Capitolo 9.

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Continuava a tremare, ma non era il freddo, non sembrava, pareva semplicemente impaurito.

Quel silenzio era inquietante, volevo che finisse, magari per averlo accanto a me, per stringergli la mano e sentire il suo contatto.

Non resistetti, lo abbracciai.

"Che fai?"

"Ti abbraccio,è quello che avevo bisogno"

Non rispose, ma semplicemente acconsentì.
Non volevo più staccarmi da lui, era semplicemente fantastico.

Il suo calore, il suo calore mi teneva al calduccio, mi sentivo al sicuro fra le sue braccia.

Ogni volta che mi scontravo con i suoi occhi era come vedere quel tesoro sperduto che non avresti mai potuto trovare ma che invece dopo tanto tempo, ce l'hai fra me mani ed è bellissimo. È bellissimo vedere che finalmente qualcuno mi ha veramente sostenuto, ma specialmente amato.

Nessuno avrebbe mai amato me, perché non è un fatto di bellezza esteriore o interiore, ma è perché sono semplicemente io, io nel tutto e non credo che qualcuno abbia mai avuto quella voglia di avvicinarsi a me dire "ehy,ti va uscire insieme?", no, nessuno, completamente. Solamente io e me stesso, lottando per ciò che avrei dovuto conquistare: dover calpestare coloro che mi avevano maltrattato nel tempo.

Sembrava troppo bello per essere vero, infatti Liam si staccò da me e mi disse che doveva scappare. Aveva una cosa urgente da sbrigare.

A quel punto mi sentivo come bruciare dentro, anche se quell'abbraccio mi ha dato sostegno e mi ha aiutato ad affrontare meglio la giornata. Si allontanò lasciandomi solo in mezzo a quella palestra spoglia.

Semplicemente mi sdraiai a terra e pensai a ritroso..

Flashback.

Era una mattinata di agosto ed ero tornato dal mare con degli amici, o meglio "amici". Entrato a casa sentivo delle urla provenire dalla stanza accanto così senza farmi sentire mi avvicinai per sentire .. Era mio padre con mia mamma,stavano litigando.

"Non può essere che ho un figlio del genere, basta!"

"Devi accettarlo, è pur sempre tuo figlio, lo hai cresciuto tu e adesso sta seguendo una sua strada, non puoi odiarlo per il resta della vita!"

"Oh si che posso"

In quel momento mi scese una lacrime e corsi in camera mia.
Cercavo solamente un oggetto tagliente per potermi sfogare, sfogare sulla mia pelle e sentire quel "sostegno" e quella "forza" per superare quelle semplici parole che per me erano come un proiettile che attraversava il petto per poi colpire il cuore; portavano alla morte.

Fine flashback.

Qualcosa interruppe quel flashback, una voce femminile, credo fosse un adulta, infatti era una professoressa. Mi stava urlando contro perché ero sdraiato a terra a fissare il nulla. Mi spettava anche una nota disciplinare. Credo che la mia giornata sia arrivata alle stalle più che alle stelle.

Non li fece neanche tornare in classe bensì nell'ufficio del preside, quella professoressa era peggio del diavolo forse, le mancavano solamente due corna, il colorito rosso e tridente, era lui in versione femminile, si fa inquietare.

Il preside mi ha solamente detto di spiegarmi il perché ero la; lui semplicemente acconsentì e mi mandò in classe, però lui venne con me, non so come mai.

Arrivammo in classe e la professoressa si gelò non appena viste me con il preside entrambi sorridenti. Tutti si alzarono alla vista di lui, ma quando guardavano me solamente sguardi disgustati.

"Allora ragazzi, devo dirvi una cosa importante! Lo vedete questo ragazzo? Ecco. È qua da almeno un mesetto e non si è ancora ambientato, qualcuno sa dirmi il perché?"

Silenzio tombale.

"Ecco, vi autoincolpate. Quindi, fate amicizia con lui e non lo lasciate sempre solo, oppure sarò costretto a procedere in modi seri, non dico altro"

Un coro spaventato di 'va bene' echeggiò per tutta l'aula e io finalmente mi sentivo più potente di tutti gli altri, come se avessi uno strano potere magico che mettesse tutti a tacere e fare ciò che dico io.

Tornai al posto e la giornata passò normalmente, niente in particolare.

Solamente che non appena uscì di scuola trovai Liam che era in una rissa con tre ragazzi e lui era a terra che stava quasi per morire, mi sono sembrato per un attimo io in quel venerdì sera. Volevo tantissimo provare ad aiutarlo ma non ci riuscivo, ero troppo frustato nel vederlo così che uscì dalla scuola dalla parte posteriore e,si, stavo piangendo. Non riuscivo a vedere Liam soffrire..

Cercai semplicemente di non pensarci; asciugai le lacrime e camminai verso casa come se nulla fosse.

Era la solita strada che facevo, non accadeva mai nulla di strano perché abitavo in una zona abbastanza tranquilla, ma non appena arrivai a casa trovai la porta aperta. Forse mia mamma era uscita fuori in giardino e si era dimenticata a chiuderla! Entrai dentro e vidi tutto sottosopra. Caddi in un mare di lacrime. Non c'era nessuno perché erano tutti fuori casa, ma c'era una casa messa a soqquadro.

Salì al piano di sopra e tutti i vestiti erano a terra. Ho trovato la scatola dei gioielli di mia mamma, ed era vuota. Ho cercato nel mio armadio che avevo una collana d'oro che mi aveva regalato la mia nonna prima che morisse, ed era scomparsa pure quella.

Era ufficiale, i ladri si sono portati tutto.

Caddi a terra in un mare di lacrime e tremavo, solamente tremavo e piangevo. Non sapevo fare nient'altro.

Avevo lasciato ancora la porta aperta ma non mi interessava, avevo solamente paura, paura che potessero ritornare e prendere qualcos'altro o anche togliere la vita a qualcuno.

Il mio telefono squillava e io facevo finta di nulla, era Liam.

Non mi importava di nulla, volevo solo piangere.

Spazio me.

Eccomi!! Volevo dare un piccolo colpo di scena, grazie a tutti quelli che stanno leggendo!❤️

Bacixx

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