94 - parte due.

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Yoongi's pov

Cosa sarà mai successo di così grave, da farmi riattaccare il telefono in faccia da Jin?

Preso dal panico, mi alzai senza esitare dal divano, avviandomi verso l'uscita. Presi il giubbotto che avevo appeso precedentemente all'attaccapanni, e aprii la porta, senza dire niente.

Scappai, letteralmente, dalla casa di Silvia.

Avevo parcheggiato l'auto nei paraggi, per cui ci misi pochissimi minuti a raggiungerla.

Entrai al lato del guidatore, e inserii le chiavi nella serratura della macchina, mettendola in moto. Nel frattempo, scrissi un messaggio a Seokjin, avvertendolo di star per arrivare.

Proprio in quel momento, percepii un suono, come l'apertura di uno sportello.

Di fianco a me, seduta al lato del passeggero, trovai Silvia, che si mise la cintura come se niente fosse. Misi il cellulare in tasca, e la guardai confuso.

"Cosa pensi di fare?" chiesi. Non volevo di certo coinvolgerla in tutta questa storia.

"Vengo con te, ecco cosa faccio." Nemmeno mi rivolse lo sguardo: teneva gli occhi dritti davanti a sé, guardando la strada.

"Ho sentito la chiamata, sembravi piuttosto allarmato. Quindi, qualsiasi cosa sia successa, vengo con te. Se è una cosa tanto grave, non voglio lasciarti da solo." mormorò, facendo un piccolo sospiro. Sembrava davvero sicura di quello che stava facendo.

"Senti, non voglio minimamente coinvolgerti. Torna a casa." cercai di slacciarle la cintura, ma lei mi bloccò, impedendomi di farlo, prendendo la mia mano e stringendola con la sua.

Voltò completamente lo sguardo sul mio, con occhi e tono di voce più seri che mai.

"Ho detto che ti starò vicino. Non ti devi preoccupare per me." lasciò poi la mia mano, facendomela posare sul volante.

"E mi sembrava una cosa abbastanza grave, quindi perché siamo ancora qui? Muoviti." 

Mi ero talmente perso nelle sue parole, che il tempo stava passando così velocemente, quasi facendomelo sfuggire di mano: dovevo raggiungere Jin.

Annuii frettolosamente, partendo poi verso la meta di quella serata, che si prospettava non andare nel migliore dei modi.

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Jimin's pov

Una volta aver accompagnato Sofia da lavoro a casa sua, quella sera, parcheggiai l'auto nei paraggi per poi andare insieme fino alla porta d'ingresso.

"Grazie mille, Jimin... allora buonanott-" la interruppi. Era arrivato il momento di chiarire le cose. Ero stufo di aspettare, volevo delle risposte.

"Non posso andare a dormire tranquillo, stasera." mormorai, quasi con un velo di insicurezza nella mia voce. Stavo ancora pensando se dover, o no, fare una mossa.

"Perché?" chiese innocentemente, con i suoi soliti grandi occhioni castani.

Stava chiaramente facendo finta di non capire la situazione in cui entrambi c'eravamo messi. Tutti e due ancora innamorati dell'altro, ma troppo timorosi nell'ammetterlo. Dovevo fare qualcosa.

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