Miles gongolava compiaciuto, guardandoci con aria complice. Sembrava fosse totalmente soddisfatto dalla sua ridicola trovata.
《Tu hai sbattuto la testa da piccolo.》Sentenziai secca. Se davvero pensavano che avrei fatto una cosa del genere, cadevano male. Non sarei stata il premio nella loro ridicola scommessa da quattro soldi. Non ero una ragazza trofeo, né lo sarei mai stata. Non sarei rimasta un minuto di più ad aspettare che Miles se ne uscisse con un'altra ridicola trovata.
Mi staccai bruscamente dall'abbraccio di Derek. 《Io me ne vado.》
《Accetto.》Matthew guardava Derek sorridendogli come se avesse già vinto la sfida. Doveva avere davvero un ego smisurato per considerarsi già un vincitore, pensai che sarebbe stato carino farglielo sapere.
《E, per la cronaca.》 Dissi avvicinandomi, con l'aria più minacciosa del mio repertorio, e puntandogli l'indice contro la camicia hawaiana madida di sudore. 《Non sei vicino lontanamente al mio tipo ideale.》Bugia. 《E non ho alcuna intenzione di uscire con te e di essere la tua ragazza trofeo.》Ed ecco la verità.
Matthew mi sorrise, sembrava essere totalmente in sè ed aver perso tutti gli effetti dell'alcool.
《Però essere la ragazza trofeo di Derek e Miles non ti è dispiaciuto.》
Non feci in tempo a fermare Derek che gli era già saltato addosso, letale come una pantera, a tirargli un pugno sull'occhio.
《Derek, no! No!》Urlai, cercando di tirarlo per la camicia con tutta la forza che avevo in corpo. Ma doveva avergli tirato altri tre pugni prima che Miles si mettesse in mezzo a dividerli.
《Cazzo Derek! Guarda come cazzo l'hai ridotto!》Millie era su tutte le furie, e poteva dar voce a quello che stavo provando io. Potevo vedere gli occhi gonfi e il labbro spaccato, sanguinante, di Matthew Smith. Era stato picchiato da Derek perché voleva uscire con me. Perché sperava in un mio appuntamento. Se avessi subito accettato, senza aspettare che Derek si avvicinasse non sarebbe successo nulla di tutto questo.
Mi chinai leggermente verso di lui, totalmente esanime sul pavimento. Sentendomi in colpa. 《Mi dispiace così tanto.》
《Potevi ucciderlo.》Millie stava continuando ad urlare, scuotendo la testa disgustata. 《Mi fate schifo. Schifo.》
《Forza andiamo via.》Disse Miles, portando con sé Derek. Non potei fare altro che seguirli fuori, totalmente incapace di proferire parola, mentre Millie e gli altri si apprestavano a curare il povero Matthew.
Guardai Derek, la camicia aperta che mostrava il tatuaggio, dall'inchiostro blu, con l'enorme falena, sul petto, ripensando a quanto fosse stato carino a stringermi. Ed ecco che stavo improvvisamente sognando di sposarlo in una spiaggia illuminata dalla luce delle stelle, con qualche amico intimo e le nostre famiglie come testimoni. Indossavo uno di quegli abiti a sirena che avrebbero fatto invidia a Kate Middleton e avevo l'espressione compiaciuta di chi ha appena vinto alla lotteria.
Scossi la testa, trovandomi piccola e patetica. Come potevo lasciarmi prendere dal romanticismo in una situazione simile? Avevo sempre creduto che il mio cervello non fosse sulla stessa lunghezza d'onda di quello degli altri, ma non fino a questo punto. Ero davvero un caso estremo e patologico.
Inizia ad immaginarmi rinchiusa in un'ospedale psichiatrico come la mamma di Alyssa, la protagonista di Splintered, una serie di cui mi ero letteralmente innamorata. Beh, ero innamorata di Morpheus, il brucaliffo più sexy della storia dei brucaliffi, ma quello era un altro discorso.
