Cap 5

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Sarah si accorse subito che c'era qualcosa che non andava, che la mia mente era altrove in quel momento.
Non facevo altro che pensare al mio sogno, e ovviamente anche al ragazzo che avevo sognato e che avevo anche incontrato, rivelandosi essere un vampiro. Non capivo come tanta bellezza potesse essere una caratteristica di questi esseri assetati di sangue, tanto misteriosi ma anche tanto dannati.
- Katherine, stai ancora pensando a Zack?
- Zack? È questo il suo nome?
- Si... Zachary Evans, ma ti avevo avvertita. Non è bene che continui a pensare a lui. Ascoltami, ti prego.
- Dimmi almeno il perché, così non riesco a crederti, non so a cosa credere, in realtà...
- In che senso?
Sarah mi guardò, con gli occhi che domandavano risposte a quella sua domanda. Esitai un attimo, non sapevo se confidarmi con lei riguardo al mio sogno, oppure lasciarla all'oscuro. In fondo non sapevo se potevo fidarmi di lei, l'avevo conosciuta da pochissimo tempo, ed era una vampira come lui d'altronde.
Perché dovevo stare lontana da lui? Avrei voluto almeno questa risposta da parte sua, che però non arrivò, almeno non in quel momento.
- É arrivato il momento di andare a casa. - dissi, con lo sguardo basso.
Sarah rimase dubbiosa, ma non mi impedì di andare via. Lei continuó comunque il suo giro.

Le nuvole, d'altronde, avevano preso il posto di un bellissimo sole estivo, e io mi ritrovai a scappare di corsa a casa per ripararmi dalla pioggia. Correvo e correvo, ma ad un tratto lo vidi. Vidi Zack, accanto ad un albero con una ragazza. Non ho potuto fare a meno di fermarmi a guardare, ma lui si voltò, vedendomi. Forse il suo "intuito" vampiresco l'aveva portato a percepire che qualcuno lo stesse guardando in quel momento. I nostri sguardi si incrociarono da lontano, poi corse via, sparendo nella nebbia.
Dovevo tornare subito a casa. Subito.

A casa ripensai al nostro primo incontro e anche al secondo... forse lui si era ricordato di me? O se avesse fatto il mio stesso sogno, quindi con me protagonista?
Mille domande mi annebbiavano la mente. Perché dovevo stargli lontano? Chi era quel ragazzo?

Aspettai Mattew, mi domandai se fosse la cosa giusta chiedere a lui un consiglio: di lui mi fidavo, parecchio. Non c'era un uomo migliore di lui.

Quando tornò a casa, un po' esitante, lo guardai da lontano.
Non appena si accorse di me, notai immediatamente che aveva intuito qualcosa, qualcosa che non andava...
In quel momento decisi ciò che avrei dovuto fare: vuotare il sacco.

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