Sirius aveva provato a chiamarmi svariate volte, e non riuscendo a raggiungermi, aveva persino lasciato un paio di messaggi in segreteria.
Per mia fortuna, però, quando io e Draco tornammo al Paiolo per prendere la macchina, di lui non c'era nessuna traccia.In compenso il biondo dovette scusarsi con Hagrid, per aver lasciato il locale aperto ed incustodito.
- Almeno Sirius non mi sembra il tipo da derubare il frigo di un bar. - Scherzai, tanto per alleggerire l'atmosfera che si era creata. Il biondo, però non rise affatto.
Da quando eravamo tornati indietro, infatti, sembrava aver perso il suo buon umore, rimanendo silenzioso e corrucciato per la maggior parte del tempo.
Allacciai la cintura e lo guardai, mentre mettevo in moto la mia nuova auto. Il fatto che lo avessi costretto a sedersi sul sedile del passeggero anteriore, piuttosto che sul sedile del guidatore avrebbe potuto essere uno dei motivi del suo pessimo umore, in effetti.
Non che questo mi avrebbe fatto cambiare idea sul mio guidare l'auto, ma effettivamente mi dava modo di sentirmi colpevole per il fatto che lo stessi facendo.
- Sai una cosa? Ci vediamo all'appartamento. Vengo con la moto. - Non feci in tempo a rispondere a quelle sue parole, che lui era già sceso dalla vettura, sbattendo freddamente la portiera.
- E' decisamente di pessimo umore. - Borbottai allora io. Sospirai e partii, non prima di aver guardato la sua moto sfrecciare accanto a me.Mi fermai a prendere qualcosa da mangiare per la cena, anche se non sapendo quali fossero i gusti di Draco, acquistai la maggior parte delle cose che riuscii ad adocchiare sul bancone. Presi anche un paio di birre, almeno su quelle sapevo di andare sul sicuro...
La strada per il suo appartamento fu piuttosto complicata da trovare, ma immaginai che fosse il mio prezzo da pagare per aver tenuto gli occhi chiusi per tutto il tragitto ogni qual volta fossi salito su quella sua moto infernale. Svoltai per tre volte sul viale sbagliato prima di trovare quello giusto. Quando vidi la facciata del suo palazzo quasi mi venne da piangere per la gioia.
Salii al suo piano e bussai, sperando che fosse già tornato.
Non rispose nessuno. Appoggiai le due buste piene di cibo accanto alla porta e presi il cellulare, componendo il suo numero. Risultava irraggiungibile. Sbuffai. Se aveva intenzione di fare un giro in moto poteva lasciarmi almeno le chiavi di casa.
Provai a richiamare, tanto per essere sicuro, ma il numero rimaneva irraggiungibile. Mi sedetti davanti alla porta, appoggiando la schiena al legno freddo, sperando che nessuno dei vicini mi avesse scambiato per un senzatetto o per un drogato in cerca di riparo, poi ripresi in mano il cellulare. Questa volta non composi alcun numero, limitandomi a girovagare per un po' sui miei social, per poi finire a giocare ad uno di quei giochi sparatutto che avevo scaricato per non annoiarmi in classe. Doveva essere passata almeno un ora dall'ultima volta che avevo controllato l'orario, ma non riuscii ad esserne certo, dato che lo schermo del mio cellulare si oscurò, mentre la batteria moriva tra le mie mani. Sbuffai per l'ennesima volta.
Dov'era finito Draco? Possibile che ci stesse mettendo tutto quel tempo?
Al fastidio si unì la preoccupazione, quando cominciai a pensare che poteva essergli successo qualcosa: forse andava troppo veloce, o la sua agitazione lo aveva distratto dalla strada...
E se Draco fosse stato preso da uno di quelli che volevano uccidermi? Forse qualcuno ci aveva visti in moto insieme, e lo aveva seguito per ottenere informazioni su di me.
Non dovetti immaginare per molto, perché diversi minuti dopo, vidi una chioma bionda sopraggiungere dalle scale. Mi ci volle meno di un secondo per capire che era Draco, e che il suo viso era totalmente diverso da quello che mi ero abituato ad avere davanti.
I suoi occhi erano scuri di rabbia e tristezza, le sue sopracciglia aggrottate in una smorfia di cattiveria, persino la sua bocca era distorta in un ghigno tutt'altro che allegro.
Provai ad alzarmi per chiedergli che cosa gli fosse successo, ma rimasi piantato a terra, come se qualcuno mi ci avesse legato ben stretto, incapace di muovere anche solo un muscolo. Lo stesso era successo alla mia voce. Per quanto provassi a farla uscire, lei rimaneva bloccata nella mia gola, dolorosa come un'enorme spina.
Draco si avvicinò a me, il suo viso sfumò nell'ombra, mentre la mia attenzione si spostava su qualcosa di luccicante tra le sue mani. Un coltello.
- Harry. - Mi chiamò. Che strano, per quanto quello non mi sembrasse nemmeno lui, la sua voce era esattamente la sua. Non c'era cattiveria, non c'era tristezza.
- Harry. Prenderai un raffreddore se continui a startene lì per terra. - Me lo stava dicendo puntandomi un coltello alla gola? Simpatico...
- Andiamo, Biancaneve, alzati. Sei piuttosto pesante. - Aprii gli occhi di scatto, spaventato.Mi ero addormentato?
Draco, il vero Draco, mi fissava stranito.Abbassai lo sguardo: il cellulare era rimasto fermo sul pavimento, proprio accanto alle buste del cibo che avevo comprato. Una mano di Draco era appoggiata sul mio braccio, probabilmente sul punto di tirarmi sù. La allontanai con un gesto brusco della mia, e mi alzai da solo.
- Dove sei stato? - Non era esattamente la reazione che avrei dovuto avere, eppure non riuscii a contenere la mia rabbia, che esplose non appena i miei occhi si immersero nei suoi.
Draco si grattò la nuca, in imbarazzo, ma presto riprese ad essere lo stesso glaciale ragazzo che aveva preferito andarsene in giro in moto piuttosto che tornare in auto con me.
Aprì la porta e si fece da parte, come se stesse aspettando che fossi io il primo ad entrare. Era il suo modo per chiedermi scusa? Non mi lasciai abbindolare.
- Ti ho fatto una domanda. - Lo incalzai. Lui sospirò, ma continuò a non dire nulla, limitandosi ad entrare in casa. Scossi la testa, mi stava facendo innervosire.
Afferrai le buste e lo seguii.
- Eccoti la cena, stronzo. - Dissi con quanta più calma avessi in corpo, lanciandogli dietro quello che avevo comprato, prima di andarmi a chiudere in camera sua, ovviamente sbattendo la porta. Le cose che avevo chiesto a Cedric di dare a Draco quella mattina, erano tutte sul pavimento accanto al letto. Aprii uno dei borsoni e tirai fuori gli auricolari ed i libri che avrei dovuto utilizzare il giorno successivo. Misi il cellulare a caricare e accesi la musica, cominciando a studiare.
Fu solo dopo aver finito tutti i miei compiti, probabilmente per la prima volta dopo svariati giorni, che mi concessi di togliere gli auricolari dalle orecchie e alzarmi dalla scrivania.
Respirai profondamente e guardai l'orario: per quanto Draco mi avesse fatto aspettare davanti al suo appartamento, adesso erano ancora le dieci di sera. Lo stomaco brontolò rumoroso, quasi a richiamare la mia attenzione. Morivo di fame.
Sgattaiolai, quindi, fuori dalla camera, e mi diressi verso la cucina. Mi sarei aspettato di vedere Draco seduto sul divano a guardare la Tv, o mezzo addormentato, ma di lui non c'era traccia, e la televisione era spenta, così come le luci del salotto.
Mi trattenni dall'alzare gli occhi al cielo, pensando che con tutta probabilità quel coglione era uscito di nuovo. Adesso non avrebbe dovuto nemmeno importarmi.
Ovviamente la mia rabbia precedente era stata per il suo lasciarmi fuori casa, non di certo per la solitudine che mi aveva colpito durante la sua assenza. Questo significava, che dopo avermi fatto entrare nell'appartamento, lui era liberissimo di fare ciò che più gli aggradava.
- Maledizione non ci credo nemmeno io. - Borbottai a me stesso, schiaffeggiandomi violentemente la fronte.
- A cos'è che non credi? - Per poco non mi venne un infarto, mentre la voce di Draco mi raggiungeva nel corridoio. Alzai gli occhi verso di lui, in tempo per vederlo in tuta, appoggiato alla trave della porta della cucina. Doveva da poco essere uscito dalla doccia, perchè i capelli umidi gli ricadevano scomposti sul viso, leggermente arrossato.
- Cazzo Malfoy, potresti non attentare alla mia vita in questo modo? - Chiesi retoricamente, portando una mano sul petto, come se quello bastasse a far rallentare il cuore che batteva all'impazzata. Lui alzò le spalle come a volermi dire che non gli importava assolutamente nulla, e si staccò dalla porta, entrando in cucina. Sospirai e feci lo stesso.
La tavola era apparecchiata per due, ed ogni cosa che avevo comprato era stata messa al centro, in attesa di essere mangiata.
Alzai un sopracciglio e fissai Draco, che nel frattempo si era seduto al suo posto, sorseggiando con calma una delle birre che avevo preso.
- Probabilmente si è raffreddato. - Mormorò pensieroso, riferendosi al cibo che aveva davanti. Tutto di lui era normale, come se nulla fosse successo poche ore prima. Mi trattenni dall'imprecare.
- Credimi, quando sono arrivato qui era ancora tutto caldo. - Borbottai di rimando, incapace di fare altrimenti. Draco scosse la testa e mi rivolse un sorriso.
- Hai ragione. Mi dispiace. - Stavo già per partire in quarta ma mi bloccai.
- Cosa? Mi hai appena chiesto scusa? Tu? - Draco annuì.
- Non avrei dovuto lasciarti da solo in quel modo. D'altronde sei qui per essere al sicuro dagli uomini di Tom, ed io sono stato un coglione. Mi dispiace. -
Oh, quindi era per quel motivo che si stava scusando. Credeva che io fossi arrabbiato perché lui, uno degli uomini che lavoravano per me, era venuto meno al suo dovere di farmi da scorta. Glielo lasciai credere.
- Accertati di farmi sapere dove vai la prossima volta, e abbi almeno la decenza di lasciarmi le chiavi di riserva sotto lo zerbino.- Non credevo ad una parola di quello che stavo dicendo, ma effettivamente Draco non aveva tutti i torti. Lui lavorava per me, e aveva fatto una cavolata. Qualsiasi fossero state le sue motivazioni, non avrebbe dovuto lasciarmi solo, non in quel modo...
- Mi assicurerò di farti avere una copia delle mie chiavi così da poterle tenere sempre con te. - La conversazione era passata sul piano lavorativo, me ne rendevo conto dal tono di voce che Draco stava usando. Lo capivo dalla fredda compostezza che manteneva mentre teneva lo sguardo basso, come a farmi capire che io ero il solo a poter comandare.
Quasi mi fece pena.
- Ceniamo. È tardi, e domani ho lezione. -
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Together alone || Drarry (REVISIONATA)
FanfictionNon c'era nulla. Solo una insormontabile e orribile sensazione di vuoto. Non sapevo cosa, o chi ci fosse accanto a me, perché i miei occhi erano rivolti verso il muro bianco sporco che avevo davanti. Il mio collo sembrava bloccato nella direzione d...