Capitolo tre

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Ciao a tutte!
Avevo scritto questo capitolo che mi piaceva tanto, e mio fratello me l'ha cancellato.
Vi giuro, lo ucciderei a mani nude se potessi.
Comunque, spero che questo vi piaccia.
Vi lascio alla lettura, votate e commentate.
Veronica.

Harry's Pov

Il tepore dei raggi solari pesa sulle mie palpebre chiuse, strizzo gli occhi e mi beo di quell'istante che divide lo stato di sonnolenza dal risveglio. Le tempie mi dolgono a tal punto da farmi stringere i denti, e i ricordi della serata precedente appaiono disordinati come un rullino in fase di sviluppo davanti ai miei occhi, ancora serrati.
Quando apro gli occhi e sento un respiro estraneo, realizzo che non ho dormito da solo.
È umanamente impossibile che una ragazza sia nel mio letto, nessuno ha il permesso, oltre Louis, di dormire tra le mie lenzuola. Infatti, appena scorgo la figura del mio migliore amico stringersi al cuscino e mugolare, in un certo senso, mi tranquillizzo. Ho un fottuto cerchio alla testa e mi pento di aver bevuto così tanto la sera precedente. Immagini della festa di Andy Samuels mi appaiono sfocate ed io mi sento disorientato. L'amico di Liam è un pazzo, di questo ne sono sicuro.
Louis dorme beatamente, e mi fa piacere dopo la nottata insonne che ha passato a stringere il cuscino e imprecare contro Eleanor, con la quale ha nuovamente litigato.
È per questo che sto il più lontano possibile dai rapporti di coppia, le donne da parte mia si aspettano solo degli orgasmi, e la cosa è reciproca. Questo non mi ha mai infastidito, loro usano me ed io uso loro. Nessun malinteso. Il mio telefono vibra incessantemente sul comodino, lo afferro e appena noto il nome lampeggiante della ragazza di Louis prontamente rispondo.
- Lui è lì con te?
Il suo respiro è irregolare, scosso da fremiti e singhiozzi. Non ho mai sentito Eleanor piangere e questo mi fa pensare che la cosa è più seria di quanto non lo sia solitamente.
- Si, - mi schiarisco la voce, ancora impastata dal sonno, e la sento nuovamente singhiozzare - tutto apposto tra voi due? -
Le domando, e da una parte spero che non mi risponda, perché non me ne può fregare niente delle loro cose private. L'ho fatto solo per gentilezza, e perché Louis è davvero innamorato di lei. Louis è mio fratello, o qualcosa che gli si avvicina, dunque mi sento in dovere di proteggerlo come lui fa con me.
- Io.. ho fatto una cazzata- singhiozza - questa volta non penso che mi perdonerà - singhiozza, nuovamente. I suoi singhiozzi sono fastidiosi, fin troppo.
- Prendi le conseguenze dei tuoi errori, Eleanor. Louis ti ama, e se anche tu lo ami devi dimostrarlo.
Detto ciò, riattacco, non volendo più sentirla piangere quando la colpa è stata interamente sua e anche lei stessa l'ha ammesso. Tutto ciò mi porta a lei e dei ricordi dolorosi si attanagliano nel mio stomaco, stringendolo in una morsa.
Rivederla qualche giorno fa mi ha totalmente disorientato, quando finalmente imparo a convivere con la sua assenza e mi abbandono all'idea che quel sentimento fosse tutta una farsa, un teatrino, lei riappare.
Sono andato avanti così, eravamo dei ragazzini immaturi che giocavano a fare i grandi. Avevo solo sedici anni e tutti a sedici anni fanno degli errori.
Lei è sempre la stessa, con delle forme più pronunciate e una scintilla che non avevo mai visto prima nei suoi occhi, ma lei è sempre quella ragazzina impertinente che più volte avrei voluto prendere a schiaffi. Più di tutto, è la determinazione che mi attraeva, in lei. Era sempre pronta a sfidarmi, in tutto e per tutto. In quell'esile corpicino si nascondeva una leonessa, che però, non avevo visto qualche giorno prima.
