VI

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"....ed ecco perché non vado quasi mai nei ristoranti cinesi." affermó Tooru decisamente fuori di se per l'erba.

I due erano seduti a terra con i piedi a bagno nel piccolo lago in cui si riversava la cascata.

Hajime fece un lieve sorriso: "sei veramente un coglione."

Il castano rispose a quell'affermazione con un'amichevole colpo sulla spalla.

Le risate che travolgevano i due ragazzi lentamente si affievolirono fino a spegnersi definitivamente e un imbarazzante silenzio iniziò a dominare l'atmosfera.

Fù Tooru a spezzare quel innaturale quiete.

"Ci pensi mai al fatto che nella società di oggi è sempre più difficile essere veramente felici." Aveva pronunciato quelle parole con noncuranza quasi fosse stato obbligatorio l'inizio di quel discorso.

Hajime rimase per qualche minuto in silenzio, si prese un po' di tempo per riflettere su quella affermazione.

"Probabilmente perché la società di oggi è piena di standard di bellezza e mode che ci vengono inconsciamente imposte, la società di oggi non tollera la diversità, non tollera le imperfezioni o gli sbagli, perciò come puoi essere spensierato se ti senti costantemente giudicato."

"I miei-" Tooru si maledì per essersi addentrato in quel argomento ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro e rimanere sul vago: "I miei genitori hanno sempre preteso molto da me, insomma dovevo essere il bambino bravo a scuola, con la media più alta e altre cazzate simili...per un po' ho cercato di soddisfare le loro pretese, i loro standard, ma ora mi continuo a chiedere se valga veramente la pena mettere a repentaglio la mia felicità per loro...per diventare una persona che non ho mai voluto essere."

Hajime si accese una sigaretta e prese un lungo respiro, lo aiutava a riflettere: "Se fossi nella tua situazione probabilmente sarei già scappato di casa, non so che consigli darti, ma posso dirti che in certi casi devi mettere te stesso al primo posto solo così riuscirai a essere realmente padrone della tua vita."

Hajime si sentí un incoerente, un totale coglione a dare quel genere di consiglio, lui aveva sempre agito egocentricamente e questo lo aveva portato ad essere emarginato da tutti, uno scarto della società.

"Mi ripeto la stessa cosa ma ho la consapevolezza che se iniziassi a vivere a modo mio finirei per deludere le loro aspettative."

"Penso che se tu sarai fiero della persona che sei diventato anche gli altri automaticamente lo saranno di te, è una- una questione di chimica."

"Non mi sento molto rassicurato se a dirmi una cosa del genere è stato proprio "uno"che ha fatto di tutto per saltare la verifica di Chimica" ironizzò l'altro.

Hajime a quella battuta non riuscì a trattenere un sorriso.

Tooru sospirò e inclinò leggermente la testa.

"Iwazumi- tu sei felice?"

Il ragazzo sospirò e riportò la sigaretta alle labbra: "nessuno può definirsi felice, almeno alla nostra età dove tutto è ancora così confuso e astratto.
Posso dirti però che l'unico momento in cui mi sento in pace con il mondo e con me stesso è quando sono strafatto o ubriaco."

"Con questo mi stai dicendo che vorresti avere un perenne mal di testa?" lo incalzò Tooru.

"No, vorrei solo riuscire a non pensare a niente, riuscire a non avere nessuna preoccupazione."

"Quindi, secondo la tua logica adesso sei felice?"

"Se la metti in questo modo penso di sì."


Spazio autrice:
Sono tornataaaa.
Scusate per il capitolo molto breve ma ho ritenuto più logico dividerne uno in due parti.
Spero che la storia vi stia piacendo, come sempre vi prego di lasciare una stellina e un commento.
Bye👁👄👁

perfect |iwaoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora