𝟓. 𝐖𝐚𝐭𝐞𝐫𝐦𝐞𝐥𝐨𝐧 𝐬𝐮𝐠𝐚𝐫.

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"Quindi?" disse Harry guardandomi.

"Quindi cosa?" chiesi annoiata.

"Dobbiamo darci una mossa, Snowflake chiude tra circa mezz'ora." disse il moro iniziando a camminare verso l'uscita.

Lo seguii in silenzio e appena usciti, mi diressi verso il parcheggio.

"Dove pensi di andare?" mi domandò Harry con una faccia interrogativa.

"Non ti sembra ovvio? Me ne vado a casa." dissi mentre camminai verso la mia macchina.

Neanche due secondi di silenzio che Harry iniziò a seguirmi e riprese a parlare

"Non vorrai mica essere rimproverata dal tuo paparino?" disse guardandosi in giro.

"Non oseresti."

"Che cosa te lo fa pensare?" mi domandò il riccio.

"Dai, non puoi essere così stronzo." dissi praticamente urlando.

"Vuoi scommettere?" mi sfidò mentre prese il telefono dalla tasca ed iniziò a digitare un numero.

"No Harry, ti prego non chiamare mio padre." lo implorai.

Avrei fatto qualsiasi cosa per non far arrabbiare papà, in fondo era tutto merito suo se avevo una casa e un lavoro.

"Stai tranquilla, sto solo chiamando Louis." disse avvicinando il telefono al suo orecchio.

Louis? Chi cazzo era sto Louis?

"Chi è Louis?" chiesi ad Harry mentre aprii la portiera della mia macchina.

Harry si girò dalla mia parte, mi fissò e incominciò a parlare.

"Uno, Louis è il mio migliore amico e due, mi lasci guidare la tua macchina?" mi chiese facendo gli occhi dolci.

Patetico.

"Ma te lo scordi. La mia bella macchinina la guido solo io." gli risposi entrando in macchina e mettendomi gli occhiali da sole imitando le ragazze fighe che si vedono sempre nelle pubblicità dei profumi.

Oggi, a Londra, stranamente era una bella giornata soleggiata.

Harry smise di protestare e, dopo aver parlato con quel tizio di nome Louis, salì, sbuffando, sulla mia macchina.

Appena usciti dal parcheggio delle Scott Enterprises, rimanemmo subito imbottigliati nel traffico.

Fanculo.

Ogni volta che dovevo uscire, tutti decidevano che quello fosse il momento giusto per uscire e rompermi i coglioni.

Sbuffai ripetutamente finchè Harry smise di guardare il suo telefono e si girò dalla mia parte.

"Hai finito si sbuffare? Se non hai notato, siamo a Londra, una metropoli, e quindi è normale che ci sia traffico." disse dandosi delle arie da chissà chi.

Mamma mia se lo odiavo. Era uno sbruffone da quattro soldi.

"Se non hai notato, sei nella mia macchina quindi sbuffo quanto mi pare e piace." gli dissi facendogli la linguaccia come una bambina di cinque anni.

Dopo un paio minuti di silenzio accesi la radio ed iniziai subito a cantare quando sentii "Scary Love" dei The Neighbourhood

"Move to the city with me
I don't wanna be alone
Don't wanna be alone
You're too pretty for me
Baby, I know, it's true, yeaaaaaaah"
cantai a squarciagola ed Harry mi guardò subito male.

"Dai Harry cantala pure tu, lo so che la conosci." gli dissi sorridendogli.

Un momento. Gli avevo appena sorriso? Mi sa proprio che cantare mi faceva male.

They don't know about us (H.S.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora