Capitolo 7 - Piccoli passi - (revisionato)

2.1K 164 72
                                    

Avevo immaginato un piccolo e diroccato appartamento in periferia, in mezzo ai bidoni della spazzatura e agli spacciatori. Qualcosa di più simile ad una bettola che ad una casa.

Quando, però, Draco fermò la sua moto, tutto quello che mi ritrovai davanti fu un palazzo di circa cinque piani, sobrio e perfettamente curato. 

Eravamo a pochi chilometri dal centro, circondati da negozi e alimentari. Le luci e i rumori della città erano attutiti, ma non del tutto svaniti. 
-È qui che vivi?- Chiesi, tanto per essere sicuro. La mia faccia non doveva essere delle migliori, perché il biondo per poco non rimise in moto il mezzo. 
-Se preferisci possiamo andare in Hotel.- Aprii la bocca, sorpreso. Avevo come l'impressione che la sua non fosse una battuta, ma una proposta seria. 
-No, non era quello che intendevo...- Borbottai. Probabilmente lo avevo soltanto offeso.
-Bene. Allora sali. Queste sono le chiavi. Porta B del terzo piano.- Mi indicò il portone proprio davanti a noi, lasciandomi tra le mani il mazzo delle sue chiavi. Mi affrettai a scendere, guardandolo mentre faceva ripartire la moto. 
-Aspetta! Tu dove vai?- Non potei fare a meno di correndogli dietro. 

Non avevo voglia di avventurarmi da solo. 
-Tranquillo Potter, vado solo a parcheggiare la moto nel garage del palazzo, non è sicuro tenerla in bella vista in mezzo alla strada. Sarebbe troppo riconoscibile.- Mi spiegò pazientemente. Annuii, sentendomi un'idiota.
-Oh, d'accordo. Ti accompagno, allora.- Mi ricomposi, accennando ad un tono più brusco, tanto per farlo sembrare un ordine piuttosto che una supplica.
Draco ridacchiò sotto i baffi, ma scese dalla moto, così da farla camminare al suo fianco. Doveva essere faticoso, eppure lui non sembrava affatto subirne il peso, con i muscoli che facevano capolino dalla giacca attillata. Misi le mani in tasca e lo seguii. 
Mi chiesi se ora che avevo deciso di gestire gli affari dei miei genitori, lui mi vedesse come una persona diversa. Non che avessimo avuto modo di conoscerci a fondo, prima, ma avevo come l'impressione che avesse già mutato il suo atteggiamento nei miei confronti.
-Credi che sia una cosa azzardata?- Chiesi, per spezzare il silenzio tra noi, ma anche per avere una sua sincera opinione. - Prendere in mano questa situazione, intendo. - Lui parve riflettere per qualche istante, poi si voltò a guardarmi, pragmatico.
-Credo che ognuno di noi debba avere la possibilità di scegliere cosa sia meglio per se stesso. Ti avevano tolto questa libertà, ma tu te la sei ripresa con la forza, scegliendo ciò che credi giusto. È azzardato, ma credo sia anche coraggioso.- La sua voce era pacata, eppure riuscivo ugualmente a sentire la punta di orgoglio e ammirazione che la colorava. Gongolai, felice di quella piccola rivelazione, ma mantenni il mio sorriso nascosto, proprio come aveva fatto Draco poco prima.
Posammo la moto in silenzio, e allo stesso modo raggiungemmo l'appartamento, che si rivelò essere molto più accogliente del previsto.
Draco mi suggerì di mettermi comodo e di andare a fare un bagno caldo per rilassare i nervi. Lasciai che mi indicasse il bagno e seguii il suo suggerimento.
Mi svestii, aspettando che la vasca si riempisse, ma quando cominciai ad essere percorso dai brividi, dovuti al freddo, mi immersi immediatamente nell'acqua, lasciandomela scivolare addosso.
Mi sentivo uno schifo, e allo stesso tempo mi sentivo realizzato come mai mi era capitato prima di allora. Avevo sempre vissuto all'ombra di qualcuno, e adesso percepivo di nuovo le redini della mia vita vibrarmi tra le mani.
-Posso entrare?- La voce di Draco, dall'altro lato della porta, mi fece aprire gli occhi, facendomi rendere conto che fino ad allora li avevo tenuti sigillati, facendomi cullare dallo scrosciare dell'acqua.
-Sì, entra pure! Non ho chiuso a chiave.- Gridai di rimando in modo che potesse sentirmi. Mi tirai le gambe al petto e guardai verso la porta. Draco stava facendo di tutto per non guardare nella mia direzione, mentre reggeva un paio di asciugamani e degli abiti puliti, che sicuramente erano i suoi. Non riuscii a fare a meno di ridere.
-Che fine a fatto il ragazzo schietto e spavaldo che ho incontrato nel parcheggio della scuola? Davvero, comincia a mancarmi.- Dissi serio, anche se non riuscii a frenare le risate. Draco scosse la testa, sempre senza guardarmi, facendomi innervosire. 

Together alone || Drarry (REVISIONATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora