Capitolo 9 - Survivor - (revisionato)

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Il fatto che Cedric non conoscesse Draco mi divertì, e allo stesso tempo fece sorgere in me un mucchio di altre domande. 

Perchè il mio padrino aveva chiesto proprio a lui di tenermi d'occhio? Draco doveva essere qualcuno di cui anche lui si fidava ciecamente, ma se si fidava a tal punto di lui, allora perché il resto di quelli che lavoravano per la mia famiglia non lo conoscevano?
Ci pensai e ripensai, mentre ticchettavo ritmicamente le dita sulla tazza del mio caffè, guardando fuori dalla finestra, ma alla fine sospirai. 
Non mi sarei dato la pena di andare dal biondo alla fine della strada, per tre motivi fondamentali:
1. Non gli avrei dato la soddisfazione di farmi vedere grato della sua presenza lì;
2. Se Ron fosse arrivato prima, mi avrebbe visto insieme a lui, ed era meglio evitare;
3. Se mi fossi arrischiato ad andare da lui, probabilmente avrei mollato la scuola, e gli avrei chiesto di portarmi molto, ma molto lontano...
Così tutto quello che feci, fu aspettare che Ron si facesse vivo, parlando dei tempi andati insieme a Cedric. Mi spiegò che era da un po' che si occupava delle mansioni che la sua famiglia svolgeva per la mia. Aveva persino presieduto a qualcuna delle cene che quelli che lui definiva "vecchiacci" avevano organizzato per stabilire i confini dei loro affari.  

Affari di cui ancora capivo ben poco, ma Cedric mi consolò del fatto che anche lui fosse nella mia situazione. I nostri genitori erano tanto criptici quanto vecchi, mi disse. 

- Mi dispiace. - Disse poi, rendendosi conto che io non li avevo più. 

-Tranquillo.- Gli chiesi di controllare la casa per me fino a quando non avessi trovato una soluzione migliore, e gli ordinai di dare il borsone a Draco una volta che io me ne fossi andato, facendogli riferire che ci saremmo dovuti vedere al nostro posto, come concordato in precedenza.
Cedric, al contrario di quello che mi ero aspettato, annuì con serietà, senza chiedere spiegazioni.
Quindi era così che si sarebbe dovuto comportare uno che lavorava per me? 

Non proprio lo stile di Draco...
Il rumore del clacson della macchina di Ron mi distrasse, e così fui costretto a chiudere i miei pensieri in un angolino, e fingere di essere tornato alla normalità. 

Cedric mi fece un cenno con il capo, in segno di saluto e di rispetto, ed io sorrisi soddisfatto.
-Ti affido il resto.- Mormorai. Vidi il suo petto gonfiarsi, carico di orgoglio.
Allora tutti quei film di azione che avevo visto, potevano servirmi veramente a qualcosa.
Ero sempre stato invidioso della fedeltà con cui gli scagnozzi seguivano i propri leader, e adesso stavo avendo la mia occasione di essere un buon capo.
-Ci penso io.- Rispose infatti, Cedric, facendo allargare ancor di più il mio sorriso.
Uscii in giardino e mi diressi con sguardo fisso verso la macchina, senza lasciarmi sfuggire nemmeno un'occhiata all'angolo della strada.
Mi stavo caricando pian piano di una forza che non avevo mai saputo di avere, e che mi stava inebriando.
-Buongiorno.- La faccia corrucciata di Ron, che mi fissava come se fossi uno dei suoi fantasmi dal passato, mi folgorò, ma non vacillai.
-Avanti, non guardarmi con quella faccia contrita e parti, o arriveremo in ritardo per la lezione.- Dissi laconico, appoggiando il gomito sul finestrino abbassato. Gli occhi del rosso non si spostarono dalla mia figura, facendomi sbuffare.
-Ti racconto tutto quando saremo a scuola, ma intanto puoi partire?- Questa volta aggiunsi un po' di gentilezza alla mia voce astiosa.
-D'accordo, d'accordo.- Mormorò lui.

Sembravano passati secoli da quando avevo visto quella scuola l'ultima volta, invece era passato poco meno di un giorno. Era incredibile come la mia vita fosse cambiata e avesse assunto quella piega assurda.
Qualcosa che non mi sarei mai aspettato.
Era altrettanto strano pensare che una settimana prima, le mie preoccupazioni gravitavano intorno agli esami e ai compiti a casa, mentre adesso mi sembravano cose talmente piccole da passare persino in secondo piano.
Dovevo prendere le redini degli sconosciuti affari di famiglia, dovevo trovare un modo per liberarmi dai miei "amici" senza insospettirli, e dovevo stare attento ad un pazzo maniaco che cercava di uccidermi.
Adesso, alla luce di tutto questo, il professor Piton mi sembrava persino simpatico. Ci pensai, mentre faceva domande su domande all'intera classe, digrignando i denti come un cane furioso.
-Ho bisogno di una pausa.- Mi lamentai quando finalmente la campanella suonò.
A discapito di quelli che erano stati gli avvertimenti di Piton riguardo alle mie attività scolastiche, il professore aveva deciso di donarmi un'altra lezione di tregua, lasciandomi fuori dalle sue interrogazioni lampo. Forse fu proprio per quel motivo, che ascoltando i miei lamenti, Ron mi guardò contrariato.
-Ma se passi le giornate a scarabocchiare sui libri. Di quale pausa parli?- Chiese, infatti.
Sorrisi.
-Non parlo delle lezioni, parlo della vita.- Dissi allora. Il rosso parve ancor più stranito, così mi affettai a scuotere la testa.
-Non fraintendere! Non ho pensieri suicidi o cose del genere, vorrei solo avere più tempo per me stesso. Credo di non essere ancora riuscito a mandar giù la morte dei miei genitori e tutto il resto... mi capisci? Vorrei trovare il tempo di raccogliere i pezzi per ricominciare.- Più parole uscivano dalla mia bocca, più mi rendevo conto che una futura carriera da attore mi sarebbe seriamente calzata a pennello.
Non che non stessi soffrendo per davvero a causa della morte dei miei, ma mi sentivo come se alla fine, non avessi mai avuto la piena possibilità di conoscerli sul serio. Come potevo, quindi, provare tanto dolore per qualcuno che conoscevo appena?
La mano di Ron si posò leggera sulla mia spalla.
-Lo capisco, Harry. E capisco anche che in questo momento mia sorella sta calcando troppo la mano con te. Adesso è normale voler stare da soli. Se è quello che ti serve, vedrò di parlare anche con lei.- Poteva essere un'ottima alternativa ai miei piani tragici per rompere con Ginny... Infondo un approccio meno aggressivo avrebbe potuto funzionare.
Farla abituare gradualmente alla mia assenza, senza piombarle addosso come un condor.
-Grazie Ron, mi faresti davvero un favore.- Mormorai.
Fortunatamente per me, non mi chiese altro. Ron non era mai stato un tipo particolarmente espansivo per quel che riguardava i sentimenti umani.
Evidentemente si era fatto bastare il mio piccolo sfogo su quanto fosse stressante la mia vita, senza indagare ulteriormente. Ne fui felice.
Le lezioni che seguirono furono più leggere di quanto mi fossi aspettato, e senza neppure accorgermene suonò l'ultima campanella.
Mi nascosi sulle scale di sicurezza dove avevo incontrato Draco per la prima volta e aspettai che tutti gli studenti fossero usciti, prima di avviarmi verso il paiolo. Anche se Ron mi aveva assicurato che avrebbe parlato con Ginny, infatti, io temevo ugualmente in un suo agguato, così prestai più attenzione del solito mentre attraversavo la strada e camminavo a passo svelto lungo il marciapiede.
Soltanto quando fui al sicuro, dietro la pesante porta in legno del locale, mi rilassai.
- Cos'è Biancaneve? La scuola è troppo faticosa per te?  E io che credevo fossi una specie di secchione...- Mi voltai verso la sua voce, incontrandomi con il suo sguardo glaciale a metà della sala.
Draco se ne stava seduto mollemente su uno degli sgabelli al bancone, dietro di lui una bottiglia di birra vuota per metà.
- Non è troppo presto per cominciare a bere?- Chiesi io di rimando, senza far caso alle sue provocazioni.
- Non credo ci siamo orari per questo tipo di cose. E poi qui sotto è sempre così buio... è facile confondere il giorno con la notte.- Rispose pacato. Io sbuffai, ma mi avvicinai ugualmente, cercando con la coda dell'occhio Hagrid.
- Non c'è. Mi sono fatto dare le chiavi di scorta, in modo da entrare quando più ci aggrada.- Draco fece tintinnare le chiavi nella sua mano, e mentre queste ondeggiavano rumorose davanti ad i miei occhi, io non potei fare a meno di sospirare.
- Ti chiedo una macchina e tu mi dai un locale. O abbiamo un problema di comunicazione o tu sei uno di quelli che esagerano. - Dissi sedendomi sullo sgabello accanto al suo. Lui sorrise.
- La macchina è in garage, Potter.- Rispose, senza dar peso alla mia provocazione.
- O almeno, lo sarà tra dieci minuti.- Continuò.
Alzai un sopracciglio, perplesso.
- Sirius vuole vederti. Ho pensato di prendere due piccioni con una fava dandogli appuntamento qui e chiedendogli di portare una macchina.- Mi spiegò, bevendo un altro sorso di birra.
Adesso capivo il perché del suo essere così estremamente senza fretta. Dovevamo aspettare Sirius. Avrebbe potuto dirmelo sin dall'inizio.
Non risposi, ma mi alzai, camminando verso il retro del bancone, sotto lo sguardo attento del biondo.
Mi mossi lentamente, abbassandomi verso una mensola bassa, e prendendo una bottiglia di birra anche per me, aprendola con l'accendino che Draco aveva appoggiato davanti a lui. 

Together alone || Drarry (REVISIONATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora