Seduta sulla spiaggia osservo le onde danzare avanti e indietro davanti ai miei occhi. Il sole che quasi sta tramontando poggia delicatamente sull’acqua, accarezzandola e trasformandola in una tela colorata da mille sfumature. Questo è l’unico momento in cui il rumore del mare, il suo andare e venire, sovrasta il casino che ho dentro. Penso che vorrei rimanere qui per sempre, silenziosa e in pace con me stessa, invece di sentirmi continuamente sull’orlo di un precipizio, come se ogni mio passo non fosse mai affondato sulla terra ferma, come se ogni mia decisione mi spingesse a stare in equilibrio su una fune talmente tesa che al minimo spostamento d’aria fa precipitare nel vuoto. Il vuoto più scuro e profondo, quello che fa paura, che ti lascia al freddo e fa tremare il cuore. A volte si è così stanchi di combattere per ogni cosa, per avere anche solo un briciolo di felicità, che per un attimo l’idea di smettere di farlo e mollare tutto e lasciarsi andare, ti sfiora, ti carezza, ti tenta. Poi però ti guardi allo specchio e pensi che ogni ruga, ogni segno sul tuo corpo, ogni cicatrice nel tuo cuore non può essere stata vana e fine a sé stessa. Che senso avrebbe fare tanta fatica e poi non arrivare a nulla? Allora ti asciughi quella lacrima solitaria scesa senza preavviso, prendi un gran respiro, ti guardi un’ultima volta, consapevole che tornerai davanti a quello specchio e ogni volta ti vedrai cambiata, poi ti volti e riprendi a camminare.
STAI LEGGENDO
Sono Solo Parole
KurzgeschichtenPiccoli scorci di emozioni, parole e pensieri su carta. Realtà vissute e immaginate.