La sua amica era così fastidiosa e diversa da lei che mi chiedo come faccia a sopportarla - ha interrotto quel momento che non si creava da troppo tempo tra di noi, ed ha incominciato a sclerare quando ha realizzato che fossi un componente dei One Direction. Una reazione normale, per niente eccessiva. Ma Gwen sembrava indifferente a tutto questo.
- Haz, hai capito? -
Neanche mi sono reso conto che Louis è sveglio e che mi sta parlando. Ha ancora il viso spalmato sul cuscino, la sua voce mi appare ovattata.
- Come? - Lui ruota gli occhi, - non lo vedo, ma so che lo sta facendo - e sbuffa sonoramente.
- Pensi a lei da quattro giorni, Harry. Datti una regolata, chiamala se proprio ci tieni.
Io sbuffo annoiato, e lo colpisco con un piede.
- Io non sto pensando proprio a nessuno! - Lo schernisco, o almeno credo di farlo.
- Già, certo. Comunque, devi muoverti, abbiamo un intervista a BBC tra meno di un ora. Sai quanto a Boyd non piaccia aspettare.
Sghignazzo quando penso all'immagine dell'omone della sicurezza di nome Boyd, che ci scarrozza da una parta all'altra sottostando ai nostri capricci da popstars.
Trascino il mio corpo fino al bagno, aprendo il rubinetto nel box doccia, spogliandomi dei miei vestiti, e entrandoci.
L'acqua a primo impatto è ghiacciata, gemo quando si insinua tra i miei capelli e poi scivola giù fin sotto i miei piedi. Con movimenti lenti e ripetitivi mi insapono prima il corpo, e poi la testa, lasciandomi trasportare dal tepore dell'acqua e dai miei pensieri incasinati.
Louis, nonostante tutto è sempre l'unico, insieme a Liam, tra i ragazzi a comprendere tutto senza neanche chiedermi esplicitamente cosa sta succedendo. Liam è un po' il nostro punto di riferimento, lui è molto serioso e bacchettone, ma è anche quello con i piedi per terra del gruppo. È molto palloso, e a volte sono quasi sicuro che non si sia mai divertito davvero senza pensare alle incombenti conseguenze. In questo si differenzia da me, mentre Liam è troppo contenuto, io non ho proprio filtri. Mi comporto come un ragazzino viziato il 90% delle volte, senza pensare alle conseguenze. Io sono proprio l'esponente fondamentale dell'Edonismo, ne sono pienamente certo.
Provare piacere senza sensi di colpa, è quello che mi riesce meglio. La musica, le donne e l'alcool sono i piaceri più grandi per un uomo. E tutto è, prontamente, connesso da un filo logico. La musica non verrebbe scritta se non avessi una storia su una donna da raccontare, non avrei mai il coraggio di scriverla senza la spinta dell'alcool, che mi inebria i sensi e mi fa sentire più spavaldo, e da lì è tutto in discesa, la mano sembra lavorare autonomamente sul pezzo di carta, la biro scorre freneticamente e le parole cadono come fa la pioggia a Londra quotidianamente e incessantemente.
Sgocciolante, esco fuori dal box doccia e mi avvolgo nel mio accappatoio blu. Mi vesto con un boxer, un jeans nero e un maglione grigio. Mi addentro in cucina, dove il mio coinquilino e Liam si stanno imbrattando la bocca di latte e cereali.
Guardo Liam, e per un momento mi chiedo cosa ci faccia qui, ma come se avesse in qualche modo letto nella mia testa, mi risponde, con la sua parlantina-repentina.
- Eri talmente ubriaco che Louis non è riuscito a trascinarti qua da solo, dunque l'ho aiutato, era troppo tardi e mi sono addormentato sul letto di Louis. - Io annuisco e basta, sedendomi accanto a loro; prendendo i cereali li verso nel latte e comincio a mangiare in un religioso silenzio.

Same Mistakes (H.S)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora