04.

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«Ci sono tanti modi e tante ore del giorno per dire una cosa così bella alla tua migliore amica, e tu utilizzi l’ora più brutta e il più semplice e banale dei modi.» Sbraita Janice dall’altro capo del telefono. « “Hey Jen, Harry ieri mi ha baciata.” SBAM. È come se mi avessi tirato un mattone in testa e poi mi avessi detto che non l’avevi fatto apposta! Ma dico, ti ha baciata, buon Dio!»

Mi passai una mano fra i capelli ancora umidi per via della doccia appena fatta. Quella mattina mi ero “svegliata” in modo magnifico, era come se vedessi tutto rosa, e a me il rosa non piace, ma era come se tutto attorno a me fosse bellissimo perfino quello stupido colore! Mi ero fatta una doccia e avevo deciso di chiamare Jen e raccontarle tutto, magari il modo in cui le avevo detto del bacio non era uno dei migliori, magari non lo era nemmeno l’ora, visto che erano le 07:00 del mattino, ma non riuscivo a tenermi ancora per molto tutto dentro.

«Scusami. Solo che non vedevo l’ora di dirtelo.» Lasciai andare un sospiro e mi gettai sul letto matrimoniale così caldo e soffice.

«La prossima volta ti stacco la testa.» Si fermò e riuscì ad immaginare cosa stava facendo, lo fa sempre quando è pensierosa, si mordicchia la pelle dell’indice, poi lo guarda, fa una faccia disgustata e infine ritorna normale. «Voglio dire, non ci sarà assolutamente una seconda volta, My.» Ridacchia.

«Non so cosa succederà d’ora in poi…Sai con il tour e tutto. Io non sono all’altezza di una situazione del genere, ma mi piace e vorrei potergli dare più di tutto questo.» Sbuffai.

«Ah…benvenuta nel mondo delle fidanzate, mia cara!»

«Non sono una fidanzata. Non so nemmeno cosa significo per lui, e tantomeno cosa abbia significato quel bacio.» Mi metto seduta e incrocio le gambe, spelacchiando il piumone sotto di me.

«Oh…» Fece una breve pausa. «Chiediglielo.» Potei giurare che avesse alzato le spalle e portato il labbro inferiore sopra quello superiore.

«Non lo farò mai, Jen. Andiamo è di Harry Styles che stiamo parlando, mica di un pinco pallino qualsiasi…»

«Si, tu avresti paura a chiederlo perfino a un pinco pallino qualsiasi. Il problema è che tu sei troppo….tu.» Aggrottai le sopraciglia.

«Che vuol dire che io son troppo io?! Non ha senso quello che dici.» Scuoto la testa.

«Ha senso eccome.»

«Ad ogni modo….Adam?» Voglio che anche lei mi dica qualcosa su come se la sta passando. Non parla quasi mai della sua relazione da quando sono andata via, riesce sempre a scamparsela. Non voglio che si senta giù e che non parli solo per non farmi stare male, lo sa che per lei farei qualsiasi cosa e che mai mi deluderebbe.

«Va…Abbiamo parlato, spero lui abbia capito dove sbaglia, dove sbagliamo insieme…My, mi manca.» Sospira. «Mi manca fottutamente tanto, solo che ho paura. Ci sono cose di lui che amo da morire e altre che non sopporto, ma lo amo, e non credo riuscirei a lasciarlo.»

Resto in silenzio ascoltando ogni suo sfogo. Questa è la mia Jen, una donna forte e sensibile allo stesso tempo. È una donna che non si riesce a capire da subito, ma quando lo si fa è come se si scoprisse un raro tesoro. È capace di amarti incondizionatamente e di odiarti allo stesso modo. So quanto sta male e so quanto lo stia nascondendo.

«Sei forte, sei una guerriera e si risolverà ogni minima cosa. Dovete credere in quello che siete, dovete rialzarvi più forti di prima. Le difficoltà si sistemeranno. Qualunque esse siano.» La consolai e in quel momento la sentì tirare su con il naso,

«Mi manchi.» Disse con le parole che le morivano in gola.

«Tornerò presto. Te lo prometto.» La rassicurai.

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