6. Ti farò divertire io

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Sono passati appena tre giorni dalla conversazione che abbiamo avuto io ed Harry in quella magica serra: una volta tornati a casa non abbiamo nemmeno più affrontato il discorso riguardante la sua eventuale partenza di un anno all'estero, scegliend...

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Sono passati appena tre giorni dalla conversazione che abbiamo avuto io ed Harry in quella magica serra: una volta tornati a casa non abbiamo nemmeno più affrontato il discorso riguardante la sua eventuale partenza di un anno all'estero, scegliendo, di muto e comune accordo, di non farci venire ansie inutili. Da quel che avevo capito, a sapere del concorso di Harry siamo solo io ed Hayley, nemmeno Louis ne è stato informato. Louis, a proposito, vive le sue giornate pieno di nervosismo: Lily e Jeff continuano a frequentarsi e più di una mattina ci siamo trovati a fare colazione in cinque, cercando di gestire l'imbarazzante silenzio che si creava ogni volta che Louis entrava nella stanza guardando in cagnesco il suo, ormai ex, amico. Lily sembra non accorgersi di nulla, probabilmente ciò è dovuto al suo temperamento sempre iper positivo, ma è davvero incredibile come non faccia caso alle frecciatine di Louis che, in ogni gesto e sguardo, mostra chiaramente di essersi preso una bella cotta.

Io ed Harry viviamo in disparte questo piccolo dramma, soprattutto perchè entrambi abbiamo i nostri drammi a cui dare attenzione: Harry fa avanti e indietro fra casa e l'università, portando a termine le ultime consegne per entrare in regola e concorrere per il master all'estero, supportato da un instancabile Zayn che, fra una sigaretta e una birra, ha passato più tempo da noi che a casa sua; l'umore di Harry è teso, emozionato, e credo non sia dovuto solo al concorso: il giorno della laurea si avvicina e sia che lui, ogni volta che guardiamo il calendario, senza dirci nulla ci scambiamo uno sguardo un po' preoccupato che riflette benissimo le nostre paure, quelle che ci siamo confidati in giardino e quelle che con molta probabilità ci racconteremo una volta finito tutto. 

Io ed Archie facciamo di tutto per vederci: o meglio, io faccio di tutto. Ho cercato di mettere da parte l'incidente dell'ospedale per il bene della nostra relazione ma sembra comunque diventato impossibile riuscire a vedere il mio ragazzo, tanto che mi sembra incredibile il fatto che sia davvero a Londra: ha turni infiniti in ospedale e lo studio medico privato a cui presta la presenza come secondo lavoro non aiuta di certo a renderci le cose più facili. Ci sentiamo di sfuggita durante il giorno, fra messaggi scritti di fretta e poco sentiti, chiamate che iniziano tutte con lamentosi e stanchi ehi mi manchi e che si concludono con i medesimi devo andare, perdonami  di un Archie che vedo ormai di rado. So che tiene a me, me lo ha dimostrato molte volte e la tenera telefonata che mi ha fatto a sorpresa alle tre di notte dopo essere uscito dalla sala operatoria mi ha riscaldato il cuore, ma non è abbastanza. La sua faccia irritata che mi ha accolto quella mattina in ospedale non si allontana dai miei pensieri. Quando finalmente ieri siamo riusciti a vederci non mi sembrava vero di poterlo abbracciare: purtroppo il mio entusiasmo si è spento due ore dopo quando, nel bel mezzo di un bagno caldo ovviamente a casa sua, il suo telefono è squillato, intimandogli di correre in reparto, lasciandomi sola fra le bolle di sapone.

"Mi ha un po' stufato, capisci?" sto raccontando tutto questo ad una Hayley che mi ascolta corrucciata, la sigaretta bianca stretta fra le dita che contrasta con le unghie smaltate di nero e i capelli castano scuro sempre in perfetto ordine, nonostante il vento che ci ha sorprese una volta fuori dalla facoltà. Abbiamo accompagnato Harry all'università per consegnare finalmente il suo lavoro per il master, così io ne ho approfittato per fare le ultime domande al mio relatore e lei al suo, in vista del venticinque giugno che si avvicina per entrambe. "Mi piacerebbe davvero che si impegnasse un po' di più, non chiedo molto."

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