𝟑. 𝐌𝐞𝐞𝐭 𝐦𝐞 𝐢𝐧 𝐭𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐥𝐥𝐰𝐚𝐲.

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"Mamma, hai visto per caso le mie dècolletè con la suola rossa?" chiesi a mia madre.

Erano passati due giorni dalla mia visita all'attico e quella mattina decisi di impacchettare tutti i miei vestiti per poi portarli nella mia nuova casetta.

"Tesoro intendi le Loubutin?" rispose mia madre.

"Si mamma, intendo quelle. Sai dove sono?" chiesi di nuovo.

"Cara quali Loubutin intendi?"

"Mamma sto cercando quelle nere. Le altre le ho già messe negli scatoloni. Mi mancano solo quelle nere."

"Aspetta che vado a controllare nella mia cabina armadio. Forse te le ho prese io per sbaglio." detto ciò, mia madre girò i tacchi e andò nella sua stanza.

Intanto che aspettai mia madre, decisi di impacchettare tutti gli altri vestiti.

"Sky, cara, le ho trovate. Ecco tieni. Inoltre ho trovato, nella mia cabina armadio, pure il tuo Dior beige della stagione scorsa. É meglio se lo porti a casa tua perchè ti sta da Dio." disse mia madre passandomi le Loubutin nere e il vestito.

Dopo circa quattro ore, finii di caricare tutte le numerose scatole sul furgoncino, salii sulla mia macchina e mi diressi verso Kensington's Residence.

Quel giorno, chissà per quale assurdo motivo, avevano deciso tutti di uscire tutti e quindi, anzichè metterci dieci minuti, ci misi circa trenta minuti in macchina dalla casa dei miei genitori, a Chelsea, a casa mia, a Kensington.

Una volta arrivata nel mio nuovo palazzo, entrai e vedi subito Andrew impegnato a parlare con una graziosa signora anziana, così mi avvicinai per salutarli.

"Buongiorno Andrew, buongiorno signora" dissi cordialmente sorridendo.

"Buongiorno signorina Skylar."

"Buongiorno cara, io sono Elizabeth White e abito al tredicesimo piano. Tu devi essere la nuova ragazza che si è appena trasferita al ventesimo piano." mi rispose dolcemente la signora.

Non la conoscevo neanche e già sapeva tutto su di me. Che impicciona! Decisi comunque di essere gentile; non volevo avere problemi con nessuno.

"Oh si, sono io la nuova arrivata. Ora vi devo lasciare perchè devo andare a sistemare tutti gli scatoloni." dissi e me ne andai

"Ciao cara"

"Arrivederci signorina Skylar." risposero contemporaneamente Andrew e la signora White.

Presi l'ascensore e premetti il pulsante venti. Una volta arrivata al ventesimo piano, trovai tutti gli scatoloni in corridoio.

Arrivai davanti alla porta di casa mia, la aprii ed iniziai a portare gli scatoloni in soggiorno finchè qualcuno non suonò ripetutamente al campanello.

"Arrivo. Un secondo." urlai dalla mia cabina armadio.

Mi diressi alla porta domandandomi ripetutamente chi mai potesse mai essere. I miei amici sicuramente non erano perchè non sapevano ancora l'indirizzo esatto di casa mia. Mio padre era in ufficio, mia madre in teoria aveva un volo per Parigi, quindi non potevano essere neanche loro. Forse era qualche mio vicino di casa.

Cercai di camminare più in fretta possibile e quando aprii la porta mi trovai un ragazzo bellissimo, alto con i capelli castani e con gli occhi verdi.

Lui mi guardò e disse "Sono tue queste scatole qui nel corridoio?"

"Si, entro sta sera giuro che le tolgo tutte. Comunque io sono Skylar, la nuova arrivata." risposi nel modo più calmo possibile e allungando la mia mano.

"Non mi interessa chi sei, devi togliere subito queste scatole. Sto aspettando delle persone e non voglio che trovino le tue stupide cose in giro per il mio corridoio." disse in modo arrogante.

Skylar stai calma.

Skylar stai calma.

Skylar. Stai. Calma.

Fanculo la calma, sto qua ha bisogno di una bella lezione.

"Scusa? Il tuo corridoio? Per caso vedo il tuo nome, sicuramente di merda, scritto da qualche parte? No! Io ho comprato una casa in questo piano quindi il corridoio è anche mio e, per tua informazione, le mie stupide cose le tolgo quando cazzo mi pare quindi gira i tacchi e non mi rompere mai più i coglioni." dissi sorridendogli e chiudendogli la porta in faccia.

Che sbruffone!

Alla fine riuscii a liberare tutto il corridoio entro le otto di sera.

Dopo una giornata così pesante, ero troppo stanca per cucinare quindi decisi di ordinarmi una pizza, che mangiai mentre guardavo una serie TV su Netflix.

Verso le undici decisi di farmi un bel bagno rilassante e per mezzanotte e mezza ero già sotto le coperte nella mia camera.

Stavo sognando di essere su una spiaggia con un bagnino molto sexy quando sentii della musica a tutto volume e mi svegliai di colpo.

Senza neanche cambiarmi, uscii di casa e controllai tutto il piano per capire da dove venisse quella musica a tutto volume.

Oltre alla mia porta, ce n'erano altre due. Andai verso la porta più vicina, bussai e dopo qualche istante, un uomo sulla quarantina aprì la porta e chiese

"Si? Cosa c'è?"

"Scusi, sono la nuova arrivata, e volevo chiederle se per caso potesse abbassare la musica. Non riesco a dormire." dissi un po' impaurita dalla faccia severa e irritata dell'uomo.

"Qui non c'è nessuna musica, prova a guardare a casa del ragazzino dall'altra parte del piano." mi rispose sbadigliando.

"Oh okay, grazie mille. Comunque piacere, io sono Skylar Scott." dissi allungando la mano verso di lui.

"Piacere mio Skylar, io sono George Truman e se non ti dispiacerebbe vorrei tornare a dormire. Comunque ti consiglio di dormire con i tappi nelle orecchie perchè almeno una volta a settimana quel dannato ragazzino fa una festa e nessuno può dirgli nulla perchè lo zio è il proprietario del grattacielo." disse infastidito.

"Okay, cercherò di parlargli con calma. Buona notte." dissi e mi diressi verso la casa di quello sbruffone del corridoio.

Una volta arrivata davanti alla sua porta, suonai il campanello ma nessuno mi rispose; quindi decisi di suonarlo per altre dieci volte finchè occhi verdi non mi aprì la porta e dalla sua faccia capii benissimo che fosse annoiato dalla mia presenza.

"Ancora tu? Che vuoi?" disse seccato.

Dio che palle! Fanculo la calma che dovevo mantenere. Con una persona del genere non si può mantenere nessuna calma.

"Come che voglio? Voglio che tu abbassi il volume! Se non l'hai notato siamo nel bel mezzo della notte e ci sono persone che che vorrebbero dormire deficiente!" dissi incazzata.

"Woah! Per prima cosa ti calmi e poi io di certo non prendo ordini da te ragazzina. Io tengo la musica a tutto volume quanto cazzo mi pare. Non è un problema mio se ti da fastidio." concluse sbattendomi la porta in faccia.

Fottuto coglione.

Chi cazzo si credeva di essere quel coglione? Il proprietario del mondo?

Fanculo. Mi faceva incazzare troppo, e l'avevo conosciuto solo quel pomeriggio.

Ritornai tutta incazzata a casa mia, andai in camera, mi misi un top e degli shorts e andai in palestra a sfogarmi un po'.

Dopo circa un ora di allenamento, andai in bagno, mi feci un'altro bagno rilassante e cercai se da qualche parte avessi per caso lasciato dei tappi per le orecchie ma nulla!

Così, andai nella piccola sala cinema, mi sdraiai su una poltrona e finalmente riuscii ad addormentarmi visto che era insonorizzata.

Avrei tanto voluto sognare di nuovo il bagnino sexy che mi salvava però, riuscii a sognare solo un vecchio barbuto che cercava di flirtare con me dentro un bar da quattro soldi.

Tutta colpa di quel coglione del mio vicino di casa.

They don't know about us (H.S.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora