Premetto che questa fan/teen fiction l'ho scritta all'età di 15 anni, mi scuso per eventuali oscenità. Se votate e commentate continuo, sempre se è di vostro gradimento, adesso: Buona lettura!All The Small Things
Capitolo uno.
«Tu mi ami» ripeté confusa, cercando quegli occhi color rubino che sognava ogni notte.
«Sì» asserì lui infine, mostrando il manto verde coperto di lacrime amare, quasi velenose, sporche di lussuria e tradimento «Ti amo»
Ma Gwen era forte, forte da impazzire e in quel momento, si era costruita un muro di mattoni, alto come la tour Eiffel, e lo guardava con la testa china, le braccia sotto il seno ancora non maturo come quello delle sue coetanee, e con la converse rovinata che batteva sull'asfalto, impetuosa.
"Già ti amo anche io" pensò. Ma non cedette, «Ma questo non cambia le cose» sputò con tono di sfida, e lui alzò gli occhi spaventato, chiedendosi se quella ragazzina dai lunghi boccoli neri fosse davvero la sua fidanzata, la sua Winny Pooh.
«Quindi è finita?» Gwen asciugò una lacrima repentina, roteando gli occhi e stringendo le labbra, evitando lo sguardo supplichevole che si era impossessato del suo ragazzo. Oh, excuse-moi, Ex-ragazzo. «È finita» annunciò, ma lui non la inseguì come faceva Richard Gere con Julia Roberts in 'Se scappi ti sposo' il film che avevano guardato al loro primo appuntamento tre anni prima, quello che aveva susseguito il suo primo bacio. «Per quanto tu possa volerlo, nessuno prenderà mai il mio posto nella tua vita, il nostro è e sarà sempre un amore epico, forse il solo.» Lui si era girato lasciandola sulla soglia di casa sua come una tale imbranata, e lei era entrata dentro, pugnalando e scalciando la porta in mogano, e pensando di trattenere il respiro e soffocare con tutti i ricordi che si proiettavano come una videocassetta nella sua mente.
Quindi signor Disney, questo principe azzurro esiste sì o no? Me lo dica chiaro e tondo ...Perché qua le mie cicatrici bruciano, e ho finito il disinfettante, inoltre, c'è il coprifuoco ed ormai è troppo tardi per andarlo a comprare, me lo dica, perché così mi metto l'anima in pace.8 anni dopo
Stansted International Airport - London
«Passaporto, prego?» Gwen estrasse goffamente il suo passaporto tendendolo al controllore, che guizzò con lo sguardo da lei al libretto amaranto, e dopo aver ammiccato la lasciò passare.
Stansted e la puntualità non andavano d'accordo, ogni anno che tornava in Inghilterra per far visita alla famiglia, doveva aspettare come minimo tre quarti d'ora prima che sfornassero il suo trolley, e ogni volta le toccava rassegnarsi e passare i tre quinti della sua giornata in aereo-porto tra procedure, documenti, valigie e quant'altro.
Gwen, ragazza di media statura - l'unica cosa che non era mutata in lei dai suoi 16 e brufolosi anni a questa parte - capelli corvini tendenti al castano scuro, occhi verdastri, pelle olivastra e nasino alla francese, era una tipetta abbastanza complicata: irascibile, impaziente, puntualmente nervosa, e ferita, incondizionatamente scottata da un ragazzo, (fosse solo uno), che credeva d'amare, e che aveva tradito sia lei che la sua fiducia. Adesso si riteneva zitella e totalmente, in equivocatamente nerd. Finn era davvero il tipo per lei, pensava fosse quello compatibile, quello del sì, dei tulipani Lila, del The ai frutti di bosco, di Richard Gere e Julia Roberts, e di "Se scappi ti sposo", era lui, quello dalle inconfondibili qualità. Quello dalle mille doti, l'uomo complicato che Gwen aveva cercato in lungo e in largo dal Nevada al Texas, dal South Dakota al North Carolina, per renderci conto, Finn.. beh, Finn era Finn, il suo lui. Che l'aveva tradita. Insomma, sarà che è pieno di persone che crede che gli Americani, in particolare gli Statunitensi e i Canadesi abbiano altrettante doti in quanto si parlasse di originalità, certo, ma Gwen non pensava che davvero fossero fatti tutti a stampino, e davvero i film fossero realtà in quel mondo. Insomma, viveva nella Grande Mela da appena due mesi, quando il fantastico architetto Finn, come da film, aveva fatto ingresso nella sua monotona vita da nuova New Yorkese macchiandole la camicetta di seta di Burberry's con dello squallido cappuccino americano, lui naturalmente le aveva ripagato il caffè, ma lei aveva ribadito chiaramente che un caffè non valeva quanto una camicetta di Burberry's, in più di raso puro, che le era costata il suo primo stipendio, allora lui aveva comprato premurosamente una bottiglietta d'acqua frizzante e aveva tamponato perbene finché la macchia non si fosse per lo meno un po' mimetizzata con il color avorio dell'indumento, ma naturalmente, testarda com'era Gwen non aveva ceduto, solo per scoprire se quel ragazzo fosse davvero disposto a tutto per farle tirar fuori un sorriso compiaciuto, allora le aveva ceduto il suo golf di Cachemire, era lì che Gwen aveva capito che quello che c'era tra loro era più di semplice compatibilità o complicità, ma era un sentimento che doveva sbocciare con il tempo. Se era sbocciato? Dopo un anno e tre mesi di relazione, Finn aveva portato Gwen a colazione da Tiffany, le aveva comprato un ciondolo da Tiffany, ed infine l'aveva chiesta in sposa. Il 6 Giugno, una settimana prima del loro matrimonio, Gwen aveva pensato bene di fare una sorpresa al ragazzo comprandole del Thailandese e raggiungendolo in ufficio anche con dei Brownies al cioccolato, i suoi preferiti. Infine dopo pranzo, come da progetto, avrebbero discusso sul colore delle tovaglie e sui fiori che sarebbero stati messi sui tavoli: unici due dettagli mancanti, di cui doveva occuparsi Finn in mattinata. Ma entrata nell'ufficio una Gwen euforica, ne era uscita una delusa, sconfitta, abbattuta e nuovamente ferita. Come se le sensazioni di otto anni prima si fossero ripercosse nuovamente su di lei, e in un momento aveva immaginato e ricordato la scena quando il suo ragazzo storico l'aveva abbandonata davanti al suo portone dopo aver ammesso come un villano di averla tradita. Il suo neo maritino era scappato con in jeans slacciati dall'ufficio, abbandonando Jaqueline da sola ancora nuda e sporca di sesso, sulla sua scrivania, era corso, aveva bloccato l'ascensore, l'aveva inseguita fino alla 45esima di Broadway, ma poi si era bloccato, ed aveva realizzato che l'aveva persa per sempre.
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Same Mistakes (H.S)
Teen Fiction“Si dice che le anime gemelle siano destinate a rincontrarsi” “C'era un tempo in cui ci credevo– effettivamente era lei. Credevo in qualunque cosa lei dicesse, lei era sempre lì. Il porto in cui attraccavo quando rischiavo di essere inghiottito da...