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Hajime non aveva più voglia di stare a quel concerto.

Nella piccola casa abbandonata, che ospitava quel evento, erano stipate più di un centinaio di persone e l'atmosfera stava diventando spiacevole.

Il ragazzo era andato lì per ascoltare un po' di buona musica rock, non capitava molto spesso che delle band si esibissero in posti vicini a lui e quando aveva saputo la notizia di quel avvenimento vi si era subito imbucato.

Alla fine però si era ritrovato, come ogni Domenica, seduto su un divanetto polveroso, con la testa annebbiata e una canna in mano.

L'aria era irrespirabile, un misto di erba e alcol, la gente continuava a saltare e ballare, ogni tanto qualcuno cadeva per terra frastornato o correva in cerca di un secchio per vomitare.

Un ragazzo dalla faccia poco raccomandabile si avvicinò a lui.

"Ehi bello non è che mi presteresti un po' della tua erba" da come parlava e dalla camminata ondeggiante si capiva benissimo che quel tipo era andato.

Hajime decise di non rispondergli e avvicinò la canna alla bocca, aspirò, e fece uscire del fumo denso.

"Coglione dico a te...quella non era una richiesta ma un ordine" sbraitò il più grande.
L'altro non rispose, gli erano capitate vicende molto simili e non ribattere era la scelta migliore, in oltre non aveva voglia di litigare, voleva soltanto rilassarsi e lasciarsi andare in tutto quel baccano.

L'ubriacone lo squadrò con uno sguardo torbido e se ne andò.

Il ragazzo sentì un rumore assordante, vetri che si infrangevano, e un dolore lancinante al braccio sinistro.
Piccoli tagli, poco profondi si stagliavano su di esso.

La testa, alla vista di tutto ciò, gli inizió a girare e delle macchioline nere gli annebbiarono la vista; provò ad alzarsi ma le gambe gli cedettero facendolo ricadere seduto sulla poltrona.

Doveva andarsene.

Ma come? Se non riusciva neppure a reggersi in piedi, nessuno lo avrebbe aiutato, c'era troppa confusione perché qualcuno lo notasse.

Iwaizumi iniziò ad impancarsi.

Sarebbe veramente morto per una cazzata simile?

Il suo battito cardiaco inizió ad accelerare, ogni respiro era sempre più difficile, il suo corpo e la sua mente iniziarono ad abbandonarsi a quella sensazione così spiacevole ma allo stesso tempo prorompente.

"Va tutto bene?" Hajime si accorse che un'alta e snella figura gli si stagliava davanti, un ragazzo, avrebbe detto dalla voce grave, non ne riusciva definirne bene i tratti somatici dato che aveva la visuale compromessa dalla troppa erba e dallo shock.

Tolse la mano, che aveva istintivamente appoggiato sul braccio ferito.

La figura davanti a lui sobbalzò: "stai tranquillo, non mi sembra grave..."

"Facile da dire per te che sei ancora intero" ribattè Hajime utilizzando l'ultimo filo di sarcasmo che gli era rimasto.

Il ragazzo lo aiutò ad alzarsi e lo condusse fuori dalla casa abbandonata.

I due si sedettero su di una panchina nel giardino dell' abitazione.

Hajime iniziò a rinsavire e diede un'occhiata alla persona che lo aveva aiutato: carnagione chiara, capelli color nocciola.
Sobbalzò quando scoprì che si trattava di Oikawa Tooru.

Aveva sempre odiato quel ragazzo, era il classico bel tipo con mandrie di ragazzine hai piedi, perfetto in tutto e per tutto, brillante in qualsiasi cosa facesse, presuntuoso ed egocentrico fino al midollo.
Se non fosse stato in quelle condizioni Iwaizumi lo avrebbe sicuramente insultato.

"Mi sono spaventato un sacco, eri diventato bianco come un cadavere..." esordì Tooru, mentre gli disinfettava  le ferite con un fazzoletto imbevuto d'acqua.

Sicuramente lo aveva soccorso per migliorare ulteriormente la sua reputazione da ragazzo perfetto e per mettere in mostra la propria superiorità rispetto agli altri che non lo avevano fatto...in fondo che motivi aveva per aiutarlo? Non si erano neanche mai parlati.

"Lo posso fare da solo" disse Hajime strappandogli il pezzo di carta dalle mani, non aveva bisogno della sua compassione e non voleva avere debiti con un soggetto simile.

Ora che le guardava meglio, quelle ferite non sembravano qualcosa di preoccupante, si era fatto decisamente di peggio in passato, probabilmente la copiosa fuori uscita di sangue e le luci stroboscopiche lo avevano fatto agitare inutilmente.

"Scusa, cercavo solo di aiutare..." disse l'altro con tono gentile.

"Beh io non te l'ho chiesto"ribattè Hajime

"Allora la prossima volta ti lasceró morire dissanguato" esordì Tooru alzando le braccia in segno di colpevolezza.

A quel gesto Hajime gli concesse un lieve sorriso.

"Come hai fatto a ridurti così?" gli domandó ad un certo punto il castano.

"Ho litigato con un tipo e lui mi ha spaccato una bottiglia sul braccio..." ora che lo diceva ad alta voce quell'avvenimento gli pareva abbastanza comico.

Oikawa rimuginò un po' sulla storia raccontatagli dal moro.

"Ti è andata bene...avrebbe potuto spaccartela sulla testa e in quel caso un fazzoletto non sarebbe bastato a risolvere la situazione"

Hajime voleva ribattere ma sapeva che l'altro aveva ragione...si era salvato solo per fortuna.

"Ci siamo già visti in giro o sbaglio?"

"Sei nel mio stesso corso di Chimica, sono Iwaizumi Hajime"

Oikawa fece una faccia confusa: "non mi ricordo di te"

"Probabilmente è perché non vado quasi mai a lezione..." sospirò Iwaizumi.

Tooru decise di non indagare su quell'ultima affermazione del moro, non voleva impicciarsi in affari che non lo riguardassero.

"Ora sto meglio quindi puoi tornare dentro dal tuo gruppo."

Hajime sapeva abbastanza bene chi fossero gli amici di Oikawa e ovviamente odia pure loro, li riteneva un gruppetto di montati di merda, sempre dietro a sfoggiare i loro beni, sempre felici e spensierati...anche se non lo voleva ammettere Hajime li invidiava, lui aveva perso quella spensieratezza e quell'incoscienza da molto tempo.

La loro era l'adolescenza che tutti sognavano e che tutti i genitori avrebbero desiderato per i propri figli.

"Ormai I miei amici se ne saranno andati.
Visto che ormai siamo qui, che ne dici se ci prendiamo un cocktail nel locale qui vicino?" gli propose il castano.

Hajime rimase stupito da quella proposta.

Un ragazzo popolare come Oikawa che usciva con un disagiato come lui?

Hajime accettò l'invito, in fondo non aveva altro di meglio da fare e forse un po' di alcol lo avrebbe aiutato a riprendersi da ciò che era appena accaduto.



Spazio autrice:
Ciao guys, finalmente ho avuto il coraggio di pubblicare uno dei miei reconditi scritti.
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, per me è stato veramente arduo da scrive e non ne sono per niente soddisfatta [sad :( ].

Spero almeno di riuscire ad aggiornare presto (anche se riguardo i capitoli centomila volte e non mi vanno mai bene....ma dettagli).
Lasciatemi una stellina please :3
Bye

perfect |iwaoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora