Tornare a Londra dopo svariati giorni passati fuori è strano, e lo è ancora di più se ritorni alle tue vecchie abitudini.
«Jan, sono a casa.» Urlo poggiando le chiavi sul tavolino del soggiorno. Mi avvio verso la mia stanza e la ritrovo proprio come l’avevo abbandonata, lascio la valigia e mi tolgo il capotto poggiandolo svogliatamente sul letto. Perlustro la casa ma di Jan nessuna traccia.
Porto fuori il telefono dalla tasca dei Jeans e clicco sul nome della mia migliore amica.
A Jan: Sono tornata, ma tu dove sei? Mi manchi L
Premo su invio e glielo mando. Mi guardo a torno e sbuffo. Mi dirigo in cucina e incomincio a prepararmi qualche cosa da sgranocchiare. Sono talmente affamata che potrei perfino mangiare me stessa.
D’un tratto sento la porta aprirsi e con essa una risatina molto familiare. Mi affaccio dalla cucina e la vedo, Jan è all’entrata con la sua amata borsa Guess al braccio e il telefono poggiato sull’orecchio. Mi era mancata quella rossa tutto pepe. Risi quando lanciò le scarpe dall’altro lato della stanza e si scaraventò sul divano mentre parlava con un tono anche troppo dolce al telefono. Decisi di aspettare prima di gettarmi sopra di lei per salutarla euforicamente. Quando la vidi poggiare il telefono sul tavolino e liberarsi dalla borsa poggiandola sul pavimento, fu lì che iniziai a correrle incontro saltandole letteralmente addosso.
«Ma cos…» Mi guardo sbigottita e dopo ch ebbe realizzato i suoi occhi si aprirono smisuratamente. «Oh mio Dio sei qui! Sei veramente tu?» Chiese toccandomi come se non fosse per lei reale il fatto che fossi davanti a lei in carne ed ossa.
«Si» Risi per via del solletico che mi stava provocando «Sono proprio io! Ma ora ti prego, smettila di farmi il solletico.» Allontanò le mani e me le gettò al collo, stringendomi in un forte abbraccio, di quelli che ti fanno sentire amata e voluta veramente bene.
«Ma quando…Quando sei tornata?» Chiese allontanandosi da me per stringere le sue mani sulle mie spalle e guardarmi in faccia, scrutandomi attentamente.
«Giusto stamattina.» Le risposi con un gran sorriso in faccia.
«Allora, com’è stato stare con quelli la? Ti hanno trattata bene?» Chiese alzando le sopraciglia, ma già sapevo che non voleva veramente sapere se fossero stati i ragazzi a trattarmi bene, ma se fosse stato Harry a farlo.
«Si, mi hanno trattata molto bene.» Le sorrisi e lei fece per parlare nuovamente ma la bloccai. «E se ti stai chiedendo se è successo qualcosa con Harry, mi dispiace per te, ma la risposta è no.»
«Non avevo intenzione di farlo.» Alzò le mani in segno di difesa.
«Come no!» scossi la testa. «Tu piuttosto, cosa mi racconti?»
«Aah la solita vita monotona di una ragazza di 21 anni che vive a Londra e che passa la maggior parte delle sere dal suo ragazzo, perché la sua amica è in viaggio con una boy band famosissima.» Alzò le spalle.
«Scusa se ti ho lasciato qui da sola ad affrontare queste terribili disgrazie…» Dissi ironica mentre le davo una leggera spallata.
Jan rise e dopo poco si sistemò meglio sul divano e mi guardò attenta. «Questa sera ci sarà una festa in città, a casa di Will.» Mi guardò come se si aspettasse una mia reazione. Ma io la stetti solo ad ascoltare, ormai con Will era finita, io avevo seguito la mia strada e lui la sua. Siamo stati assieme e in quel periodo i sentimenti che provavo per lui erano forti, ma quando poi ci siamo lasciati, perché ormai era diventata più un abitudine, niente ci legava più e comunque sia non siamo stati mai in cattivi rapporti e non mi dava fastidio sentire il suo nome o anche solo vederlo. Questo Jan lo sapeva, così come Adam, ma tutt’ora continuavano a comportarsi in modo strano ogni volta che si pronunciava il suo nome. «Io ed Adam avevamo pensato di andarci, ma visto che sei tornata, posso annullare tutto e magari ce ne stiamo solo io e te a guardarci un film e a mangiare gelato o popcorn, o popcorn con gelato…» Mi guardò sorridente.
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The Interpreter
RomanceQuando due persone, con un differente linguaggio, voglio farsi capire si servono di un interprete. Ma per il linguaggio dell’amore, non si ha bisogno di nessun interprete.