9. Profuma di casa

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Io e Louis siamo cresciuti con nostra madre e nostra nonna materna

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Io e Louis siamo cresciuti con nostra madre e nostra nonna materna. Non abbiamo mai avuto un padre, o meglio, sapevamo di averlo da qualche parte, ma non è mai stato presente nelle nostre vite, se non in qualche casuale episodio in cui eravamo noi a cercare la sua attenzione e a desiderare che potesse esserci la possibilità di averci a che fare: tuttavia è sempre mancata l'iniziativa dall'altra parte, così mentre io mi sono rapidamente arresa alla consapevolezza che mio padre non volesse avere a che fare con noi, Louis tentava ogni tanto di vederlo, chiamarlo o rintracciarlo in qualche modo, anche solo per prenderlo a parole. In ogni caso, la non presenza di un padre nella nostra via, per quanto tentassimo di nasconderlo, era qualcosa di incolmabile: nostra madre faceva doppi turni a lavoro che, essendo infermiera, la impegnavano a volte anche la notte e noi stavamo a casa con nostra nonna. La nonna era stata una presenza fondamentale nelle nostre vite: se ripenso alla mia infanzia lei è una delle belle cose che l'hanno resa tale. Siamo letteralmente cresciuti con lei, con le sue parole, i suoi insegnamenti, le sue credenze bizzarre, i suoi consigli sempre giusti e sempre pronunciati al momento esatto, la sua cucina sperimentale e paradossale, considerando lo stereotipo della fenomenale cucina che tutte le nonne dovrebbero possedere; era una donna meravigliosa, forte, bellissima ed amorevole che aveva dedicato il resto della sua vita, una volta che nostro nonno era morto improvvisamente, a prendersi cura di noi, non riuscendo ad accettare che fosse solo nostra madre a trovarsi con due figli da crescere. Solo il ripensare alla sua figura mi faceva sorridere: era una donna di piccola statura ma piazzata il giusto, caratterizzata da una voce forte e gentile che con il tempo era diventata un po' rauca a causa del suo vizio per le sigarette che teneva dentro un piccolo contenitore a motivo floreale; portava i capelli corti e si ostinava a tingerli perchè detestava l'idea di vedersi con la capigliatura di Babbo Natale anche se non le importava troppo l'apparenza, preferiva la sostanza. Una delle cose che più amavo di lei erano gli abbracci: aveva un seno molto prosperoso, cosa di cui si lamentava costantemente augurandomi di non ricevere gli stessi suoi geni, e braccia forti, frutto del duro lavoro nella sua vita, perciò ogni volta che mi abbracciava mi sembrava di stringere un morbidissimo cuscino che profumava di lavanda e di Chanel numero 5, l'unico profumo che si concedeva di acquistare con un pizzico di vanità.

Il fatto di non avere un padre mi sembrava qualcosa che, fin da piccola, fosse normale, forse perchè non avevo mai realmente vissuto con una figura paterna: per me c'era la mamma, amorevole e impegnata, e mia nonna, la mia famiglia; naturalmente non è da scordare Harry, fin da subito parte della nostra famiglia e noi della loro, anche se pure lui in casa non aveva una situazione idilliaca: i suoi genitori si erano separati quando di anni ne aveva sette così lui, sua madre Anne e sua sorella Gemma si erano trovati ancora più circondati dall'affetto della nostra piccola e strana realtà famigliare. Ricordo ancora quasi con nostalgia i pranzi e le cene di Natale passati assieme, tutti stretti nel salotto di casa nostra mentre apriamo pacchetti e mangiamo i piatti che nostra nonna aveva deciso di sperimentare, cosa che faceva ridacchiare noi tre bambini sotto i baffi; ricordo le giornate di pioggia in cui Harry stava da noi a guardare i cartoni alla televisione, mentre la nonna si prendeva cura di noi; ricordo le carezze, gli abbracci stretti stretti e le parole dolci e sincere che mi sussurrava la nonna quando mi augurava la buonanotte, e la cura che aveva in ogni cosa che riguardasse noi; ricordo Louis che imbronciato le raccontava le sue delusioni amorose a dodici anni e lo ricordo poi sul portico a vent'anni con lei, seduti mentre si fumano una cicca parlando del più e del meno; ricordo le risate che si facevamo assieme ad Harry quando di univamo in coppia per batterla a dama, mai a scacchi perchè non aveva mai voluto imparare, e ricordo i nostri sguardi stupiti ogni volta che lei vinceva senza fatica rivolgendoci un'occhiata orgogliosa, anche se poi ci diceva che prima o poi l'avremmo battuta. Ricordo questo e tanto altro di lei: il suo essere sempre presente, il suo aver sacrificato tutto per starci accanto con ogni fibra del suo corpo, il suo essere stata più di una semplice nonna fino alla fine dei suoi giorni.

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