Hai mai...?

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Casa di carla,  21.14

"Grazie per essere venuto con così poco preavviso" disse facendomi entrare. Le diedi un bacio sulla guancia "E' sempre un piacere essere richiesti così disperatamente." un sorrisetto beffardo si fece largo sul mio volto.  "Oh mio dio! Non gasarti, ti ho chiamato perchè sei l'unico che non avrebbe visto un secondo fine dietro questa mia richiesta." disse prendendomi le birre di mano e aprendone due "E non dirmi che sei venuto solo perchè hai bisogno di parlare con qualcuno dei tuoi problemi di cuore perchè potrei uccidermi!" disse ridendo. "No, non farlo per favore! Non mi daresti neanche il tempo di arrivare al secondo fine della serata!" la mia ironia la fece ridere così tanto che dovette fermarsi dal versare la birra nel bicchiere per non rischiare di versarla a terra. "Sei speciale, Ander!" mi disse in tono serio non appena smise di ridere " sono contenta di poterti chiamare a qualunque ora senza problemi e di ritrovarti qui davanti a me in meno di dieci minuti, e soprattutto mi piace questa buona energia positiva che mi trasmetti, mi metti davvero di buon umore. Mi piace anche la tua risata; sai, è così contagiosa." Sorrideva scrollando le spalle. Ero completamente bloccato, cosa avrei dovuto rispondere a tutti i complimenti che in qualche strano modo mi stava facendo? " Cazzo Carla non so che dire, tu sei fantastica in tutto. Non penso che riuscirò mai a trovare le parole per descriverti come tu hai fatto con me. Sappi solo che  in qualche modo riesci a catturarmi completamente, travolgendomi con i tuoi mille discorsi, con i tuoi modi di fare. Mi hai sempre lasciato a bocca aperta. Sono così affascinato da tutto ciò che dici, che tante volte sono rimasto in silenzio sembrando un completo idiota,come se non avessi capito neanche una parola; in realtà capivo tutto, ma cosa avrei potuto replicare?" i miei occhi erano persi nei suoi. Un minuto buono di silenzio passò, fin quando lei non decise di rovinare il momento "Ander, come diavolo siamo arrivati a dirci certe cose" si mise una mano sul petto " wow! Sono belle forti da sentirsele tutte insieme" ricominciò a versare le birre nei bicchieri, io provai a dire qualcosa, ma lei ricominciò a parlare " sono contenta che il nostro rapporto non si sia andato a sgretolare con il passare degli anni, siamo sempre gli stessi, eppure non la smettiamo mai di sorprenderci ogni volta che ci vediamo. Sei sempre una novità per me...mi piace!" Dio solo sa quanto avrei voluto baciarla in quel momento "Cazzo..." continuò lei, distogliendomi dai miei pensieri " mi fa proprio male passare tempo con Lucrecia e i suoi drammi amorosi, divento così sensibile." rise leggermente di se stessa "Vi vedrei molto bene insieme, sai? Fai bene a lei quanto ne fai a me, e sapessi come mi parla di te." porca di quella puttana pensai soltanto "se non fossi certa che è innamorata persa di Guzmàn, non esiterei nel pensare che lo è di te" lei rideva, non potendosi rendere conto di cosa mi stava facendo "per come sei fatto, riusciresti con poco tempo a tirarle su il morale e farla tornare felice. Tutte le cose che ti ho detto fin'ora lei forse le pensa più di me, fossi in te ci farei un pensierino amico." disse venendmi incontro porgendmi la birra e dandomi una gomitata. Feci un sorso lunghissimo e la seguii in giardino.

Il silenzio si era fatto largo tra di noi, intenti a contemplare il cielo fumando un po' " Dove sono i tuoi?" le chiesi per spezzare il silenzio. "Sono in viaggio per lavoro,dovrebbero tornare dopodomani. Così giovedì potremmo finalmente fare la cena che è saltata la settimana scorsa." "Capito,ci sta." mi sorrise e tra di noi tornò a regnare il silenzio. Continuavo a ripensare a Lucrecia e d'un tratto mi tornò in mente la scommessa con Guzmàn e Polo. Era arrivato il momento di liberare un po' la mia mente e giocare. Chissà? magari alla fine sarei riuscito a vincere divertendomi anche. 

