Madhouse. (Parte 3)

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Michael's pov.

Mi sveglio di soprassalto.

Sono circa le tre e mezza di mattina e sento Calum respirare pesantemente perso nel sonno.

L'ho sognato di nuovo.

Luke.

Continuava a piangere, ad urlare, a contorcersi dal dolore...ed ero io che lo tenevo fermo al letto, non potevo fare niente. Niente. Solo aiutarli a fargli ancora più male.

Mi sento così, così sporco.

Mi odio.

È troppo tardi (o forse troppo presto?) per andare da lui...ma...

Poggio i piedi a terra senza fare il minimo rumore e, miracolosamente, riesco ad uscire dalla porta senza svegliare Calum.

Mi aggiro per l'edificio. Di notte non è inquietante come di giorno, anzi è molto più...triste.

Si sentono tanti, troppi, singhiozzi rubati.

Mi avvicino a quella dannatissima porta.

La 59.

Velocemente la apro ed entro nella stanza, dirigendomi verso il letto.

Luke dorme, le braccia scoperte a causa di una flebo passante per il braccio sinistro. La bocca è semiaperta in un'espressione che lo fa sembrare più giovane.

Non resisto a carezzargli il volto e mi siedo.

Lo vedo sbattere piano le palpebre, e ritraggo di scatto la mano.

"Michael..." Credo di sentirlo borbottare.

È così bello.

Luke riafferra intontito la mia mano e se la porta alle labbra, mi lascia un bacio sulle nocche e sento il mio cuore sciogliersi.

Sposto la mia mano sulla sua guancia e lo bacio.

Non come nei classici primi baci, dov'è tutto così prevedibile e passionale.

Ho paura di quello che ho fatto.

Luke, invece , ne sembra così sicuro...

Mi stacco piano dalle sue labbra, soffici e lievemente gonfie a causa del bacio. Trascorriamo minuti a guardarci e capisco che forse devo andare, magari era solo intontito dalle medicine.

Esco dalla stanza e torno in camera, dormo tranquillamente, senza niente a turbarmi.

...

Sono convocato all'ufficio del direttore Alexander, sono confuso. Ho forse commesso qualcosa di sbagliato? Questo pensiero mi attanaglia lo stomaco.

Entro nella maestosa camera e mi sembra anche più grande di come la ricordassi. C'è un uomo seduto sulla poltrona davanti alla scrivania, lo riesco a vedere da dietro. Sembra alto, una zazzera di capelli biondi sopra un cappellino dall'aria borghese, è senza dubbio un uomo molto ricco.

Mi siedo sull'altra poltrona affianco a lui e riesco a guardarlo negli occhi. Rimango allibito. È più vecchio di quanto sembrasse da dietro ma riconoscerei quelli occhi azzurri ovunque. Rimango in silenzio, aspettando che arrivi Alexander.

Fortunatamente non si fa aspettare.

"Signor Clifford, sono lieto di presentarle il Generale Hemmings. Il padre del nostro benamato paziente 59."

Odio quando lo chiamano per numero. I numeri sono codici e i codici degli altri uomini spesso significano inferno. Il mio braccio sembra bruciare a questi pensieri

Il signore annuisce.

"Signor Clifford, il Signor Alexander mi ha parlato di lei. Ho saputo che mio figlio si ritrova a suo agio nelle vostre conversazioni, gradirei che lo scortaste fuori per un paio di giorni. Mi servono mani forti per essere sicuro che non si comporti da ignorante. Verrà adeguatamente ricompensato."

Dunque era questo che pensavano di lui? Io non sono come tutti gli altri. Loro hanno bisogno di soldi. Io ho solamente bisogno di qualcuno da amare. Accetto la proposta e mi danno da firmare un contratto.Trascorreremo due giorni a Boston, ho il compito di far fare a Luke un giro della città e di cercare di fargli capire come vive la gente una vita normale anche se solo per pochissimo tempo.

Insomma...cazzate.

Ma sono felice di poter trascorrere del tempo con Luke, non abbiamo ancora parlato dal bacio di questa mattina. Non mi è permesso di vederlo, lo deve informare il padre. Trascorro il tempo preparando le valigie e parlando con Calum. Ho scoperto che lui lavora al reparto "criminali" e che anche lui ha assistito a cose orribili. Mi ha detto che hanno fatto ad un uomo la lobotomia , prima che me ne parlasse non sapevo nemmeno cosa fosse. Consiste nell'intervenire nel distruggere una parte di cervello per far dimenticare al criminale i fatti che ha commesso, i sensi di colpa e le manie omicide. Il brutto è che non ricordi più niente. Perdi tutti i ricordi più veri che possedevi. Calum me ne parla quasi con disgusto, i dottori infilano un ago nell'occhio del paziente per arrivare al cervello. Il paziente intanto, anche se anestetizzato, è sveglio. Lui ha detto che ha vomitato e che non vuole rivederlo mai più. Queste cose mi fanno pensare a Luke...

....

Mi ritrovo ad aspettarlo fuori dall'edificio, le mani in tasca e il corpo coperto da un pesante giubbotto. Solitari fiocchi di neve scendono dal cielo e l'aria è gelida. Vedo una figura snella uscire fuori dall'edificio e venirmi incontro, con una piccola valigia in mano.

Mi rendo conto che è Luke.

Vedo il dottor Irwin salutarci da dentro l'edificio, non credo comprenderò mai quell'uomo.

Non riesco a non sorridere però.

M'immagino Luke uscire dall'edificio, con la mia mano nella sua, pronti ad andarcene da questo posto per non tornarvi mai più. Vivere insieme, felici. Devo riuscirci. Lo farò per lui e, credo, soprattutto per me.

Saliamo in una macchina con autista e mi concentro sull'abbigliamento del ragazzo seduto al mio fianco, sembra proprio un ricco imprenditore...se non fosse per le mostruose occhiaie e i continui tic. Gli stringo la mano e lui sembra rilassarsi, ci scambiamo sguardi fugaci, sapendo di non essere soli.

Entriamo nell'hotel, senza dubbio anch'esso molto facoltoso, dove un pasciuto signore ci mostra la nostra stanza.

Sono due camere separate munite di letti a doppia piazza e bagni personali, c'è una piccola cucina e una radio. Io e Luke posizioniamo le nostre valigie nelle rispettive stanze, imbarazzati da questo distacco.

Non parliamo da stamattina e ho paura che farlo possa rovinare quel delicato legame che avevo sentito finalmente saldarsi questa mattina. Prendo un profondo sospiro e provo a pronunciare

"Luk-" Ma vengo interrotto dalle sue labbra che premono sulle mie. È un bacio... umido. Gli asciugo le lacrime con le mie dita ma sembrano non finire mai.

"Luke, ho fatto qualcosa di sbagliato?" Chiedo interrompendo il bacio.

"Michael, a te piaccio?

"Ti stavo baciando idiota."

"No, intendevo che io ti amo. Tu provi lo stesso?

Sweet. Horror. Muke.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora