Capitolo XIII

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La stanza del Padrone era stata studiata e ristudiata da Maria Isabella. Le pareti erano decorate con uno stucco veneziano di un intenso color rosso pompeiano, che si sposava alla perfezione con la liscia cornice in gesso del soffitto. Al centro dell'enorme camera giaceva un imponente letto moderno queen size, in netto contrasto con l'aspetto neoclassico dell'arredamento. Isabella si sentiva nuovamente intrappolata. Lars le aveva dato una speranza e lei vi si era aggrappata con tutta sé stessa, ma, adesso, era andata in fumo anche quest'ultima. 

Erano giorni che non vedeva anima viva, solamente la Signora le portava  pasti ed abiti puliti. Eppure quella sera qualcuno di nuovo venne a farle visita. Non si trattava della vecchia arcigna, altrimenti ne avrebbe riconosciuto il passo ciondolante. Sperava fosse il norvegese, ma quando la porta si aprì apparve il Signor Marcelo in tutta la sua austerità. 

L'uomo non disse nulla, si sbottonò i primi bottoni della camicia nera, poi ne risvoltò le maniche fino ai gomiti. Maria Isabella se ne stava seduta sul bordo del letto come una spettatrice a teatro. 

<Scusami se non mi sono occupato di te prima, ma non eri prevista tra le mie faccende> disse a un tratto lui, rompendo il silenzio. Bel pensò la stesse prendendo in giro, ma il tono di voce, e la situazione in generale, non lasciavano trapelare alcuna aria si scherno. Si alzò di scatto avanzando con fare tremolante verso l'imponente figura mascolina. <Scusami? Sono stata rapita, venduta, regalata e...> iniziò a sputare acida Isabella, non riuscendo più a contenersi, ma il Signor Marcelo non le diede il tempo di sfogare tutta la frustrazione accumulata a causa di quella situazione. In un attimo il corpo muscoloso dell'uomo si scagliò su di lei. Una mano le cinse la gola facendo morire tra le labbra della ragazza qualsiasi altra parola. Isabella osservò con occhi sbarrati il volto del suo torturatore, aveva la carotide pulsante per la rabbia, gli occhi ridotti a due fessure penetranti e le labbra contratte. <Non ti ho dato il permesso di parlare> la pressione che le sue dita esercitavano intorno al collo della ragazza spinse quest'ultima ad aggrapparsi al braccio dell'uomo, implorandolo con lo sguardo di lasciarla libera. Per un attimo Bel si rese conto di quanto fossero diverse le prese di Lars e dell'uomo. Quella del giovane norvegese seppur rude, celava un certa delicatezza. Il Signor Marcelo invece aveva una presa possente, dominante, capace di sottomettere o spezzare chiunque non si fosse piegato al suo volere. 

Marcelo era furioso per l'atteggiamento indisciplinato della donna così decise di mettere subito in chiaro i ruoli <Io sono il tuo Padrone. Farai sempre quello che io ordinerò. Uscirai da questa stanza quando sarò io a concedertelo; parlerai quando sarò io a chiedertelo;  persino respirerai se sarò io a permettertelo> soffiò a pochi centimetri dal viso di Maria Isabella. Con uno strattone della mano abbandonò il collo della ragazza <Tu sei qui per un unico scopo- ci fu un attimo di inquietante silenzio- e quel motivo sono io> allargò le braccia per enfatizzare le parole che stava dicendo.

Maria Isabella era sempre più preoccupata per la propria incolumità. Osservò il Padrone accomodarsi sul bordo del letto e scrutò ancora meglio i lineamenti e le movenze dell'uomo dal fascino letale. <Ragazzina> ne richiamò l'attenzione <Vieni a sederti vicino a me>. Il tono era notevolmente meno aggressivo rispetto a prima, come quello di un padre dopo aver sgridato i propri figli. Isabella si mosse automaticamente, seppur contro la propria volontà. Si rese conto di non riuscire a resistere alla sovrastante presenza del Signor Marcelo. Si sedette a poco meno di un metro di distanza da lui, mantenne lo sguardo basso e le mani delicate sul grembo, estremamente in imbarazzo. 

Il labbro inferiore della giovane stava diventando di un colore rosso vivo, in quei pochi secondi in cui entrambi tacquero lo stava torturando ripetutamente mordicchiandolo. Il Padrone non riusciva a staccare gli occhi dalla bocca morbida della giovane con la quale avrebbe desiderato giocare lui stesso in quel momento. L'atteggiamento remissivo che stava dimostrando Isabella lo eccitava da impazzire. Senza pensarci due volte allungò una mano verso la ragazza, la quale si ritrasse impercettibilmente, forse per paura di essere colpita. Con grande stupore di Bel, l'uomo le sfiorò una spalla, poi risalì fino all'incavo del collo praticando un delicato massaggio. Istintivamente Maria Isabella socchiuse gli occhi e voltò maggiormente le spalle verso il Signor Marcelo. Fu allora che quest'ultimo non riuscì a trattenere un espressione stupita e allo stesso tempo compiaciuta, quella ragazzina sarebbe potuta diventare una bellissima e devota sottomessa, lo era nell'animo pur non sapendolo ancora. 

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Buongiorno!

Spero possiate perdonare la mia lunghissima assenza, ma rieccomi qui con questo breve capitolo. State tranquilli, non ho intenzione di farvi attendere troppo per lo scoppiettante seguito della storia. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 21, 2020 ⏰

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