《Quindi vieni a casa con noi?》
Mi risvegliai nuovamente dalle fantasie sull'uomo-falena dai capelli blu, guardando sbigottita Miles.
《Secondo te?》Gli dissi fredda iniziando ad incamminarmi per la strada buia e deserta.
《Dai Katy, sai perfettamente che era un bluff.》Mi urlò dietro. 《E poi mica ci avresti fatto qualcosa con Smith. Vedi Derek praticamente tutti i giorni, dimmi cosa sarebbe cambiato?》
Alzai il dito medio in risposta, continuando ad incamminarmi incurante. Che si fottessero. Loro due e il loro controllo possessivo della mia vita. Matthew Smith e la sua improvvisa e stupida ostinazione nell'uscire con me.
Avevo bisogno di sfogare tutta la rabbia accumulata e camminare sembrava l'unica cosa capace di impedirmi di spaccare il bel visino di Miles. Continuai a camminare, mettendo più distanza possibile tra me e la casa di Steven More.Mancavano ben dieci isolati a casa mia e non mi sembrava una mossa saggia passeggiare al chiaro di luna vestita come una donnaccia.
Rimpiansi il passaggio di Derek, mentre due ragazzi totalmente ubriachi mi fischiavano dall'altro lato della strada.
《Ehi bambola, quanto prendi?》Mi urlò dietro uno dei due, mentre l'altro sghignazzava come una iena.
Iniziai a camminare più veloce, cercando di non farmi prendere dal panico e tastando convulsamente l'interno della borsetta alla ricerca del telefono.
《Non è educato non rispondere. Non te l'ha insegnato la mammina?》
Continuai a camminare, certa che mi stessero seguendo, a debita distanza.
Riuscii ad agguantare il telefono e iniziai a comporre il numero di mio fratello Thomas, l'unico su cui avrei potuto fare realmente affidamento, prima che un paio di fanali mi illuminassero completamente, abbagliandomi.
Iniziai a correre, terrorizzata, mi sembrava di essere appena uscita da un libro di Sthephen King, pieno di maniaci, mostri e con It pronto a divorarmi. La macchina mi tagliò bruscamente la strada sul marciapiede, facendomi inciampare e cadere all'indietro.
Iniziai ad arrancare verso una casa, prima di vedere il finestrino abbassarsi e una testa color caramello sbucare fuori.
《Monta dai, ti accompagno a casa.》
Iniziai a ridere come un'ossessa, non appena riconobbi Derek. Mi ero così lasciata prendere dal panico che non avevo riconosciuto la golf nera metallizzata con cui ci scorrazzava ovunque.
《Credo che camminerò.》Gli risposi, tornando in me e alzandomi agilmente. 《È una bella serata per fare una passeggiata. 》
《Ma se stavi per avere un infarto non appena hai visto quei due tizi, che ti seguivano.》Miles era sbucato dal finestrino, sbracciandosi per attirare la mia attenzione.
Certo, ero stata un'illusa a pensare che mi avrebbero realmente permesso di tornare a casa a piedi da sola, di notte. Però nonostante fossi delusa dall'aver scoperto che non mi ritenevano in grado neanche di ritrovare la strada di casa, qualcuno doveva spiegargli l'esistenza di Google Maps, non potei non pensare a come avessero aspettato in disparte, dandomi l'illusione che ce la stavo facendo da sola.
Poi ripensai alla scommessa che Miles aveva stipulato con quell'idiota di Matthew e decisi che non era ancora arrivato il momento di perdonarlo.
《Credo che camminerò davvero.》E così feci, mentre loro mi seguivano in macchina a passo d'uomo.
STAI LEGGENDO
Without
ChickLitOgni ragazza sogna di andare al ballo scolastico, scegliere uno vestito sbrilluccicoso, rimpinzarsi di punch e tartine dal gusto discutibile, per poi ballare un romantico lento con il proprio cavaliere, nella speranza di essere nominata reginetta. K...