Capitolo 13 - E.n.d. - (revisionato)

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Caricai la pagina. Nulla. Ricaricai ancora una volta. Nessuna differenza. 
Il piede sbatteva ritmicamente a terra, dando sfogo al mio nervosismo. Possibile che non fossero ancora usciti? Diedi un'occhiata all'orario, nell'angolo destro dello schermo. Erano esattamente le 9:32. Due minuti di ritardo. Tirai con forza i capelli, sopprimendo un grido, poi mi convinsi a ricaricare ancora una volta il sito. La pagina che fino a pochi secondi prima risultava bianca, adesso era piena di scritte e numeri. Il mio cuore prese a battere più forte. Drizzai le spalle e controllai quello che mi interessava. 


HARRY POTTER - 97/100 


Non potei fare a meno di urlare, pieno di felicità. Avrei potuto persino mettermi a ballare sul tavolo in quel momento... Ero passato. Avevo passato gli esami di metà anno con uno dei punteggi migliori della classe, e tutto questo, perché Draco mi aveva promesso un appuntamento. Dovevo aver perso davvero il senno se mi ero impegnato tanto per una cosa così stupida e priva di significavo. Il sorriso sul mio viso era una chiara negazione ai miei stessi pensieri conflittuali. Premetti il tasto di stampa, cullato dal suono della stampante che inchiostrava i miei risultati sulla carta, rendendoli più veri di quanto mi aspettassi. 
Draco non c'era. Mi aveva detto di dover andare a fare una commissione, e ovviamente io non avevo potuto fare altro che annuire, senza fargli domande. Avevo imparato a capire quando conveniva stare in silenzio e quando invece parlare. Con lui c'erano diversi argomenti tabù, ed anche se avevo intenzione di mettergli un freno, prima o poi, sapevo che non era il momento giusto per affrontare quel tipo di situazione. Infondo anche io stavo lo stavo tenendo al di fuori di determinati discorsi, portati avanti con Sirius. 
Il suono leggero del foglio di carta che cadeva sul pavimento, fece sfibrare velocemente la lunga catena di pensieri che si era venuta a creare nella mia testa, ripristinando la mia originaria felicità. Lo afferrai e andai in cucina, preso da una frenetica voglia di tenermi occupato. 
Presi il cellulare, intenzionato a cercare una ricetta per una torta, ma lo schermo si illuminò, avvisandomi dell'arrivo di una chiamata. 
- Ehi, Ron. - Risposi una volta letto il numero. 
- Harry? - Quella di sicuro non era la voce di Ron. Aggrottai le sopracciglia e allontanai il cellulare, rileggendo il numero. Non mi ero sbagliato, quello era di certo il contatto di Ron, allora perché...
- Ginny? Perché mi chiami dal telefono di tuo fratello? - Chiesi piccato. La sentii sbuffare, infastidita dal mio tono di sufficienza. 
- Presumo tu abbia bloccato il mio numero. Sono settimane che non ti fai sentire. E ogni volta che provo a chiamarti tu mi metti in attesa. - Si lamentò. - Non riesco nemmeno più a vederti a scuola. - Scossi la testa e appoggiai la fronte sul bancone freddo della cucina, in cerca di sollievo. 
- Ginny, credevo di essere stato chiaro riguardo alla nostra relazione. - Abbandonai ogni sorta di gentilezza, lasciandomi andare al semplice istinto. 
- Chiaro? E' così che lo chiami? Harry, hai lasciato che mio fratello mi chiedesse una pausa al posto tuo. Hai impacchettato per bene la nostra relazione e l'hai messa da parte, promettendomi che un giorno l'avresti ripresa in considerazione. - Quelle parole non fecero altro che confondermi di più. 
- Cercavo solo di essere gentile. Avresti preferito che ti dicessi "non ti amo, non ti ho mai amata e sicuramente non riuscirò ad amarti in futuro"? Dio santo, Ginny, erano queste le parole che volevi sentirti dire da me, per fartene una ragione? - Mi passai una mano tra i capelli. - Scusami, avrei dovuto essere uno stronzo. - Forse Draco non aveva avuto tutti i torti quando aveva messo in dubbio la mia serietà nel lasciarla. 

- E' questo quello che pensi? Non mi hai mai amata? - Sentivo le lacrime persino nel tono. 
- Ginevra, sul serio. Sarò il più chiaro possibile questa volta, così da non illuderti ulteriormente: non ho più intenzione di stare insieme a te. - Avrei voluto dirlo con maggiore acidità, ma tutto quello che venne fuori dalla mia bocca fu un sospiro di rassegnazione. Per qualche secondo non sentii nulla dall'altro capo del telefono, poi un singhiozzo e infine un ruggito di rabbia. 
- I tuoi genitori e i miei hanno benedetto la nostra unione. Non ti puoi tirare indietro. - Urlò, facendomi ribollire il sangue nelle vene. 
- Suppongo che la benedizione di cui parli, adesso si trovi sotto terra insieme a loro. Lasciami in pace, Ginny. Non ho intenzione di continuare questa farsa. - Non aspettai nemmeno che potesse anche solo minimamente cercare di rispondere con una delle sue perle di saggezza, che chiusi la chiamata. 

Together alone || Drarry (REVISIONATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora