante che le arrivava a metà coscia.

«Quel vestito è fatto apposta per esserti strappato di dosso!»

Commentò la bionda per poi fischiare in segno di apprezzamento, facendo avvampare la povera maggiore, che però si mise a ridere quando anche Ilaria lo fece.
Arrivate alla spiaggia, stesero i teli da mare a terra e vi si misero sopra a mangiare i panini e l'insalata di pomodori e mozzarella. Finito di mangiare, e spalmata la crema solare, per la minore venne il momento di schiacciarsi un pisolino, sdraiata sull'asciugamano e voltata con il viso verso il cielo.
La corvina sospirò, osservando il sole riflettersi sul meraviglioso specchio d'acqua davanti ai propri occhi, per poi volgere la propria attenzione ad Ilaria, che ora era sdraiata a pancia in giù e dormiva profondamente.
Si avvicinò lentamente a lei e si chinò fino al suo orecchio

«Ho capito ormai da qualche giorno che... Mi piaci, Ila, ma credo che non avrò mai il coraggio di dirtelo, mi conosci abbastanza bene da saperlo...»

Dayla ne era sicura.
Le piacevano eccome le ragazze e, soprattutto, la bionda. Sospirò, sapendo di essere troppo vigliacca per dirle una cosa simile, e si arrese all'idea che avrebbero vissuto la propria vita rimanendo amiche, e che la minore si sarebbe innamorata di qualcuna migliore di sé.
Infondo si meritava di meglio, o almeno così pensava la corvina. Camminò a piedi nudi sulla sabbia calda, trovando poi sollievo immergendosi in acqua, facendosela arrivare fino a sotto il seno, portandosi le mani sul ventre.
Si godette la piacevole sensazione di essere circondata dall'acqua, e si disse che probabilmente il suo Coso provava una sensazione simile.

«Perdonami, ma non mi sento pronta ad averti. Non ancora...»

Sussurrò lei, per poi tornare a riva, dove Ilaria si era svegliata e la guarda a avvicinarsi a sé

«Ne sei proprio sicura?»

Chiese la bionda, indicando con il mento la sua pancia, che la corvina stava involontariamente accarezzando.
Annuì, guardando l'amica con gli occhi lucidi, anche se la propria espressione tradiva incertezza.
In realtà aveva deciso seguendo lo schema dei pro e dei contro che avevano realizzato assieme lunedì.
Scosse il capo e le si riempirono gli occhi di lacrime.
La minore si alzò da terra e la avvolse teneramente tra le braccia mentre questa singhiozzava.

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