08.

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«A cosa stai pensando?» Mi chiese Harry mentre, coricato, mi stringeva a se.

«A niente.» Sorrisi e strofinai il viso sul suo petto, coperto da una magliettina bianca.

Lui sospirò e mi baciò la testa.

«Tu che hai invece?» Chiesi guardandolo negli occhi.

Harry distolse lo sguardo, rimase a fissare il quadro nella parete davanti al letto e non fiatò.

Mi mossi contro di lui, intrecciai meglio la mia gamba destra con le sue e gli baciai il collo. Erano tutte piccole cose che non avevo mai fatto, ma che pensavo che in quel momento a lui sarebbero piaciute e magari avrebbe smesso di fissare quel quadro.

«My?» Chiese dopo che gli ebbi baciato il punto sotto l’orecchio.

«Si?» Chiesi contro la sua pelle.

«Che stai facendo?» Domandò spostando lo sguardo dal quadro a me.

Gli sorrisi e lo baciai sulla guancia. «Cercavo di distogliere il tuo sguardo da quel quadro e di farti smettere di pensare.» Alzai le spalle per quanto mi era fisicamente possibile in quel momento. Lui rise, e lasciatemi dire che era il suono più bello che potesse esistere.

«Sto pensando a tante cose My…» Mi staccai dal suo corpo e poggiai la schiena sulla spalliera del letto e lo guardai interrogativa. I suoi occhi si poggiarono su di me e sapevo che non erano gli stessi occhi tranquilli che aveva di solito.

«Harry, che succede?» Chiesi allarmata.

Lui non rispose e probabilmente fu proprio in quel momento che capì che nonostante quelle settimane passate tra le sue braccia, io non lo conoscevo affatto.

«È da un po’ che sto pensando a come andrebbe tra di noi…» Aggrottai le sopraciglia. «Cosa intendi dire?» Chiesi più che confusa.

Harry mi guardò e si sistemò meglio, mi prese le mani tra le sue e le portò alla bocca, lasciando un delicato bacio sopra ciascun dorso.

«Ho paura ti stancherai di me, e di questa fama che non finirà mai e che ho paura ti travolga…e non voglio che tu venga travolta da qualcosa di così grande!» Prese un respiro e buttò fuori l’aria.

«Sei preoccupato per me? Perché pensi che non mi trovi bene nel tuo mondo?» Chiesi con un tono dolce. Harry annuì. «Non devi. Non devi farlo perché io mi trovo bene ovunque ci sia tu. E so che sarà difficile all’inizio so che sarà qualcosa di nuovo, ma ehi, siamo qua insieme e in due si possono affrontare parecchie cose. Non sono pronta, è vero. Ma nessuno lo è…Sono qui per te e tu sei qui per me.» Mi sporsi verso il suo viso e lo baciai dolcemente.

«Chi sei?» Mi chiese con ancora le labbra vicine alle mie.

«Chiunque vuoi che io sia.» Risposi.

La mattina era giunta presto, o forse eravamo noi ad esserci addormentati tardi. Non appena aprì gli occhi la luce proveniente dalla grande finestra della mia camera quasi mi accecò. Allungai il braccio verso il comodino e presi il telefono a tentoni, lo guardai e non appena lo accesi vi trovai 2 messaggi e una chiamata. Prima di poterlo riposare il telefono squillò.

«Pronto?» Risposi con la voce bassa e roca per via del fatto che mi fossi appena svegliata. Buttai un occhio sul corpo di Harry e lo trovai addormentato beatamente a pancia in giù con un braccio sotto il cuscino e l’altro che penzolava giù dal letto.

«Myra, ho provato a chiamarti anche prima, ma che fine hai fatto?» Rispose la voce dall’altra parte del telefono.

«Mamma..» Grugnì «Mmh, ieri son tornata leggermente tardi, dormivo ancora.» Sbadigliai.

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