Senza Respiro

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Sento il suono dei suoi stivali picchiettare sul
pavimento, passo dopo passo sempre più vicini
aldilà della porta che ora sto fissando tremante , mentre piano
indietreggio cercando invano un posto dove nascondermi. L’unica cosa che ci divide è una stramaledetta porta. Porta che tra poco si aprirà, lasciandomi completamente indifesa davanti a quel mostro. Quando realizzo che sta per accadere di nuovo il cuore
inizia a battere così forte che posso sentirlo pulsare nel petto, nelle orecchie, nella testa, nelle vene, nella pancia, lo sento togliermi il respiro e serrarmi la gola. Niente più passi. Eccoci, è arrivato il momento in cui il mio corpo diventa come quello di una bambola di pezza che viene preso, tirato, sbattuto da una parte all’altra. Posso già sentire quell’odore familiare del suo dopobarba che mi arriva addosso come uno schiaffo in
pieno volto, mentre un conato di vomito arriva prepotente su
per la gola. Quando la porta si apre con un tonfo sordo, sbattendo con prepotenza contro il muro, il mio povero cuore si ferma. Tutte le volte provo le stesse sensazioni: paura, rabbia e rassegnazione. La paura di poter morire tra dolori lancinanti, che mi tolgono il respiro, che squarciano corpo ed anima. La rabbia di non riuscire a scappare, reagire e sottrarmi alle sue mani sporche, ai suoi occhi languidi, alla suo alito pesante e il suo corpo sudicio. La rassegnazione poi, è dilaniante, non mi fa respirare. Mi priva di tutto. Mi toglie la cosa più importante che esista: la libertà di fare ed essere ciò che voglio. E mi manca l’aria. Non respiro.
                                                                                 
                                                                                      

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