Così mi alzai e senza dire nulla cominciai a spogliarmi " Cosa fai?" mi chiese un po' sconvolta. Mi girai a guardarla " il bagno" e mi tuffai. L'acqua della piscina era bollente, una sensazione meravigliosa. "Tu non vieni?" Le chiesi una volta risalito in superfice. Lei rise e cominciò a spogliarsi. Io la scrutavo con attenzione, mentre lentrava lentamente nella piscina. Mi raggiunse " Sei un pazzo" "forse lo sono,si." ridevamo e ci perdevamo sempre di più l'uno dell'altra, lo sentivo. "Ti va di giocare?" mi chiese lei d'un tratto. " a cosa?" " conosci hai mai...? " "si, ho capito. Ma come vuoi giocarci?" "Allora..." comiciò "ci mettiamo ai bordi della piscina e cominciamo con le domande, se io dico di non aver mai fatto una determinata cosa mentre tu si, fai due bracciate verso di me. Chi raggiunge prima l'altro si aggiudica l'ultima birra rimasta." sorrisi mordendomi il labbro "Ci sto". Andammo ai lati opposti della piscina e lei partì" Non ho mai vomitato dopo essermi ubriacata" " Questa è troppo scontata Carla, vuoi per caso farmi vincere?" risi e avanzai " Allora...non sono mai stato a letto con un ragazzo" " Anche tu sei un po' scontato Ander!" disse facendo due bracciate. "Era un test, volevo vedere se mi avresti mentito." "Sisi, certo." si fermò " Non ho mai fumato una sigaretta in presenza dei miei genitori" detto ciò feci altre due bracciate, ero solito fumare davanti a loro. "Non ho mai imparato ad andare in bicicletta!" esclamai, lei scoppiò a ridere come una pazza "ma sei serio?" disse muovendosi verso di me e continuando a ridere. Io annui con la testa facendo il finto labbruccio e seguendo poi la sua risata. "Non ho mai tradito un amico" disse lei schiettamente. Io pensai a Guzmàn, e al fatto che in qualche modo l'avevo tradito, ma ovviamente scossi la testa e non avanzai, lei mi fece un sorrisetto. "Non ho mai vinto una partita a BeerPong" dissi per far ripartire il gioco cercando di non far notare la mia leggere agitazione per la frase detta da lei poco prima. Non la vidi avanzare " Potremmo giocarci, almeno ci alleniamo un po' visto che siamo due pippe a quanto pare" lei rise alla mia affermazione annuendo. "Bene Ander, sembriamo abbastanza vicini, le ultime due che abbiamo fatto sarebbero potute essere le decisive, ma siamo stati bravi. Però adesso testo io te..."  mi spaventai quasi nel sentirle pronunciare quella frase in quello strano modo " Non ho mai pensato di andare a letto con un mio/a amico/a" la guardai, fisso negli occhi,era come se volesse dirmi quacosa solo con il suo fulminante sguardo. E quindi si, avanzai, ma non lo feci pensando a Lucrecia e alla nostra passata situazione, bensì per la ragazza dai capelli d'oro che avevo davanti. In quel momento la desideravo come non avevo mai fatto prima. La raggiunsi e lei poggiò le mani sulle mie spalle e le gambe intorno al mio bacino per tenersi. I nostri nasi si sfiorvano "Chi sarebbe la fortunata?" Lei lo sapeva, non aveva bisogno chiedere. Era stata brava nel farmi quella domanda, però in quel momento mi chiedevo se anche lei, considerando la situazione, lo volesse. "Non me lo dici?" mi sussurrò vicino alla bocca. Il mio silenzio persisteva, ero ipnotizzato da lei, continuavo a guardare le sue labbra, sentivo il suo tocco sulla mia pelle, ma non riuscivo a guardarla negl'occhi. Stavo impazzendo ed ero certo che se avessi alzato il mio sguardo puntandolo nel suo non avrei più resistito. Mi avvicinai sempre di più, le nostre bocche erano così vicine che potevo sentire il suo respiro. "Hai vinto la birra!" Disse improvvisamente staccandosi e nuotando verso le scalette. Io rimasi lì,confuso. Non riuscivo a comprendere cosa fosse appena successo. "Ander? Ci sei?" mi richiamò. Uscii velocemente dalla piscina, lei mi porse un asciugamano e io mi sbrigai a nascondere ciò che aveva provocato quel contatto inaspettato. Lei sembrava non essersene resa conto e sopratutto si comportava come se non fosse accaduto nulla. "Ecco la tua birra vincitore!" La guardai per un secondo e pensai che dovevo smorzare quell'aria strana che si era creata " La smezziamo questa. Giusto per non ricordarti che sei una perdente." annuì e mi sorrise.

Finita la birre e un po' di chiacchiere senza fondo mi rivestii e lei mi accompagnò alla porta. "Grazie ancora per essere venuto. Ti voglio bene Ander!" mi abbracciò. "Quando vuoi. Ti voglio bene anche io!" Rimasimo abbracciati per un bel po', mi staccai per darle un bacio sulla guancia e aprii la porta "Buonanotte" dicemmo all'unisono. Stavo camminando sul vialetto di casa sua quando la sentii urlare il mio nome, così mi girai. "Quando ne hai voglia chiamami. Magari ci facciamo una partita a BeerPong." Le sorrisi e annuii, lei richiuse la porta. Me ne andai a casa con il cuore pieno, non mi ero mai sentio così bene. Continuavo a sorridere come uno stupido. Stavo perdendo la testa per lei, questo era certo.

Gioco di Sguardi - Ander e Carla - EliteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora